Tassa di soggiorno a Selvino, gli albergatori chiedono di estenderla anche agli affitti brevi

In un incontro con i vertici Ascom si chiede al Comune una revisione del regolamento. A novembre un altro tavolo con l’amministrazione

La tassa di soggiorno introdotta per il primo anno a Selvino entra in vigore la prossima settimana, a partire dal 1°giugno. In questa prima frazione dell’anno sarà applicata agli ospiti delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, a partire dai 14 anni compiuti e per i primi 7 giorni di pernottamento. Si va da 1 euro per ospite al giorno per affittacamere, casa vacanze e B&B, a 1,50- 2,50 euro per gli alberghi a seconda della categoria (1,50 euro per i 2 stelle, 2 euro per i 3 stelle e 2,50 euro per i 4 stelle). Ascom Confcommercio Bergamo ha incontrato i rappresentanti dell’amministrazione comunale per trovare una soluzione al malumore della categoria legato all’introduzione dell’imposta. Le parti hanno trovato un accordo che prevede che dopo l’estate, anche alla luce di come sarà andata la stagione estiva, si arrivi a valutare una revisione del regolamento dell’imposta, che contempli l’estensione della tassa anche agli affitti brevi. Questa modifica andrebbe così a uniformare il prelievo degli ospiti delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere a quello degli affittuari di case e appartamenti, valutando anche una riduzione della forbice dell’imposta che penalizza fortemente i clienti degli alberghi.

L’incontro con gli albergatori

L’impegno del Comune è anche di destinare il maggior introito della tassa di soggiorno rispetto al prudenziale preventivo verso una strategia di sviluppo turistico condiviso con al centro soprattutto il turismo sportivo e slow. In autunno le parti si sono date appuntamento per approfondire obiettivi e progettualità per il importante località turistica dell’altopiano. All’incontro hanno partecipato il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini e Alessandro Rota, segretario Gruppo Albergatori, Massimiliano Bertocchi albergatore, Maurizio Acerbis vicesindaco e assessore al Bilancio e tributi e Antonio Carrara consigliere comunale di maggioranza. “Dopo una lunga trattativa, grazie anche al lavoro di mediazione dell’assessore regionale al Turismo Lara Magoni, e diversi incontri finalmente il Comune ha deciso di prendere in considerazione alcune delle nostre richieste- commenta Massimiliano Bertocchi, albergatore, titolare dell’Harmony Suite Hotel, referente Ascom per l’altopiano-. Auspichiamo che gli introiti derivanti dalla nuova imposta, che nasce come tassa di scopo, vengano destinati al turismo. Contiamo però che vadano ad aggiungersi ai fondi messi a disposizione per il turismo dal Comune. Monitoreremo che questo avvenga per dare nuovo respiro alle attività che lavorano sul territorio. Il turismo, teniamo a ricordare, è l’unica ricchezza del nostro altopiano”.

Il vicesindaco di Selvino ha ribadito che l’introduzione dell’imposta di soggiorno resta strumentale ad uno sviluppo della politica a sostegno del turismo del comune di Selvino: “Stimiamo di destinare 25 mila euro derivanti dall’imposta di soggiorno al turismo- commenta Maurizio Acerbis- . Abbiamo cercato di venire in contro alle esigenze degli albergatori, con una prima revisione della bozza di regolamento, riducendo a 7 giorni rispetto ai 10 iniziali l’imposta di soggiorno e alzando l’età degli ospiti per cui è richiesta da 12 a 14 anni. Abbiamo ritenuto fondamentale uno sconto per i campi estivi, con una riduzione del 50%. A novembre, dopo circa sei mesi di introduzione della tassa, confidiamo di accogliere le istanze degli albergatori, dando la nostra disponibilità a rivedere il regolamento. Non nascondiamo la difficoltà di finanziare interventi legati al turismo, ma senz’altro i proventi dell’imposta saranno destinati alla valorizzazione turistica del nostro territorio, come del resto impone la ratio dell’introduzione della tassa di soggiorno”.
Il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini ha ribadito la centralità di questo punto: “Non siamo contrari a prescindere all’introduzione dell’imposta di soggiorno purchè la stessa sia concepita come tassa di “scopo” ossia finalizzata in una strategia e un progetto di ampio respiro a sostegno all’attrattività turistica. Del resto Selvino è una delle località turistiche montane più importanti del nostro territorio e costituisce un esempio anche per altre località meno gettonate”.


Alberghi e non solo: dalla Regione altri 8 milioni per finanziare il bando “Strutture ricettive”

Le risorse totali salgono a 25 milioni e consentiranno di finanziare gran parte delle 300 domande già presentate. L’assessore Magoni” Gli operatori lombardi dimostrano di credere nella ripresa”

Aumentano di 8 milioni le risorse stanziate per il bando regionale “Sostegno alla competitività delle strutture ricettive alberghiere e delle strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta”. Il nuovo stanziamento, previsto su proposta dell’assessore al Turismo, Lara Magoni, porta così le risorse totali a 25 milioni e consentirà di finanziare gran parte delle domande presentate.  Il Bando, che prevede contributi a fondo perduto al 50%, per un massimo di 200 mila euro, con un investimento minimo di 80 mila euro, consente la realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione degli immobili e aree destinati all’attività ricettiva, delle strutture ed infrastrutture complementari direttamente connesse e l’ acquisto e installazione di arredi, macchinari o attrezzature anche di carattere tecnologico.

