Economia e qualità vita in peggioramento, cresce il rischio usura

Economia e qualità vita in peggioramento, cresce il rischio usura

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La ricerca Confcommercio -Format Research presentata nella 10a edizione della giornata “Legalità ci piace”

A livello nazionale un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022, rispetto all’anno precedente. In un momento di grande fragilità finanziaria, l’usura è il fenomeno illegale maggiormente percepito dagli imprenditori, come dichiara più di un’impresa su quattro. Sono queste alcune delle principali evidenze emerse nella giornata “Legalità ci piace” Confcommercio, che da dieci anni vede l’associazione impegnata nel rilevare e descrivere la diffusione dei fenomeni criminali che più di altri condizionano l’andamento e lo sviluppo delle imprese. L’indagine, realizzata in collaborazione con Format Research (con interviste da febbraio al 3 marzo 2023), effettuata su un campione statisticamente rappresentativo dei settori di riferimento con 3200 imprese, mette a confronto i dati nazionali con quelli di macroaree geografiche, tra cui la Lombardia (che rientra con Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta nel Nord Ovest). Per quanto riguarda Lombardia e resto de Nord Ovest,  il 7,8% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022, un valore inferiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 28,9%), un dato superiore a quello nazionale, pari al 25,9%. Il 15,9% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività (la media nazionale è pari al 21,4%). Il 15,3% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di  usura e racket nella zona in cui opera (16,5% è la media nazionale). Il 68,3% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale pari al 65,1%). Il 79,3% delle imprese ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.
 “Nonostante il nostro territorio sia più impermeabile di altri agli attacchi criminali e alle loro infiltrazioni, ci sono segnali evidenti di indebolimento e di vulnerabilità del nostro sistema economico e finanziario– commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. Non è casuale che il peggioramento della qualità della vita e i meccanismi commerciali fuori dalle regole- contraffazione e abusivismo in testa- rappresentino dei rischi per le imprese e possibili fallimenti, oltre che al pericolo di essere vittime di usura. Preoccupa una percentuale molto alta di imprenditori che, non abituati a fronteggiare fenomeni come usura e racket, dichiara di non sapere cosa fare”.
Per quanto riguarda l’assistenza contro la criminalità, le forze dell’ordine (35%) e le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (23,7%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. Di fronte a fenomeni di usura e racket il 47,8% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore più basso rispetto alla media nazionale del 59,4%) e il 32,4% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato leggermente superiore alla media nazionale pari al 30,1%).
A peggiorare (e a destare maggiori preoccupazioni in questo senso) è comunque il quadro generale: il 15,8% delle imprese del Nord Ovest ha dichiarato che la qualità della vita si è abbassata notevolmente nel corso dell’ultimo biennio (valore inferiore alla media nazionale pari al 17,8%). Le principali cause sono imputate alla diminuzione del reddito della popolazione, all’impoverimento dell’offerta formativa e alla diminuzione della sicurezza personale.

Le principali evidenze a livello nazionale

31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizi sono oggi ad elevato rischio usura. L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità 3,5 miliardi