Un accordo tra l’Università degli Studi di Bergamo e la Nanjing Normal University accorcia le distanze con la Cina e costituisce un ulteriore passo avanti in direzione dell’internazionalizzazione dell’Ateneo e del territorio in cui esso è radicato. Con la firma del 17 novembre tra il Rettore Stefano Paleari e il Dirigente Song Yongzhong, le due università si impegnano infatti ad attivare progetti di scambio per studenti, docenti e ricercatori: “L’Economia attuale è globalizzata – spiega Yongzhong – le istituzioni educative devono essere quindi in grado di internazionalizzarsi, formare cittadini del mondo grazie alla cooperazione tra università di diversi paesi. Tra Italia e Cina poi ci sono relazioni governative amichevoli, che permettono scambi intensi”. Fondamentale nel dialogo con il Paese del Sol Levante è l’approccio culturale, totalmente diverso da quello che si avrebbe per avviare relazioni con nazioni come Germania o Francia come spiega Piera Molinelli, prorettore all’Orientamento Universitario di Ateneo, membro della delegazione italiana presente all’incontro del 17 novembre, ma anche di quella che ha aperto il canale di comunicazione con Nanchino (Nanjing): “Se siamo riusciti a configurare una relazione con questo Ateneo è grazie al fatto che siamo andati in Cina come parte di una delegazione del territorio provinciale – spiega -. I primi passi sono stati mossi attraverso il Consolato italiano a Shanghai, che s’è fatto garante per la nostra presentazione a Nanchino, un’università con una forte impronta internazionale, la più orientata all’internazionalizzazione tra i 20 atenei che ha la città. Nanchino inoltre era interessata a stringere rapporti con altre città murate e Bergamo in questo caso non poteva che configurarsi come partner perfetto. In ogni fase dei lavori, dalla presentazione ufficiale, alla trattativa il passaggio attraverso le istituzioni – in questo caso il Consolato – è stato necessario. L’approccio interculturale cinese si ritrova in ogni aspetto della vita accademica e non: dal livello accademico a quello didattico, al piano aziendale: sarebbe impensabile attivare un tirocinio in Cina relazionandosi direttamente con l’azienda, è sempre necessario passare attraverso un’istituzione del paese e inserire questi progetti in un programma di studi definito”. L’occasione di presentarsi a Nanchino, al di fuori del circuito diplomatico e prettamente istituzionale è stata la Settimana Italiana, una serie di appuntamenti economici, culturali e turistici in cui l’Ateneo bergamasco ha trovato una vetrina di rilievo. “L’Università di Bergamo è una delle migliori università in Italia e molti suoi corsi sono di primaria importanza a livello nazionale. Anche la Nanjin Normal University occupa posti di eccellenza nel panorama dell’alta formazione cinese – spiega il dirigente Song Yongzhong -. La nostra non può che essere una collaborazione di eccellenze. Speriamo che sempre più studenti italiani possano venire da noi a studiare e altrettanti dalla Cina vengano a Bergamo. Siamo molto interessati anche agli scambi che portino i nostri professori e ricercatori a visitare le università partner per tenere corsi”. L’accordo tra Nanchino e Bergamo è solo un primo passo verso l’apertura di nuovi orizzonti di collaborazione: “Tra le due università è stato siglato un accordo quadro per la collaborazione su diversi piani – spiega Dorothee Heller, prorettore alle Relazioni Internazionali di Ateneo, parte della delegazione ospitante – dalla didattica per gli studenti, con scambi e seminari, alla ricerca, con progetti di mobilità per docenti e ricercatori, che potranno essere ospiti a Nanchino per tenere corsi e approfondimenti. Ad oggi la convenzione riguarda studenti di lingue, ma in prospettiva l’intesa tra le due università potrà ampliarsi verso percorsi che interesseranno turismo, ingegneria ed economia”. Le premesse ci sono già, visto che dopo la firma dell’accordo, i referenti dei dipartimenti di Economia e Ingegneria hanno incontrato la delegazione cinese. Molti i corsi di laurea complementari che potrebbero essere fonte di arricchimento per entrambi gli Atenei: Nanchino non ha un corso di laurea in Ingegneria Gestionale come quello incluso nell’offerta formativa di Bergamo, che a sua volta potrebbe beneficiare di un approccio fortemente scientifico alle discipline tecnologiche proposte da Nanchino. “Questo tipo di approccio potrebbe portare immensi benefici a entrambi gli Atenei e ai loro territori di riferimento – spiega Matteo Kalchschmidt, presidente del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale -. Data l’importanza del mercato cinese, dobbiamo però considerare che la possibilità di collaborare richiede forti relazioni locali: in questo senso l’Università di Bergamo può essere un vero e proprio ponte per consolidare e avviare nuove relazioni internazionali. Inoltre formare studenti offrendogli opportunità di esperienze cinesi, dove possano imparare a interagire con la cultura della differenza è sicuramente una risorsa anche per il sistema economico territoriale, con cui possono collaborare per facilitare un dialogo tra Bergamo e la Cina”.