“La risposta dai lombardi – spiega Lara Magoni – è stata incredibile: sono arrivate infatti oltre 300 domande. Si tratta di un segnale importantissimo di grande fiducia e di voglia di ripartire con entusiasmo. In un momento di forte crisi, dove migliaia di operatori del turismo sono sull’orlo del fallimento, imprenditori e famiglie decidono di investire nel futuro. Questo loro coraggio è per me un ulteriore incentivo nel continuare a combattere su tutti i tavoli per portare la voce di un comparto che rappresenta non solo un valore economico, ma la forza di quelle persone che amano il proprio lavoro e ne diventano ambasciatori nel mondo. Eroi lombardi ai quali va tutto il mio personale sostegno. Un avvenire che vedrà la Lombardia ricca di eventi di grande spessore: innanzitutto nel 2023, con Bergamo e Brescia Capitali italiane della Cultura, e poi con le Olimpiadi invernali del 2026”.

“Dobbiamo farci trovare pronti. Ecco perché sostengo con convinzione – aggiunge l’assessore – chi vuole investire nella qualità dell’accoglienza, offrendo ai turisti servizi innovativi e un’attrattività sempre più all’avanguardia, in grado di rispondere alle esigenze di ogni visitatore. Perciò ho deciso di incentivare chi voleva rilanciare la propria attività, sostenendo le riqualificazioni con un contributo a fondo perduto pari fino al 50% dell’investimento, per un massimo di 200.000 euro”.

Cosa prevede il bando

Il bando prevede uno stanziamento di 17 milioni di euro per sostenere la competitività delle strutture ricettive lombarde (ma potrebbero essere di più in caso di economie derivanti dalla chiusura della rendicontazione del bando nella prima edizione). Il contributo è al 50% e a fondo perduto ed è previsto per progetti di investimento minimo di 80.000 euro e massimo di 200.000 euro.Il bando sarà aperto presumibilmente intorno ad aprile/maggio 2020. La misura ha lo scopo di la finalità di promuovere progetti di eccellenza per favorire

Possono partecipare al bando le micro, piccole e medie imprese: strutture ricettive alberghiere (alberghi o hotel; residenze turistico-alberghiere; alberghi diffusi; condhotel) e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta (villaggi turistici, campeggi e aree di sosta) che investono in interventi di riqualificazione di qualità.

La misura è indirizzata alle micro, piccole e medie imprese e ha la finalità di promuovere progetti di eccellenza per favorire la realizzazione e la riqualificazione di strutture ricettive alberghiere (alberghi o hotel; residenze turistico-alberghiere; alberghi diffusi; condhotel) e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta (villaggi turistici, campeggi e aree di sosta).

Interventi ammissibili
Sono ammessi al contributo progetti di realizzazione e riqualificazione di alberghi e aziende ricettive all’aria aperta. I progetti dovranno riguardare i seguenti macrotemi: Enogastronomia & food experience; Natura & green; Sport & turismo attivo; Terme & benessere; Fashion & design; Business congressi & incentive. Tra le spese ammissibili ci sono arredi, macchinari, attrezzature, strutture ed opere edili-murarie e impiantistiche.

Spese ammissibili
Sono ammesse spese per arredi, macchinari e attrezzature; opere edili-murarie e impiantistiche; progettazione e direzione lavori per un massimo dell’8% delle spese ammissibili).
Tutti i giustificativi di spesa conformi sono ammissibili se emessi successivamente alla data di presentazione della domanda.

Criteri di valutazione
Gli interventi saranno valutati secondo criteri di qualità progettualità e impatto sui temi di interesse. ad esempio, accessibilità family friendly, disabilità, sostenibilità ambientale e sociale, addizionabilità finanziarie, titolarità femminile/giovanile e/o rilevanza della componente femminile/giovanile nella compagine societaria, appartenenza a progetti di stabile aggregazione tra reti di imprenditori.

La durata massima dei progetti di intervento è di di 18 mesi dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia della graduatoria.

Per ulteriori informazioni contattare lo sportello del Credito Fogalco (Matteo Milesi: tel.0354120210 – matteo.milesi@fogalco.it)


Come cambia il commercio nelle città. L’indagine sulla “Demografia d’impresa” di Confcommercio

Negli ultimi otto anni a Bergamo in crescita alberghi, bar e ristoranti. Il presidente Zambonelli: “Il futuro è incerto e prevedere quante imprese chiuderanno è impossibile”

Come cambia il tessuto commerciale nei centri storici e nelle città? È la domanda a cui prova a dare una risposta Confcommercio con “Demografia d’impresa nelle città italiane” (sesta edizione), analisi aggiornata sull’evoluzione commerciale nei centri storici rispetto al resto del tessuto urbano tra il 2012 e il 2020. In particolare, oggetto dell’osservazione sono 120 città medio-grandi, cioè tutti i capoluoghi di provincia come Bergamo (ed ex capoluoghi), più 10 comuni di media dimensione. La disaggregazione riguarda 13 aree di attività economica: 9 del commercio fisso al dettaglio, cui si aggiungono il commercio ambulante, l’area dell’alloggio e quella della ristorazione, cioè bar e ristoranti; per completezza c’è anche la voce «altro commercio» che riguarda sostanzialmente le società che vendono online e porta a porta, i distributori automatici e le vendite per corrispondenza.

