Dalle 6 di mattina del 6 novembre fino alle 6 di mattina dell’8 novembre gli impianti stradali e autostradali di distribuzione carburanti saranno chiusi per sciopero nazionale. Lo sciopero è promosso dalle organizzazioni di categoria Figisc/Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl per protestare contro la politica fiscale del Governo e contro la negazione dei diritti a una categoria allo stremo.
I benzinai ne hanno parlato ieri, lunedì 28 ottobre, alla sede Ascom di via Borgo Palazzo nel corso di un’assemblea promossa dal Gruppo Gestori Carburante di Ascom Confcommercio Bergamo,a cui ha partecipato anche il segretario nazionale Figisc, Paolo Uniti.
“Alla base dello sciopero ci sono le ultime misure fiscali che colpiscono una categoria con alle spalle già un periodo complesso per l’introduzione della fatturazione elettronica. A partire dall’invio telematico dei corrispettivi, in vigore per tutte le imprese il prossimo 1 gennaio, che obbligherà i piccoli gestori a dotarsi di un registratore di telematico e a ulteriori adempimenti – dice Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo Confcommercio -. Ma lo stato di agitazione dipende anche da motivazioni economiche e contrattuali e da un sistema di relazioni con le compagnie fortemente danneggiato. Alla base dello stato di agitazione c’è un sentimento fortissimo di difficoltà e scontento verso un sistema in cui le compagnie petrolifere continuano a guadagnare sempre di più, lo Stato continua a guadagnare sempre di più con l’Iva e le accise e al contrario i benzinai, da sempre l’anello più debole della filiera, si trovano a fare i conti con margini di guadagno strettissimi e a dover improvvisare nuovi servizi per andare avanti”.
“I gestori incrocieranno le braccia “contro l’illegalità ‘figlia delle liberalizzazioni selvagge’ e il mancato intervento di compagnie, organizzazioni e governo per riformare il settore – spiega Renato Mora, presidente del Gruppo Gestori Carburante di Ascom -. Secondo le stime il fenomeno dilagante dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti vale numerosi miliardi di euro ogni anno, frutto di evasione di Iva e accise: una quota che si aggira intorno al 15% di prodotti “clandestini” sul totale dei 30 miliardi di litri erogati. È necessario, quindi, che il Governo attui una riforma complessiva che metta riparo ad oltre un decennio di deregolamentazione e che tuteli la categoria all’interno di un sistema oggi facilmente aggirabile. Inoltre, ci auspichiamo che il Governo convochi un tavolo con le compagnie petrolifere per discutere le condizioni economiche che hanno bloccato i margini di guadagno della categoria, fermi di fatto da più di 7 anni”.
La protesta è rivolta innanzitutto nei confronti del Governo che sta gravando, con adempimenti inutili e cervellotici, un’intera categoria. L’accusa dei sindacati dei gestori riguarda misure come la fatturazione elettronica, i registratori di cassa telematici «anche per fatturati di 2mila l’anno» e la rimodulazione dell’Indice Sintetico di Affidabilità (Isa) «irraggiungibile per i gestori». Ma l’elenco comprende anche «l’introduzione di Documenti di Trasporto (Das) e modalità di Registrazione giornaliera in formato elettronico», e «l’invio dei corrispettivi giornalieri in formato elettronico fino al gravame fiscale e contributivo per i gestori che non ricevono da fornitori e Agenzia delle Entrate i documenti necessari per la loro contabilità».
Si tratta, spiegano i sindacati, di provvedimenti “che duplicano gli esistenti e che non hanno alcuna valenza sulla lotta all’illegalità o alla infedeltà fiscale: in sostanza si trasformano i Gestori in ‘controllori’ dell’intera filiera con responsabilità (anche penali) che non sono connesse con la loro attività”.
Il Governo si accinge a varare una miriade di provvedimenti senza aver ascoltato la Categoria che, come al solito ha dato la sua disponibilità -oggi ribadita- a lavorare su provvedimenti oggettivi, assunti nell’interesse della collettività e non contro i Gestori. La politica rinvia all’Agenzia delle Entrate (e delle Dogane); queste ultime rinviano alla Politica con un rimpallo di responsabilità costruito per dilatare i tempi ed impedire che siano introdotti correttivi ragionevoli.
I nuovi adempimenti previsti dall’Esecutivo Conte – spiega una nota delle associazioni di categoria – duplicano quelli esistenti «e non hanno alcuna valenza sulla lotta all’illegalità o all’infedeltà fiscale: si trasformano i gestori in controllori dell’intera filiera con responsabilità (anche penali) che non sono connesse con la loro attività».
La protesta, prosegue la nota, è rivolta anche contro «le compagnie petrolifere e alla miriade di soggetti diventati titolari di impianti», accusati di non rispettare i contratti in essere e di opporsi al rinnovo degli accordi economici scaduti da tempo, «negando persino il riconoscimento dei maggiori costi di gestione scaricati in capo ai gestori». Nel caso di Autostrade anche modificando a piacimento i contenuti del Decreto Interministeriale dell’Agosto 2015 e delle modalità di Affidamento, per far spazio ad interessi di parte.
Infine i Gestori -che hanno apprezzato il lavoro che la X Commissione della Camera sta svolgendo- spingono per avere una riforma del settore che sappia cogliere il nuovo ma che, nel contempo, sappia tutelare i diritti di una Categoria che non possono essere sacrificati sull’altare degli interessi di una sola parte: quella più forte che continua ad ignorare che in Italia vigono le regole dello Stato di Diritto. Uno Stato Diritto che in assenza di provvedimenti sanzionatori che colpiscano gli inadempienti è destinato, miseramente ad arrendersi. Il discrimine è salvaguardare la parte onesta di questo mercato (settore) contro la parte disonesta ed inadempiente: chi rispetta le Leggi ha diritto ad esserci, chi le viola sistematicamente deve essere espulso.
Nella foto al tavolo seduti da sinistra: Giuseppina Manzoni, responsabile dell’area fiscale di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini direttore Ascom Bergamo Confcommercio, Renato Mora presidente Gestori Carburanti Ascom, Ivano Casolo Figisc Milano, Paolo Uniti segretario nazionale Figisc