Legalità e sicurezza, i dati dell’Osservatorio Ascom-Format Research

L’usura tra i maggiori rischi percepiti + 22,2% rispetto al 2022

Sicurezza percepita, andamento dei crimini, esposizione a rischio usura e racket. Sono questi i temi al centro dell’indagine su Legalità e sicurezza affidati all’Osservatorio Congiunturale Confcommercio Bergamo. L’indagine, condotta da Format Research su un campione rappresentativo di imprese del terziario, rileva un peggioramento della sicurezza percepita rispetto allo scorso anno per il 16% degli intervistati. L’usura è tra i maggiori rischi percepiti, in un contesto in cui l’accesso al credito si trasforma spesso in un percorso ad ostacoli e i rincari dei tassi di interesse aggravano ulteriormente i bilanci delle imprese, già indebitate. Preoccupa anche il rischio di estorsioni e racket, oltre ai furti.

Sicurezza percepita
Il 16% delle imprese del terziario di Bergamo percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2023 rispetto al 2022, per il 76,3% la situazione è invariata, mentre per il 7,7% è, di contro, migliorata.

Aumento dei crimini
L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento rispetto al 2022 dagli imprenditori del terziario di Bergamo (22,2%) seguito da racket ed estorsioni (19,2%) e furti (17%), rapine (13,5%), atti di vandalismo (13,1%), aggressioni e violenze non a scopo predatorio (13%).

Tentativi di usura e racket
Quasi un imprenditore del terziario di Bergamo su cinque ( 19,3%) ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona. Ne ha sentito parlare in particolare dai social network (10,3%), da altri imprenditori (9,2%) e dalla stampa (7,2%).

Preoccupazione degli imprenditori
Oltre sei imprenditori del terziario di Bergamo su dieci si dichiarano preoccupati per il rischio di esposizione a usura e racket. Il 24,2% si dichiara molto preoccupato. Il 39,9% non nasconde la sua preoccupazione in generale, anche senza rischi visibili. Relativamente tranquilli  il 26% degli imprenditori, per nulla turbati il 9,9%.

La possibile reazione
Di fronte a fenomeni di usura la maggior parte delle imprese del terziario di Bergamo ritiene che si dovrebbe denunciare alle forze dell’ordine. Una buon parte dichiara però che non saprebbe cosa fare, pochi addirittura si dichiarano scoraggiati. Di fronte a fenomeni di usura il 55,5% ritiene che si dovrebbe denunciare, il 53,8% di segnalare informalmente la situazione alle forze dell’ordine, il 12,3% di rivolgersi alla propria associazione di categoria, il 23,5% di rivolgersi alle associazioni antiusura. Il 17,5% dichiara di non sapere cosa fare, l’1,5 sostiene che sarebbe inutile .

Soggetti vicini nell’assistenza alla criminalità
Le forze dell’ordine (35,7%), le associazioni di categoria (34,1%) e le organizzazioni antiusura  (34,1%) sono in soggetti percepiti come più vicini agli imprenditori minacciati. Seguono, a distanza, Stato e amministrazioni locali. Ma il 19,2% si sente solo.

 

 


Economia e qualità vita in peggioramento, cresce il rischio usura

La ricerca Confcommercio -Format Research presentata nella 10a edizione della giornata “Legalità ci piace”