Dai dati dell’Ufficio Studi sulla demografia d’impresa delle 120 città oggetto dello studio emerge che dal 2012 ad oggi hanno chiuso 77mila attività e nel 2021 si prevede la chiusura di 1 impresa su 4 in ristorazione e alloggio. La riduzione del commercio tradizionale è collegata alla curva in discesa dei consumi (da 1.085 mld del 2012 si è scesi a 969 del 2020 siglando un -10,7%) e nella curva in aumento del commercio elettronico che nel 2020 ha fatto registrare un aumento del 30,7%, passando a livello nazionale da 17,9 miliardi a 23,4 miliardi. Male, invece, i servizi online che hanno registrato una perdita del 46,9%, passando da 13,5 ml a 7,2 ml.
Tra le merceologie più in difficoltà nel periodo compreso tra il 2012 e il 2020 ci sono le librerie e i giocattoli (-25,3%), mobili e ferramenta (-27,1%) e vestiario e calzature (-17%). A crescere sono solo poche merceologie tra cui le farmacie +19,7%.

I dati di Bergamo: in crescita alberghi, bar e ristoranti ma il futuro è incerto

A Bergamo gli esercizi hanno tenuto sia nel centro storico, con un lieve calo pari a -0,2% negli ultimi due anni (2020-2018), sia fuori dal centro storico (-3,1%). Osservando gli ultimi otto anni la diminuzione è stata contenuta (-8,7% nel centro storico e -8,0% fuori dal centro storico) contro la media di -14% nei 120 comuni italiani analizzati.
Tra il 2012 e il 2020 è stata forte la crescita delle imprese ricettive: +178,6% nel centro storico e +114% fuori. Bene anche se più moderata la crescita di bar e ristoranti (+5,6% in centro e + 14% fuori). La nota dolente riguarda gli ultimi due anni: nel centro storico hanno infatti perso sia le imprese ricettive (-7;0%) sia bar e ristoranti (-3,6%) mentre fuori dal centro storico sono cresciute le imprese ricettive (+22,3%) e sono stabili i bar e ristoranti (+0,7%). In questo scenario il fattore immobiliare ha fatto la sua parte: gli appartamenti del centro destinati alle imprese extra-alberghiere sono cresciuti a dismisura, mentre per i bar e ristoranti manca il punto vendita.
In conclusione, tra il 2012 e il 2020, la crescita di alberghi, bar e ristoranti a Bergamo è stata del 20,4% in centro storico e del 21,5% fuori dal centro ed è di quasi tre volte superiore alla media dei 120 comuni di media dimensione dove nello stesso periodo è stata dell’8,8%.

“Questa indagine ci conferma che già prima della pandemia il tessuto commerciale delle città stava cambiando, sia nel centro storico sia in periferia. L’emergenza Covid ha poi aggravato la situazione colpendo duro soprattutto il centro di Bergamo e Città Alta, così come i centri storici delle città metropolitane e multicentriche come Milano, Roma e Napoli – osserva Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Bergamo -. Sebbene le percentuali vedono vicine le tendenze del centro di Bergamo e Città Alta ben diversa è la dinamica di resistenza che vede tenere le imprese più strutturate situate nei centri storici, con la tenuta dell’ecosistema di prossimità della periferia (panettiere, alimentare, macellaio, fruttivendolo, tabaccaio e giornalaio). Ad ogni modo, in questo momento il numero preponderante delle imprese è ben al di sotto della linea di galleggiamento. Prevedere quante di queste chiuderanno è oggi impossibile. Non sappiamo ancora quando e come ripartirà il turismo e come la gente si riapproprierà degli spazi dei centri storici e come una modalità di consumo affermatasi nella pandemia potrà lasciare spazio alle modalità tradizionali”.

E proprio sugli scenari che riguardano il binomio consumi-terziario Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, non ha dubbi: “Quello che stiamo registrando è un fenomeno unico che tocca anche il nostro territorio: è quello che la ricerca definisce come possibile “ibernazione” del terziario. Molti stanno tenendo aperto il proprio negozio perché non hanno un reale sbocco alternativo e perché restano in attesa di ristori. Poi chiuderanno e questo avverrà in corso d’anno. Assisteremo, però, alla differenza tra cancellazione e mortalità di impresa. La cancellazione è l’atto formale che nei prossimi mesi potrebbe aumentare ma che non corrisponde alla cessazione di attività perché non appena le condizioni di ripartenza si riproporranno le stesse imprese ripartiranno. Il fenomeno è già chiaramente visibile nelle imprese ricettive extralberghiere che stanno restituendo gli appartamenti ai proprietari ma presto potrebbe toccare anche altri comparti del commercio”.

Le proposte di Confcommercio

Alla luce dei risultati dell’indagine Confcommercio ribadisce che sono necessari modelli di governance urbana che, con il contributo di chi nella città vive e lavora, guardino al medio-lungo termine e siano realmente capaci di dare risposte concrete all’economia reale e alla vita quotidiana dei cittadini e degli imprenditori italiani. In tale mutato contesto, le politiche urbane e territoriali hanno una grande responsabilità nel definire le nuove urbanità e andrà ricercata una nuova capacità di pianificazione, adattiva e meno burocratica, per dare risposte alle nuove esigenze contingenti e arginare la perdita di funzioni nelle città, garantendo la presenza di negozi, servizi, verde e spazi pubblici nei quartieri periferici e favorendo la residenzialità nei centri storici.

Si ritiene utile anche un aggiornamento post-Covid dell’Agenda urbana per rafforzare la resilienza delle città e delle loro economie: a tal proposito, Confcommercio è impegnata affinché parte dell’ingente quantità di risorse mobilitate dall’Unione europea per affrontare la crisi sanitaria, attraverso l’iniziativa Next Generation EU 2021-2024 e il rafforzamento della Politica di Coesione 2021-2027, siano destinate a sostenere progettualità condivise di sviluppo urbano ed economico, definite dagli attori economici e sociali locali con le rispettive Amministrazioni di riferimento.


