Domani per il Sebino è il grande giorno, dopo anni di tavoli pubblici, intenti dichiarati, convegni, passi avanti, passi indietro, slogan che si tramandano da vent’anni, di amministrazione in amministrazione, al di là del colore, come un mantra che se lo ripeti magari poi si avvera. Che alcuni ci credevano, altri fingevano di farlo e molti non lo volevano proprio. Finalmente ci siamo: il Lago d’Iseo è ufficialmente una meta turistica. Parola di una che sul lago ci è cresciuta. La passerella di Christo è l’occasione inattesa che potrebbe permettere all’economia sebina di fare il grande salto, di aprire nuove possibilità, di riscattare il minore dei laghi lombardi, quello ignorato e snobbato dagli stessi bergamaschi. Quanti ci hanno sempre creduto sono emozionati e pieni di speranza, gli altri sono usciti allo scoperto, menagrami da mesi con pronostici apocalittici e critiche, spesso pretestuose. Leggere tanti commenti negativi su facebook, e anche di stimati giornalisti, fa una grande tristezza e sì, questi sì, ti fanno dubitare che la scommessa del turismo sul Sebino sia finalmente a portata. I prossimi 16 giorni saranno una vetrina unica, assoluta, mondiale per il lago d’Iseo e per il sistema turistico bergamasco: sarà compito di tutti impegnarsi per garantire il successo dell’evento e fare in modo che questo appuntamento lasci i suoi frutti dopo il 3 luglio, quando la passerella verrà smontata e l’attenzione dei media mondiali verrà meno. Agli operatori e alla cittadinanza è richiesto un impegno importante: essere accoglienti e avere una visione a lungo termine, lontana dalle lusinghe ingannevoli del massimo profitto immediato. Saranno giorni di sacrifici e disagi (solo da domani potremo davvero sapere quanti), ma la contropartita sono posti di lavoro e speranze di occupazione per i giovani. Non è poco.