A livello nazionale un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022, rispetto all’anno precedente. In un momento di grande fragilità finanziaria, l’usura è il fenomeno illegale maggiormente percepito dagli imprenditori, come dichiara più di un’impresa su quattro. Sono queste alcune delle principali evidenze emerse nella giornata “Legalità ci piace” Confcommercio, che da dieci anni vede l’associazione impegnata nel rilevare e descrivere la diffusione dei fenomeni criminali che più di altri condizionano l’andamento e lo sviluppo delle imprese. L’indagine, realizzata in collaborazione con Format Research (con interviste da febbraio al 3 marzo 2023), effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dei settori di riferimento con 3200 imprese, mette a confronto i dati nazionali con quelli di macroaree geografiche, tra cui la Lombardia (che rientra con Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta nel Nord Ovest). Per quanto riguarda Lombardia e resto de Nord Ovest,  il 7,8% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022, un valore inferiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 28,9%), un dato superiore a quello nazionale, pari al 25,9%. Il 15,9% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività (la media nazionale è pari al 21,4%). Il 15,3% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di  usura e racket nella zona in cui opera (16,5% è la media nazionale). Il 68,3% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale pari al 65,1%). Il 79,3% delle imprese ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.
 “Nonostante il nostro territorio sia più impermeabile di altri agli attacchi criminali e alle loro infiltrazioni, ci sono segnali evidenti di indebolimento e di vulnerabilità del nostro sistema economico e finanziario– commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. Non è casuale che il peggioramento della qualità della vita e i meccanismi commerciali fuori dalle regole- contraffazione e abusivismo in testa- rappresentino dei rischi per le imprese e possibili fallimenti, oltre che al pericolo di essere vittime di usura. Preoccupa una percentuale molto alta di imprenditori che, non abituati a fronteggiare fenomeni come usura e racket, dichiara di non sapere cosa fare”.
Per quanto riguarda l’assistenza contro la criminalità, le forze dell’ordine (35%) e le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (23,7%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. Di fronte a fenomeni di usura e racket il 47,8% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore più basso rispetto alla media nazionale del 59,4%) e il 32,4% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato leggermente superiore alla media nazionale pari al 30,1%).
A peggiorare (e a destare maggiori preoccupazioni in questo senso) è comunque il quadro generale: il 15,8% delle imprese del Nord Ovest ha dichiarato che la qualità della vita si è abbassata notevolmente nel corso dell’ultimo biennio (valore inferiore alla media nazionale pari al 17,8%). Le principali cause sono imputate alla diminuzione del reddito della popolazione, all’impoverimento dell’offerta formativa e alla diminuzione della sicurezza personale.

Le principali evidenze a livello nazionale

31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizi sono oggi ad elevato rischio usura. L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità 3,5 miliardi


Criminalità e usura spaventano il terziario bergamasco: l’importanza di fare rete tra enti e sul territorio

Presentata la ricerca nell’ambito dell’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo. Zambonelli, presidente Ascom: “Pronti a collaborare con l’amministrazione e le autorità “

In tempi di crisi la preoccupazione per la trappola dell’usura è alta. Ed è sopra il dato nazionale. È quanto emerge dalla ricerca “Crisi di liquidità, usura e infiltrazioni mafiose nel terziario bergamasco” promossa da Ascom Confcommercio Bergamo e commissionata all’agenzia Format Research nell’ambito dell’Osservatorio sulle imprese del terziario e presentata dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo. Nato nel 2018, l’Osservatorio per la Legalità ha l’obiettivo di sostenere sia la lotta alla corruzione e alla criminalità, sia la diffusione della cultura della legalità attraverso un’attività conoscitiva, consultiva e di proposta in collaborazione con Prefettura, enti e istituzioni del territorio.

Prestito ad usura

Venendo alla ricerca, effettuata su un campione di 700 intervistati e presentata dal presidente Format Research, Pierluigi Ascani, circa sei operatori su dieci sono infatti preoccupati del fenomeno dell’usura in questo gravissimo momento di crisi economica: sono il 59,1% contro il 58,7% del dato nazionale. Il 16% è preoccupato per il fenomeno dell’usura nella zona dove opera con la sua impresa, (il 17,7% a livello nazionale).
Oltre il 70% delle imprese di Bergamo (esclusivamente gli esercizi del commercio al dettaglio non alimentare e i pubblici esercizi) ritengono che il fenomeno del «prestito ad usura» debba essere «molto o abbastanza temuto». Il dato è leggermente superiore rispetto alla media Italia (68%) e addirittura un terzo delle imprese bergamasche lo reputa molto temuto (dato più alto di quello nazionale che si attesta al 31%).
Su quali siano le principali fonti di informazione sul fenomeno, gli imprenditori bergamaschi dichiarano percentuali più basse rispetto ai dati nazionali: stampa 6,4% contro il 7%, social 6,4% contro il 6,9% e racconto diretto 5,7% contro il 6,6%. Secondo il 67,7% circa degli imprenditori di Bergamo, quando si resta vittima dell’usura bisognerebbe denunciare subito alle Forze dell’Ordine, alla Magistratura. Il dato di Bergamo è superiore + 2,7% rispetto al dato nazionale.