A Bergamo non servono nuovi alberghi. L’offerta ricettiva basta a soddisfare le stime di crescita

A Bergamo non servono nuovi alberghi. Non lo diciamo certo per difendere interessi corporativi, ma perché il problema è evidente e sono i numeri del turismo a dirlo. Devono ascoltare e capirlo i potenziali investitori. Togliersi cioè dall’immaginario dell’onda lunga di Expo 2015 (che è finito 6 anni fa) e dall’idea che l’aeroporto di Bergamo possa crescere all’infinito. Questo sta creando un sovradimensionamento dell’offerta di stanze che pagheranno dazio. Bergamo è Bergamo e non è Venezia.

Quelli più vecchi di me ricordano l’effetto dei mondiali ’90 che portarono a Milano alla chiusura degli alberghi nei dieci anni successivi alla fine del mondiale di calcio. I nuovi insediamenti alberghieri della Grumellina e di via Autostrada che congiuntamente al nuovo albergo all’aeroporto, all’ospedale al Chorus life e in via Pignolo porteranno a un quasi raddoppio delle stanze nei prossimi cinque anni.

Abbiamo già detto che l’amministrazione comunale di Bergamo non ha alcuna responsabilità in questi progetti che derivano da vecchie autorizzazioni o da progetti di privati già autorizzati. Non deve però minimizzare il problema che esiste ed è reale perché l’epilogo l’abbiamo già visto nel nostro territorio sia sulle montagne sia sul lago. Di eccesso di offerta muoiono le strutture ricettive e le località nelle quali sono inserite.

L’investimento per un nuovo albergo, di solito notevole, richiede un lauto canone d’affitto a carico del futuro gestore. I ricavi dell’albergatore derivano dal numero di stanze occupate (tasso di occupazione) per la tariffa media. Sui prezzi della stanza d’albergo a Bergamo non aggiungeremo altro nel dire che sono statici da molti anni e che già questo costituisce un annoso problema di remunerazione degli investimenti. Ora però incombe quello più grave del calo dell’occupazione.

I dati sul turismo della città e dell’hinterland mostrano una crescita negli ultimi anni. A crescere però non sono i dati delle presenze alberghiere ma solo quelli dell’extralberghiero. Nei prossimi anni ci attendiamo che i flussi turistici tornino ai livelli di crescita pre-Covid ma aumenterà il turismo leisure e diminuirà il segmento business, che soffrirà dei cambiamenti intervenuti con lo smart working. In questo modo guadagneranno ancora presenze l’extralberghiero, mentre perderà il turismo negli alberghi. Inoltre, nel leisure la stagionalità non aiuterà, in quanto è solita concentrarsi solo in pochi periodi dell’anno e nel fine settimana (a differenza del turismo professionale che è continuo e occupa cinque giorni la settimana).

I dati pubblicati negli osservatori del Turismo della Provincia di Bergamo evidenziano che il tasso dei posti letto negli alberghi ha perso quasi tre punti percentuali negli ultimi tre anni scendendo dal 52,4% al 48,6%. In questo modo, confidando nel recupero delle presenze in tempi ragionevoli, diciamo con il 2023 dovremo tenere conto che nei prossimi 5 anni arriveranno non meno di 500 nuove stanze d’albergo a Bergamo e hinterland.

Il risultato atteso sarà di una diminuzione di altri 5 punti percentuali di presenze di occupazione media. Solo con una crescita potenziale tra il 15% e il 20% delle presenze sarà possibile mantenere le già magre ma sostenibili posizioni attuali. Difficile realmente raggiungere questi risultati. Giusto dirlo perché chi vuole investire lo sappia. I nuovi alberghi non andranno facilmente a regime mentre ci potranno essere altre chiusure eccellenti.

 


Vacanze, la voglia c’è Ma in pochissimi prenotano

Dopo il record negativo fatto registrare a novembre, l’indice di fiducia del viaggiatore italiano calcolato da SWG per Confturismo-Confcommercio recupera nove punti e si attesta a quota 48. Dalla rilevazione emerge infatti che, dopo un lungo periodo di assenza di progetti di vacanza, cominciano ad affiorare le prime idee e qualche timidissima programmazione di ferie. Il 25% degli intervistati prevede così di concedersi una pausa di massimo 3 giorni in Italia entro fine febbraio. Il 72% non ha però ancora scelto la destinazione, né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizza verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, non è turismo.

Se si sposta lo sguardo in avanti, il 28% degli italiani sembra puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, e il 50% in un break di 7 giorni tra luglio e settembre. A patto, naturalmente, che l’epidemia torni davvero sotto controllo e che il vaccino funzioni come si spera. Nel complesso, sono sempre le località di mare ad attrarre di più, soprattutto per i progetti di vacanza se di maggiore durata, mentre per quelle più brevi le città d’arte – soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna – tornano finalmente a competere con la montagna: un piccolo segnale positivo per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi Covid.
Per i viaggi all’estero il panorama si restringe ancora di più. Li si prevede, ma da primavera in poi, e solo da parte di un italiano su quattro. La destinazione è quasi esclusivamente l’Europa, con la Grecia ampiamente favorita. Da notare che il 6% pensa di nuovo a destinazioni di medio-lungo raggio, come Mar Rosso, Stati Uniti e area caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo: un buon auspicio, nulla di più per ora.

“Il 2020 – dice Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio – si chiude con 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze turistiche in meno in Italia, ai quali vanno aggiunti i36 milioni di italiani che non sono andati all’estero. Le lancette dell’orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni. Eppure, non solo nella legge di bilancio 2021 per il turismo c’è ben poco e ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund. Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. È ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze”.