Infiltrazioni mafiose nell’economia

Oltre il 64% delle imprese di Bergamo ritiene che il fenomeno della «malavita che cerca di impadronirsi delle aziende» debba essere «molto o abbastanza temuto». Il dato è in linea con quello nazionale. Gli imprenditori leggono principalmente sulla stampa 7,7% (+1,2% rispetto al dato nazionale) dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese. Il 6,4% ne ha sentito parlare attraverso il passaparola, meno rispetto ad altre zone d’Italia.
A fronte di questa consapevolezza, però, solo l’11,3% degli imprenditori di Bergamo sono preoccupati dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese nella zona dove lavorano, o comunque nel proprio quartiere. Il reale pericolo percepito dalle imprese di Bergamo (57,6%) è inoltre più basso rispetto alla media nazionale 62%.
Secondo il 64,3% degli imprenditori bisogna denunciare subito alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura i tentativi della malavita di impadronirsi della propria impresa. Il dato è in linea con quello nazionale (63,0%) e con un 3,4% in meno rispetto alla risposta all’usura.

Fare rete insieme

“Quello dell’usura è un fenomeno pericoloso e strisciante anche nella nostra provincia – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. E il rischio è che il fenomeno possa esplodere dopo la moratoria dei prestiti alle imprese. Per questo, come associazione di categoria, siamo pronti a collaborare con il Comune, le autorità e gli enti preposti per tutelare i nostri associati”.

Appello raccolto dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “I pubblici esercizi sono tra le categorie più esposte agli effetti della crisi, alle prese con bilanci in rosso e con ristori spesso inadeguati – conferma il Primo cittadino -. In questo scenario le associazioni di categoria rivestono un ruolo importante e devono essere le prime a intercettare i problemi degli esercenti. E noi come Comune di Bergamo siamo al loro fianco”.

L’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo

“La ricerca promossa e presentata ad Ascom – dichiara Marzia Marchesi, presidente dell’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo – tra i tanti spunti di riflessione che offre, sottolinea proprio l’importanza di fare rete, di condividere informazioni e definire strategie comuni in grado di arginare un fenomeno, quello delle infiltrazioni mafiose, che sembra essere lontano da contesti produttivi come il nostro ma che invece, come ben sappiamo, è presente e spesso sottovalutato nella sua entità. Obiettivo del Comune è infatti quello di promuovere, con tutte le istituzioni coinvolte, uno sportello antiusura di contrasto ai fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata capace di rappresentare un punto di riferimento per chi intende intraprendere un percorso di emancipazione da questa drammatica situazione”.

 Il terziario è oggi più vulnerabile

“La scarsa fiducia nella ripresa e il bisogno di liquidità rendono vulnerabile il nostro sistema come non lo è mai stato in precedenza – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confommercio Bergamo -. Non è un caso, infatti, che il sentimento e il sentore degli intervistati sia di forte preoccupazione ed è questo il momento di massima allerta perché nei prossimi mesi, con il termine delle moratorie nei pagamenti, la situazione potrebbe degenerare. Occorre, quindi, pensare ad azioni strutturali a sostegno delle imprese”.

Durante la presentazione della ricerca sono intervenuti anche Francesco Breviario, presidente Libera Bergamo, e Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo che hanno confermato il loro impegno a partecipare alla rete e alle azioni messe in campo dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo.


I rischi dell’usura ai tempi del Covid al centro dell’8ª Giornata della legalità di Confcommercio

Presentata l’analisi sul fenomeno e gli effetti per il terziario: oltre 40 mila le imprese a rischio di un reato che fatica ad essere denunciato

Anche Ascom Confcommercio Bergamo aderisce alla Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!” in programma oggi – martedì 20 aprile – e promossa in sinergia con le associazioni territoriali per promuovere e rafforzare la cultura della legalità come prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle imprese. Giunta all’ottava edizione, la Giornata nazionale della legalità sarà l’occasione per presentare in diretta streaming (ore 11 sul sito di Confcommercio) un’analisi sull’usura al tempo del Covid e sugli effetti per le imprese, a cui seguiranno gli interventi del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Quello dell’usura è infatti un tema molto attuale: perdita di fatturato e mancanza di liquidità incombono sugli imprenditori e secondo l’ultima analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio di ottobre sono circa 40mila le imprese minacciate dall’usura, fenomeno in crescita soprattutto nel Mezzogiorno e nel comparto turistico-ricettivo.