 

Il settore alberghiero in Lombardia: un 2020 in profondo rosso

“Il settore alberghiero in Lombardia è in piena emergenza, se non si interviene subito centinaia di strutture chiuderanno per sempre – ribadiscono da Confcommercio Lombardia -. Siamo di fronte ad uno scenario drammatico: l’emergenza sanitaria ha quasi completamente azzerato i movimenti turistici, sia di tipo leisure sia congressuale e per business. L’occupazione delle camere nei pochi alberghi aperti oscilla tra il 5 e il 10% e le strutture ricettive registrano crolli di fatturato per il 2020 di oltre l’80%; in totale il calo nel settore dell’ospitalità in Lombardia potrebbe superare i 10 miliardi di euro”. La Lombardia è tra le regioni più colpite dal fermo del turismo con quasi 7 milioni di arrivi in meno nei primi otto mesi dell’anno.

“C’è un enorme problema di liquidità – prosegue Confcommercio Lombardia – che strangola gli imprenditori costretti al fermo pressoché totale delle attività ormai da quasi un anno e non dimentichiamo le ricadute pesantissime che questa situazione ha avuto e continua ad avere sull’indotto. All’orizzonte quello che temiamo è un vero e proprio tsunami occupazionale nel turismo con migliaia di posti di lavoro a rischio sia a tempo indeterminato sia stagionali”. La situazione non è destinata a migliorare nel breve periodo, anche con l’auspicata e graduale uscita dall’emergenza sanitaria. “Il punto è che anche chi potrà riprendere l’attività in tarda primavera o estate – rileva Confcommercio Lombardia – dovrà sostenere ingenti spese per l’adeguamento degli alberghi, sia dal punto di vista sanitario sia perché parliamo di strutture rimaste chiuse per molti mesi”.

Nella migliore delle ipotesi la situazione non tornerà ai livelli pre pandemia prima del 2023. “La priorità ora è offrire alle strutture almeno possibilità di sopravvivere, e questo può avvenire soltanto in due modi: contributi e sostegni a fondo perduto, da una parte, e dall’altra finanziamenti a lunghissimo termine, sia in termini di preammortamento che di durata. Se questo non avverrà non solo bruceremo completamente il patrimonio costruito dopo l’Expo, ma ci troveremo di fronte ad uno scenario di chiusure a catena come mai si è verificato. Siamo quasi a un punto di non ritorno, dobbiamo salvare la spina dorsale del comparto turistico della Regione. E non c’è quasi più tempo” conclude Confcommercio Lombardia.

 


Dalla Regione 17 milioni di euro per la riqualificazione di alberghi, villaggi e campeggi

Poche prenotazioni e fatturati in calo. Contro il turismo in difficoltà Regione Lombardia scende in campo a sostegno del settore con un bando che rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per alberghi e non solo. Pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia il bando prevede uno stanziamento di 17 milioni per la realizzazione e la riqualificazione di strutture ricettive alberghiere e strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta. L’obiettivo è promuovere progetti di eccellenza che possano migliorare l’offerta ricettiva di alberghi, hotel, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi e condhotel, ma anche di strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta come villaggi turistici, campeggi e aree di sosta.

Domande entro il 15 ottobre
Lo stanziamento di 17 milioni di euro è dedicato alle micro, piccole e medie imprese e le domande potranno essere presentate fino a giovedì 15 ottobre 2020. La misura finanzierà al 50% e a fondo perduto progetti per un investimento minimo complessivo di 80.000 euro, con la possibilità di ricevere un contributo massimo fino a 200.000 euro per progetti che rientrino nei seguenti macrotemi: enogastronomia-food experience; natura-green; sport-turismo attivo; terme e benessere; fashion-design; business congressi-incentive.
Le domande devono essere presentate esclusivamente in forma telematica, accedendo alla piattaforma www.bandi.servizirl.it e compilando l’apposita modulistica (per tutte le informazioni sul provvedimento è possibile consultare il link: bando turismo aree aperte).

Nessun click day ma la progettualità diventa fondamentale
Se il bando è aperto non bisogna affrettarsi come ha spiega Antonio Allievi, consulente Fogalco ed esperto di finanza agevolata, al webinair organizzato martedì 21 luglio per presentare il bando e le altre opportunità di finanziamento: “Si tratta di un bando a valutazione e c’è tempo fino al 15 ottobre per partecipare. Non bisogna quindi fare tutto di corsa quindi ma è importante pensare a un’attenta progettazione a monte nei tempi e nei modi. Si tratta, infatti. di un bando la cui tempistica permette alle imprese di affrontare l’ivnestimento una volta saputo se quel contributo verrà ottenuto. Oggi si possono presentare le domande e dal 15 ottobre per 120 giorni la Regione si occuperà di stilare la graduatoria e da gennaio l’imprenditore saprà se il suo progetto andrà a contributo”.

L’assessore Lara Magoni: “Nuova linfa all’offerta ricettiva del nostro territorio”
“Questa misura garantisce nuova linfa all’offerta ricettiva del nostro territorio – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, Lara Magoni -. Un ulteriore segnale mirato a far ripartire il comparto e guardare al futuro con maggiore ottimismo. Le montagne, i laghi e le città d’arte della Lombardia sono da sempre accoglienti e attrattive, siamo impegnati al massimo per continuare a far sì che questi luoghi siano sempre protagonisti. Oltre al bando, abbiamo in programma una campagna promozione del valore di 2 milioni di euro che andrà a sostenere tutti i territori a vocazione turistica della Lombardia. Oggi, infatti, l’offerta c’è ed è molto valida ma manca la domanda e come Regione abbiamo il dovere di sostenere il settore turistico”.

Il bando “Safe working – Io riapro sicuro”
Per aiutare ancora di più le micro e piccole imprese nella ripresa dopo l’emergenza Covid-19, la Giunta di Regine Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, ha approvato una delibera con cui si amplia la platea destinataria del bando “Safe working – Io riapro sicuro”. Vi potranno partecipare tutte le micro e piccole imprese la cui attività era stata sospesa dai provvedimenti delle autorità competenti per l’emergenza sanitaria e quindi anchge quelle del settore turistico-rivettivo: strutture alberghiere, ricettive, attività d’intrattenimento, artistiche, sale da concerto. Lo stanziamento complessivo della misura è di circa 16 milioni e il bando prevede un contributo per gli interventi che riguardano la messa in sicurezza sanitaria dell’impresa e i dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti, occhiali. Sono comprese quelle riguardanti i macchinari e le attrezzature per la sanificazione e disinfezione degli ambienti aziendali; apparecchi di purificazione dell’aria. Sono ammessi interventi strutturali per il distanziamento sociale all’interno dei locali, nonchè le strutture temporanee e arredi finalizzati al distanziamento sociale all’interno e all’esterno dei locali d’esercizio, termoscanner; strumenti e attrezzature di igienizzazione per i clienti. Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il 10 novembre.

Giovanni Zambonelli: “Investire per ripartire”
Per ridare slancio al turismo la parola d’ordine è quindi una sola: investire. Come? “Cogliendo le opportunità do questo band – ha sottolineato Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Le opportunità ci sono e vanno colte ed è nostro dovere imprenditoriale valutare tutte le possiblità che abbiamo per ripartire nel migliore dei modi. Dobbiamo guardare con sano realismo al futuro. È quindi ora di investire in questa opportunità, con tutta la prudenza del caso, e come imprenditori va valutata con attenzione. Colgo l’occasione per rilanciare l’invito all’assessore Magoni di rifinanziare il bando in futuro e se possibile con maggiori risorse. La selezione del mercato ricettivo e alberghiero in futuro dipenderà molto dalla qualità del servizio offerto e il bando va proprio in questa direzione”.
“Questo bando – aggiunge Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco –  porta una ventata di ottimismo in tempi difficili per le imprese del settore turistico e come Fogalco siamo chiamati a dare tutto il nostro sostegno in campo economico alle imprese”. Infine, come ha ricordato il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, “questi due bandi non sono gli unici strumenti al servizio degli associati. Per chi ha un’esigenza di tipo finanziario legata ad investimenti e progettualità, Fogalco è a disposizione degli imprenditori con una rete di consulenti pronti a illustrare le misure più vantaggiose”.

 


Ponte dei Santi, il lago d’Iseo verso il tutto esaurito e in città arrivano i messicani 

 
Lago d’Iseo verso il tutto esaurito, in città ritornano i turisti russi e compaiono i messicani, nelle valli si spera negli arrivi last minute. Sono queste le previsioni per il prossimo Ponte dei Santi che emergono da un sondaggio fatto da Ascom Bergamo Confcommercio su un campione di alberghi a Bergamo e fuori città.
I turisti che scelgono la destinazione Bergamo confermano l’amore per il lago d’Iseo che risulta la meta più gettonata: a Lovere, che chiude un mese di ottobre record per quanto riguarda proprio i pernottamenti, gli alberghi sono già quasi tutti al competo e anche a Sarnico le camere vanno verso il sold out.
Le prenotazione arrivano soprattutto da Lombardia e Veneto, ma non mancheranno i turisti stranieri, inglesi a Lovere e  visitatori da Danimarca, Cecoslovacchia e Russia. a Sarnico
 
In città le prenotazioni sono più che soddisfacenti e in crescita circa del 10% rispetto allo scorso anni. Si conferma la crescita degli stranieri un po’ da tutte le località collegate da Ryanair. Con due sorprese, la ricomparsa del turismo russo e ucraino e l’arrivo di visitatori messicani.
 
Sulle valli e sul Lago di Endine le previsioni sono meno rosee. In Valle Brembana, a Foppolo, il meteo non buono si fa sentire, le richieste sono a rilento e gli albergatori sguardo al cielo puntano tutto sulle prenotazioni dell’ultimo minuto da parte dei turisti italiani, perché come accade da qualche anno gli stranieri arriveranno per la stagione invernale. Stessa proiezione in Val Seriana dove le prenotazioni tardano ad arrivare e si spera negli arrivi dell’ultimo momento che saranno per lo più di una sola notte e di italiani. Prenotazioni ferme anche sul Lago di Endine che fatica a proporsi come destinazione turistica e a intercettare i visitatori del lago d’Iseo. 
 
fotografia di Visit Bergamo
 


Turismo, tutti i numeri della felice estate bergamasca

rifugio coca

L’estate 2017 in Bergamasca non è stata calda solo dal punto di vista meteorologico (la più rovente dopo quella del 2003 in 200 anni di rilevazioni) ma anche per il turismo. Il bel tempo ha infatti favorito le presenze in montagna e sui laghi e la propensione a visitare il territorio.

L’analisi dei flussi nel periodo maggio-agosto realizzata dall’Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo parla di quadro felice della stagione e mette in fila le maggiori evidenze.