“I fatti accaduti rendono ancora più attuale la manifestazione promossa da Confcommercio a livello nazionale e posta, quest’anno, ad aprile – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -.  Il nostro sistema non è mai stato interessato così tanto da questi fenomeni come in questo periodo di difficoltà e porre l’attenzione sul tema è di grande importanza per il benessere delle singole aziende”.

Quarantamila imprese a rischio usura

Nella prima parte dell’evento, il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha presentato un’analisi sugli effetti dell’usura al tempo del Covid per le imprese e la percezione che le stesse imprese hanno del fenomeno. “Rispetto al 2019 – ha detto Bella – è più che raddoppiata la quota di imprenditori che ritiene aumentato il problema (27% contro il 12,7%), e sono a immediato e grave rischio usura circa quarantamila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio”. Secondo Bella poi, ci sono le “solite” differenze territoriali: “Il Mezzogiorno purtroppo- ha osservato il direttore dell’Ufficio Studi – paga un prezzo più alto e il rischio di chiusura definitiva per le imprese è maggiore. Per fare un esempio, tra nove grandi città italiane colpite dall’usura, Napoli, Bari e Palermo sono tra quelle più a rischio”.

“Per diverse ragioni – ha detto Bella – le imprese del Nord hanno patito di più la pandemia, eppure sia per una condizione strutturale di esposizione alla criminalità sia per una maggiore fragilità intrinseca dell’impresa, è il tessuto produttivo del Sud ad apparire più soggetto a shock negativi”. Bella ha poi osservato che “l’usura rimane una tipologia di reato che fatica ad essere denunciato. A frenare la propensione a denunciare – ha precisato – non è tanto la speranza di poter restituire il prestito, quanto piuttosto la paura di subire ritorsioni, la percezione di essere soli, la poca fiducia nella giustizia e la vergogna che caratterizza coloro che, in ultima istanza, si vedono costretti a rivolgersi agli usurai”. Bella ha concluso la sua presentazione ricordando che le ricette essenziali per debellare la piaga dell’usura restano quelle già suggerite da tempo: “Senza misure di contrasto più incisive e una cultura della legalità più diffusa sarà davvero complicato estirpare il fenomeno dell’usura”.

La paura di denunciare e la fiducia verso le Forze dell’Ordine e le associazioni

Dall’indagine, inoltre, emerge che l’usura rimane una tipologia di reato che fatica ad essere denunciato. A frenare la propensione a denunciare non è tanto la speranza di poter restituire il prestito, quanto piuttosto – per citare le principali motivazioni – la paura di subire ritorsioni, la percezione di essere soli, la poca fiducia nella giustizia e la vergogna che caratterizza coloro che, in ultima istanza, si vedono costretti a rivolgersi agli usurai.

Sui livelli di fiducia le forze dell’ordine sono al primo posto, migliora un po’ negli ultimi sei mesi il senso di sfiducia e solitudine anche se, comunque, un quarto delle imprese è totalmente e preventivamente sfiduciato. E questo rimane un fattore di criticità, con implicazioni rilevanti anche in termini di più generale diffidenza rispetto al funzionamento delle istituzioni e sul senso della partecipazione politica. Infine migliora un po’ anche il ruolo delle organizzazioni anti-usura e quello delle organizzazioni di categoria. Nel complesso, quello che emerge è che ci sia ancora molto da fare a sostegno delle imprese più colpite dai fenomeni criminali. Per questo Confcommercio chiede di contrastare con più forza la criminalità e lavorare insieme alle istituzioni e alle forze dell’ordine per una maggiore promozione e diffusione della cultura della legalità

Nel suo intervento, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha ribadito che “nel 2020, le imprese del commercio, alloggio e ristorazione hanno subito una drammatica riduzione del volume di affari e oltre un terzo si è trovato stretto in un combinato disposto pericolosissimo, cioè la mancanza di liquidità combinata con una difficoltà sostanziale di accesso al credito. Ed è per questo che, senza sosta, in questi mesi abbiamo chiesto non solo indennizzi adeguati e tempestivi, ma anche moratorie fiscali e creditizie ampie ed inclusive, la sospensione e la rateizzazione degli impegni fiscali e possibilità più ampie di accesso al credito”. “Senza fatturato, senza liquidità, senza credito, e con i costi da pagare – ha osservato Sangalli – è facile capire quanti imprenditori rischiano, infatti, di essere facili prede per la criminalità organizzata e le pratiche di usura. Come emerge dai nostri dati, infatti, dal 2019 ad oggi la quota degli imprenditori che ritiene aggravato il fenomeno è aumentata di 14 punti percentuali. E sono ad immediato e grave rischio di usura circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio”.