  • Le presenze totali sono aumentate del 7,1% e gli arrivi dell’11,2% con una notevole crescita dei soggiorni dei turisti stranieri nelle strutture ricettive extra – alberghiere (+27,8 % arrivi e +25,8% presenze) rispetto allo stesso periodo del 2016. Nel frattempo è cresciuto anche il numero delle strutture extra – alberghiere totali attive sull’intero territorio bergamasco, passato dalle 856 (13.040 posti letto) dell’agosto 2016 a 1.188 (14.214 posti letto) nello stesso mese di quest’anno.
  • In città le presenze sono salite del 16%, gli arrivi del 22,6%. Il numero delle strutture extra – alberghiere ad agosto 2017 era pari a 502 (3.141 posti letto) mentre nello stesso mese del 2016 se ne contavano 385 (2.488 posti letto).
  • Nelle strutture attive sulle Orobie le presenze sono cresciute del 4,1%. Il dato è restituito dalla media delle presenze registrate in Valle Imagna, nella Valle Brembana ed in Valseriana, di Scalve ed Altopiano di Selvino ed Aviatico (277.553 presenze). Nell’intera area le strutture sono crescite di 67 unità (+543 posti letto).
  • L’estate 2017 ha fatto segnare anche un notevole incremento degli arrivi (+23,4 %) e delle presenze (+22,7 %) nei rifugi alpini. La permanenza media si attesta sui 2,9 giorni, dato piuttosto inconsueto per tale tipo di struttura che, fino a pochi anni fa, faceva registrare soggiorni di una sola notte. Il numero dei rifugi è rimasto pressoché invariato tra il 2016 ed il 2017.
  • Prosegue la crescita dei flussi turistici nelle strutture ricettive attive sul Lago d’Iseo, fattore che evidenzia come l’intero territorio lacustre abbia saputo consolidare i preziosi obiettivi raggiunti grazie al grande evento “The Floating Piers”: +11,9% di presenze nell’area Basso Lago d’Iseo e Valcalepio e +11,1% di presenze sull’Alto Lago d’Iseo. In entrambe le aree il numero degli alberghi è rimasto invariato rispetto al 2016 mentre, per ciò che riguarda l’extra – alberghiero, nel Basso Lago d’Iseo e Valcalepio le strutture sono passate in un anno da 55 (697 posti letto) a 95 (926 posti letto) e nell’Alto Lago d’Iseo da 64 (641 posti letto) a 127 (1.023 posti letto).
  • Continua l’“escalation” dei flussi registrati in case e appartamenti per vacanze, locande, foresterie lombarde ed affittacamere. Nel periodo estivo del 2017 è stata registrata una variazione in positivo del 45,8 % in termini di arrivi e del 54,4 % di presenze. Anche in questo caso c’è stato un forte incremento di nuove strutture appartenenti a questa classificazione: se nel 2016 ne erano attive 448 (2.975 posti letto) ad agosto del 2017 se ne contavano 752 (4.801 posti letto).
  • Per altro, anche i flussi negli alberghi di lusso e di prima categoria (5 e 4 stelle) risultano in continuo incremento e sono i turisti stranieri a preferire questa tipologia di alloggio. Di questo segmento sono presenti in provincia di Bergamo 48 strutture per 5.223 posti  letto totali (nel 2016 si contavano 47 alberghi per 5.155 posti letto).
  • A testimonianza del crescente interesse per questo tipo di sistemazione c’è la crescita dell’indice di utilizzazione lorda delle camere d’albergo, che rappresenta la percentuale di camere realmente sfruttate nel corso del periodo considerato. Il valore è in costante e consistente incremento negli alberghi di qualità (4 e 5 stelle) ed in quelli medi (3 stelle). Stazionario in quelli ad una e due stelle.
  • Il primo Paese di provenienza dei turisti stranieri è, come di consueto, la Germania (52.019 presenze), anche se in calo rispetto allo stesso periodo del 2016. L’analisi giustifica la diminuzione nel confronto con il picco di presenze teutoniche fatto registrare dell’evento “The Floating Piers” nel 2016.
  • Il fenomeno da seguire con interesse è la costante crescita dei flussi di turisti provenienti dalla Polonia, che nelle estati degli ultimi 10 anni si è praticamente quadruplicato, fino ad arrivare a 21.359 presenze. Secondo il sito ufficiale della Farnesina, nella sezione “Infomercatiesteri”, «l’aumento dei salari e della capacità di spesa consentirà ai Polacchi di investire nelle attività per il tempo libero e i viaggi, sebbene il cambio euro-zloty non molto favorevole potrebbe influenzare negativamente il flusso verso l’Italia e l’Europa. Tuttavia la progressiva disponibilità finanziaria delle famiglie e la rilevante propensione al viaggio dei Polacchi uniti alla loro profonda predisposizione verso la storia, la cultura, la lingua e lo stile di vita italiano, favorirà il flusso turistico verso l’Italia che rimane una delle destinazioni preferite».
  • Anche i turisti israeliani, soggiornanti per la maggior parte in Valseriana, hanno raggiunto quota 6.306 presenze, traguardo mai raggiunto prima in terra bergamasca.

tabella flussi turistici provincia di Bergamo - estate 2107 - 1


Colazione con prodotti tipici, al decollo la rete di East Lombardy

C’è più gusto se la giornata comincia con le bontà del territorio. Lo sa bene East Lombardy – Regione Europea della Gastronomia 2017, il progetto internazionale dedicato alla promozione e alla valorizzazione della cultura gastronomica e dell’identità delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, che ha lanciato quest’oggi la propria iniziativa di valorizzazione – prima in Italia – del breakfast come elemento competitivo per il successo di una destinazione turistica.

La presentazione all’aeroporto di Orio al Serio che è un punto di arrivo ideale per tutti coloro che desiderano visitare la Lombardia Orientale e che con i suoi 11 milioni di viaggiatori in transito nel 2016 rappresenta un grande volano per il progetto.