Nel suo intervento alla giornata della legalità di Confcommercio, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha ringraziato il presidente Sangalli per l’impegno a favore della diffusione della cultura della legalità ricordando anche la sinergia con Confcommercio nella lottà alla criminalità. “Questa – ha detto Lamorgese – è un occasione importante di riflessione su temi essenziali per rilanciare il tessuto produttivo. E anche le aperture dei prossimi giorni possono rappresentare un volano per il rilancio delle imprese”. Lamorgese ha confermato che il coronavirus ha inciso sulla crescita di fenomeni come l’usura. “E’ necessario da parte di tutti – ha detto il ministro – impegnarsi per combattere questo fenomeno. La denuncia è un elemento molto importante”.

 

 


Contro furti e rapine i commercianti lombardi scelgono assicurazione e vetrine anti-spaccata

legalità mi piace neroPer la giornata nazionale “Legalità, mi piace!” Confcommercio ha presentato una ricerca sui costi dell’illegalità e sull’impatto e la percezione dei fenomeni da parte delle aziende del commercio, del turismo e dei servizi.

Le rilevazioni sono state realizzate tramite un questionario on line, realizzato dal 25 settembre a fine ottobre, al quale hanno partecipato circa 4.500 imprese.

Il focus sulla Lombardia evidenzia il maggiore ricorso, tra le misure di prevenzione e tutela adottate, ad assicurazioni e vetrine corazzate: il 43 % degli imprenditori (contro il 36% della media nazionale) ha optato per una maggiore copertura assicurativa e il 16% (contro il 12% della media nazionale) ha scelto di dotarsi di vetrine “anti-spaccata”.

Tra le iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza della propria impresa, la Lombardia pone l’accento sulla certezza della pena (con il 79% delle indicazioni degli imprenditori) e sui poliziotti di quartiere, fondamentali per il 19% delle aziende coinvolte.

Più che a livello nazionale la grande maggioranza delle imprese si dichiara “molto favorevole” ad un inasprimento delle pene ( il 76% contro il 67% nazionale) per furti, rapine, abusivismo, contraffazione, usura ed estorsioni. Il 40% degli imprenditori è fermamente convinto che i condannati non scontino realmente le pene. Il 92% degli intervistati non si è dotato di un’arma per la difesa personale e il 57% non pensa nemmeno di farlo in futuro.

Il taccheggio in Lombardia è poco più presente rispetto alla media nazionale (il 46% degli imprenditori ne ha avuto esperienza contro il 43% della media nazionale) ma sembra essere subito in maniera meno ricorrente (il 23% ha subito più taccheggi, contro il 25% della media nazionale).

In Lombardia l’incidenza di chi percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza è leggermente inferiore alla media nazionale (il 26% contro il 30%). Come nel resto d’Italia i fenomeni maggiormente percepiti in aumento rispetto allo scorso anno sono abusivismo (+51%), furti (+47%) e contraffazione (+40%). L’esperienza di criminalità è sensibilmente inferiore rispetto alla media nazionale, sia per quanto riguarda l’esperienza indiretta (il 12% contro il 22% del resto d’Italia) che quella diretta (il 3% contro il 9% a livello nazionale).


Ascom in piazza per la legalità e in Comune nasce l’osservatorio

selfie legalità - foto di gruppo

Nella giornata nazionale “Legalità, mi piace!” promossa per il quinto anno da Confcommercio a contrasto dei fenomeni criminali che danneggiano le imprese del terziario, l’Ascom di Bergamo ha lanciato un flash mob per dire no all’illegalità nel corso del quale autorità, imprenditori e cittadini hanno indossato la t-shirt gialla con l’hashtag #legalitàmipiace. Nel gazebo allestito in piazza Matteotti l’associazione ha inoltre distribuito materiale informativo e il vademecum anti-contraffazione e ha donato i semi della legalità per coltivare ogni giorno semplici regole e vedere fiorire d’estate dei girasoli.

Anche i commercianti del centro hanno dimostrato la propria condivisione dei principi che guidano un’economia sana e libera prestandosi ad uno scatto fotografico nei loro negozi.

La giornata è proseguita con il consiglio direttivo e delle categorie alle 15 nella sede dell’associazione. Ascom ha inoltre messo a disposizione delle imprese un glossario dei principali fenomeni che alterano il mercato e alimentano l’economia sommersa.

«Il tema della sicurezza è il presupposto fondamentale per fare impresa – ha sottolineato Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio -. Con la crisi il rispetto e la tutela delle imprese in regola è fondamentale, mentre abusivismo e contraffazione alterano la concorrenza e impoveriscono la nostra economia, a danno di tutti».

«Nonostante i dati evidenzino che la percezione della sicurezza sia leggermente migliorata in provincia, dobbiamo continuare a seminare legalità – ha commenta Oscar Fusini, direttore Ascom -. Il 72% degli italiani pensa che sia normale acquistare falso o che sia al massimo un peccato veniale e i 27% ha acquistato un prodotto contraffatto nell’ultimo anno. Chi acquista merce taroccata o cerca servizi abusivi, dai trasporti al turismo, danneggia le imprese e i lavoratori in regola e il loro futuro».

«L’Ascom di Bergamo è stata tra le prime associazioni a promuovere iniziative a contrasto di contraffazione, che in Italia ha un volume d’affari di 350 miliardi di euro l’anno, e l’abusivismo – sottolinea Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento Ascom e consigliere nazionale di Federazione Moda Italia -. L’“industria” del falso italiano purtroppo è la prima in Europa e chi acquista merce contraffatta non è sempre consapevole dei danni che crea per non parlare dei rischi per la sicurezza. La Lombardia occupa il secondo posto in Italia per numero di sequestri effettuati. Oltre a comprare capi firmati nei negozi di fiducia, tutti possono dare il loro contributo segnalando a Federmoda casi di contraffazione».

Se l’Ascom e il sistema Confcommercio si sono impegnati a mantenere sempre alta la guardia sulla criminalità e l’illegalità in tutte le sue forme con la giornata annuale di mobilitazione, anche il Comune di Bergamo ha scelto di potenziare gli strumenti per l’analisi e il contrasto dei fenomeni. Non poteva esserci migliore occasione dell’iniziativa di sensibilizzazione in piazza per presentare la nascita di un osservatorio della legalità. «Si riunirà per la prima volta il 29 novembre – ha sottolineato Marzia Marchesi, presidente del Consiglio comunale -. Dove l’economia gira e funziona investe anche la criminalità e i segnali di infiltrazione, seppur in una situazione nebulosa e tutt’altro che chiara, vi sono purtroppo anche nella nostra città. Il primo passo è quello di promuovere ed educare alla legalità».

«L’illegalità si può vincere solo se la gente condivide e conosce le regole che governano la convivenza. In questo molto possiamo fare come istituzioni per coinvolgere e avvicinare i cittadini, nella consapevolezza che solo con l’impegno di tutti si può tutelare la legalità – le parole di Girolamo Fabiano, questore di Bergamo -. Nel territorio i fenomeni criminali sono sotto controllo ma non abbassiamo la guardia».

Guglielmo Benetti, referente dei temi della legalità, educazione alla cittadinanza e prevenzione del bullismo dell’Ufficio Scolastico territoriale di Bergamo ha ricordato l’impegno nell’educazione al rispetto delle regole portato avanti nelle scuole: «Non dobbiamo formare dai banchi dei bravi lavoratori e professionisti, ma il primo compito della scuola è insegnare ai ragazzi ad essere dei bravi cittadini, che apprezzino le istituzioni e le regole senza scorciatoie e compromessi, anticamera dell’illegalità e della corruzione».

Al flash mob della legalità hanno partecipato anche Iole Galasso, viceprefetto aggiunto e il tenente Luca Augelli della Guardia di Finanza di Bergamo.


Sanga: «Acquistare prodotti falsi non è mai conveniente»

171117 - incontro Giovanni Sanga Ascom Bergamo Confcommercio

Le problematiche del commercio, delle piccole imprese del terziario, in particolare le tematiche fiscali, sono state al centro del confronto tra i dirigenti dell’Ascom di Bergamo e l’onorevole bergamasco Giovanni Sanga che in associazione ha raccolto criticità e istanze e illustrato le novità legislative, a partire dalla passaggio dagli studi di settore agli Isa, gli Indicatori sintetici di affidabilità.

Il vista della giornata nazionale “Legalità, mi piace!” promossa da Confcommercio martedì 21 novembre, il parlamentare, che ha anche fatto parte della Commissione d’inchiesta sulla contraffazione, ha fatto proprio il messaggio della campagna a sostegno di un’economia sana e libera.

«Oltre il 70% degli italiani ritiene che acquistare prodotti contraffatti non sia un fatto così grave – ha ricordato -. Non è così. Innanzitutto i prodotti falsi non danno garanzie sul piano della qualità e possono rivelarsi pericolosi e nocivi per la salute. Ma hanno anche l’effetto di impoverire il sistema italiano della produzione e della vendita». «Il Made in Italy che porta in tutto il mondo l’immagine del nostro paese – ha spiegato – è messo a rischio dai prodotti contraffatti, comprarli significa perciò indebolire le nostre aziende e il sistema Italia nel suo complesso. Senza dimenticare che il falso si muove in quel mondo parallelo fatto di criminalità organizzata, produzione e smercio illegali, pericolosi traffici internazionali».

È stato, quindi, il primo volto prestato al “selfie della legalità”, una delle iniziative che l’Ascom proporrà martedì in piazza Matteotti a Bergamo declinando sul territorio la mobilitazione nazionale. In programma anche un flash mob (alle 11 con magliette gialle in regalo), la distribuzione di un vademecum che illustra i pericoli della contraffazione e dei “semi della legalità. Chi li metterà a dimora vedrà fiorire in estate dei girasoli ed avrà sperimentato il valore della cura quotidiana e del rispetto delle regole.


Ascom in piazza per la legalità: flash mob e selfie per dire no a contraffazione e abusivismo

hastag legalitàmipiace

Il 21 novembre Confcommercio promuove per il quinto anno la Giornata “Legalità, mi piace!” incentrata sui fenomeni criminali che riducono la competitività del sistema produttivo, alterano le regole del mercato e danneggiano le imprese del terziario.

L’Ascom di Bergamo aderisce alla giornata nazionale, lanciando un flash mob alle 11 in piazza Matteotti per dire no all’illegalità indossando la t-shirt gialla con tanto di hashtag #legalitàmipiace. Il raduno sarà immortalato con una foto dall’alto, pronta a cogliere la macchia di colore giallo acceso creata dai partecipanti alla mobilitazione.

Dalle 10 alle 16 l’Ascom sarà inoltre presente con un gazebo in piazza Matteotti, angolo via Crispi, per distribuire materiale informativo e il vademecum anti-contraffazione, oltre che per donare i semi della legalità, per coltivare ogni giorno semplici regole e vedere fiorire d’estate dei girasoli.

dieci motivi per non comprare prodotti falsiNel corso della giornata tutti potranno prestarsi ad uno scatto fotografico, dando il proprio volto alla campagna per dimostrare la condivisione dei principi che guidano un’economia sana e libera. «Anche quest’anno abbracciamo l’iniziativa portata avanti a livello nazionale da Confcommercio a favore della legalità, presupposto fondamentale per qualsiasi attività imprenditoriale – commenta Paolo Malvestiti, presidente Ascom Confcommercio Bergamo -. È importante dare il nostro contributo per valorizzare il lavoro che ogni giorno le forze dell’ordine compiono per la prevenzione e repressione dell’illegalità. Abusivismo, contraffazione, rapine ed episodi di microcriminalità danneggiano le imprese, affossano la competitività ed alterano le regole del mercato».

Alle 15, in Ascom, nella sede cittadina, si terranno il Consiglio direttivo e il Consiglio delle categorie. Nell’occasione verranno presentati dal direttore Oscar Fusini i dati sul costo dell’illegalità dell’indagine Confcommercio-Gfk condotta sui fenomeni che riducono la competitività del nostro sistema produttivo, sui temi di usura, abusivismo e contraffazione, rapine e racket.

Fulcro della mobilitazione nazionale i lavori nella sede di Confcommercio a Roma, dedicati allo studio e all’approfondimento del costo dell’illegalità e trasmessi in streaming in tutte le associazioni e federazioni. Sarà letto il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e parteciperà il ministro dell’Interno Marco Minniti. Mariano Bella, direttore Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia, presenterà i risultati dell’indagine 2017 condotta sul tema a livello nazionale. Alle 10.55 si proietterà un video sulla concorrenza sleale con la testimonianza inedita di un imprenditore. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, darà il suo contributo alla giornata con un intervento sul tema. La chiusura dei lavori è prevista alle 12.


Terziario, Confcommercio misura il peso dell’illegalità sulle imprese

legalità mi piace nero

Confcommercio tiene alta l’attenzione sui fenomeni criminali che riducono la competitività del sistema produttivo e anche quest’anno promuove la giornata nazionale “Legalità, mi piace!”.

L’appuntamento, per la quinta edizione, è martedì 21 novembre e prevede iniziative locali e il collegamento con il sito confederale per la presentazione di un’analisi sui costi dell’illegalità e sull’impatto e la percezione dei fenomeni da parte delle aziende del commercio, del turismo e dei servizi.

Le rilevazioni sono realizzate tramite un questionario on line, di immediata compilazione, che gli imprenditori sono invitati ad inviare entro il 31 ottobre.

L’indagine offrirà un panorama aggiornato delle criticità legate a furti, rapine, estorsioni, usura, contraffazione e abusivismo, sulle emergenze, sulle contromisure adottate dalle imprese e le richieste in tema di sicurezza dell’intero sistema associativo.

L’Ascom di Bergamo rilancia l’invito a livello territoriale, sottolineando come la riuscita complessiva dell’indagine dipenda soprattutto dalla partecipazione delle imprese. In occasione della giornata nazionale realizzerà inoltre iniziative a livello locale.

>>Il questionario 


Ascom, la legalità fa centro

La legalità ha fatto centro. L’invito a con-correre per il rispetto delle regole lanciato dall’Accademia della Guardia di Finanza in occasione della mezza maratona di Bergamo ha trovato tanti sostenitori. E così lo scorso fine settimana il villaggio allestito sul Sentierone per l’accoglienza degli atleti e del pubblico è diventato anche un villaggio della legalità con gli stand delle categorie e delle istituzioni coinvolte vestite con i colori giallo e verde della maglia della gara.

Anche l’Ascom era in prima fila. L’Associazione ha scelto di distribuire bustine di semi di girasole, da piantare e curare per ricordare che il rispetto delle regole si coltiva giorno per giorno, anche con semplici gesti. Con un ulteriore significato simbolico: seguire la luce e dare spalle alle ombre dell’illegalità, proprio come fa il fiore.

L’Ascom ha anche partecipato con una propria squadra alla gara che ha visto correre insieme alle forze dell’ordine i rappresentanti delle istituzioni, degli ordini professionali e delle associazioni di categoria. Il team formato da Andrea Artina e Carlo Garzetta, impegnati rispettivamente nei settori Amministrazione e Ata, e da Alessandro Pagnoni di Promoberg, si è piazzato all’ottavo posto. La vittoria è andata alla squadra del Cus dell’Università di Bergamo, che ha preceduto la terna della Guardia di Finanza e quella dei Vigili del Fuoco. In tutto si sono classificate 133 squadre. >>L’ordine di arrivo

Il tema della legalità – e il sostegno allo sport per disabili che accompagnava questa seconda edizione della staffetta – è stato sviluppato anche nel convegno di venerdì 22 settembre dal titolo “Sport e disabilità”. Alla presenza di amministratori, dirigenti del Coni, del Gruppo sportivo Fiamme Gialle e di esperti di diritto e fisco l’incontro ha analizzato le norme relative allo sport per disabili e alla gestione delle società dilettantistiche.

Sabato 23 settembre, invece, il “Concerto delle Stelle” al Teatro Creberg ha visto sul palco grandi nomi della musica italiana, Ron, Ermal Meta, Noemi, Marco Masini, Le Vibrazioni, Mario Venuti, Raphael Gualazzi, Alessio Bernabei, accompagnati dalla Banda Musicale del Corpo e dall’Orchestra Filarmonica Italiana. Una serata da tutto esaurito che ha permesso di raccogliere fondi per la Phb – Polisportiva handicappati Onlus, che favorisce la pratica dello sport delle persone con disabilità e alla quale sono destinati i proventi dell’intera manifestazione.