170914 colazione east lombardy - presentazione in aeroporto

L’obiettivo è coinvolgere numerose realtà, come pasticcerie, bar, alberghi, B&B e agriturismi di qualità, che propongano colazioni all’insegna dei prodotti tipici, sottolineando non solo attenzione per un’occasione di consumo importante per la salute e il benessere ma anche nel caratterizzare l’esperienza turistica. Il paniere, del resto, è ricco e vario, capace di rendere indimenticabile ogni genere di colazione.

Hotel Petronilla - colazione (1)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A fare da apripista sono stati selezionati alcuni maestri pasticceri, chef e professionisti dell’ospitalità che hanno firmato menù originali. Iginio Massari, Maestro Pasticciere e patron della Pasticceria Veneto a Brescia ed Enrico Cerea, chef del ristorante tristellato Da Vittorio a Brusaporto, entrambi Ambasciatori di East Lombardy, sono stati i testimonial della presentazione. L’elegante menù-colazione firmato da Massari contempla, fra l’altro, Bussolà, Torta Paradiso, Plum Cake all’olio extravergine di oliva Garda Dop.

Di grande impatto scenografico la prima colazione che accoglie al risveglio gli ospiti del Relais&Chateaux Da Vittorio che possono spaziare fra proposte dolci e salate fra cui la Gioconda, la sfoglia di mele della Val Brembana, la crostata morbida ai lamponi del Parco dei Colli di Bergamo e poi formaggi caprini bergamaschi, pan brioche, focacce ripiene e pani di vari formati preparati con olio di oliva extravergine Dop Sebino.

Insieme a Da Vittorio, in provincia di Bergamo, aderiscono Pasticceria La Marianna e Hotel Petronilla, in città, e Agriturismo Polisena a Pontida.

Per il territorio di Brescia, oltre alla Pasticceria Veneto, partecipano Profumo di Lievito e la Pasticceria Di Novo a Manerba sul Garda.

Cremona è rappresentata da Al Carrobbio, Locanda Torriani, Lounge Bar Chiave di Bacco e Pasticceria Dondeo, tutte in città.

Mantova partecipa, infine, con i due locali considerati autentico punto di riferimento in città – Pasticceria Antoniazzi e Caffè Borsa – mentre sul territorio troviamo la Locanda Majestic 2 a Campitello di Marcaria e gli otto B&B dell’associazione Colline del Garda Ospitalità con sede a Monzambano.

All’interno dell’Aeroporto Milano Bergamo Winegate11 e La Marianna.

«In tanti Paesi – commenta Uta Wilmer, direttrice dell’Hotel Petronilla di Bergamo e consigliera del Gruppo Albergatori dell’Ascom – la colazione è un pasto importante e per un albergo come il nostro (quattro stelle lusso, 12 camere, 90% di clienti stranieri) è sempre stata un’occasione per dare un valore extra all’offerta. Sin da quando abbiamo aperto, esattamente otto anni fa – ricorda -, abbiamo puntato sulle tipicità, come le confetture e il miele della Valle Imagna e poi i formaggi e i salumi di cui Bergamo è ricca. Una scelta apprezzatissima, come confermano i clienti e le loro recensioni sui portali. Gran parte dei giudizi in rete sugli alberghi riguarda proprio la colazione, che è quindi un fattore capace di fare la differenza e, tra l’altro, l’unico pasto che i clienti sicuramente consumano nelle nostre strutture».

Ora, chi ha scelto di dare il buongiorno ai propri ospiti con i prodotti locali può anche contare sulla rete di East Lombardy. «Poter promuovere insieme quest’offerta è bellissimo – prosegue Uta Wilmer -. Il cibo è una pubblicità fantastica, non solo per un’attività ma per tutto il territorio. I souvenir che i nostri clienti cercano con più interesse sono quelli gastronomici, dalla Torta Donizetti alle mignon di polenta e osèi, alla farina per la polenta. Sono contenti di portarsi a casa il gusto del loro viaggio e di raccontare a parenti e amici cosa hanno mangiato di buono, così scatta il passaparola e si accende l’interesse su una località. Il cibo, oggi così di moda, può portare lontano il nome di Bergamo e il made in Bergamo: è un tema da sviluppare sempre più».

A supportare con i dati lo scenario è Roberta Garibaldi, docente dell’Università di Bergamo e direttore scientifico di East Lombardy. «In Italia il 92% dei viaggiatori ricerca esperienze enogastronomiche memorabili durante la vacanza e il 52% afferma di prestare attenzione alla presenza di prodotti agroalimentari con certificazioni di qualità – ha spiegato -. Su TripAdvisor sono oltre 1 milione le recensioni sul tema colazione, a dimostrazione dell’interesse del turista a questo momento della giornata. I dati nazionali sono confermati anche per la Lombardia Orientale, dove la ricerca di produzioni Dop e Igp è un elemento fortemente apprezzato: il 66% dei residenti, l’80% dei visitatori italiani e il 54% di quelli stranieri considera questi elementi nella scelta turistica. Abbiamo così preparato un progetto integrato e coinvolto, come primo step, alcune delle numerose realtà eccellenti del territorio».

In prima fila l’aeroporto. «Il progetto Prima Colazione di East Lombardy rappresenta un’assoluta novità nel settore retail&food aeroportuale a livello mondiale e un ulteriore salto di qualità in chiave di accoglienza che il nostro aeroporto riserva a passeggeri e accompagnatori – ha sottolineato Matteo Baù, direttore commerciale non aviation di Sacbo –. Il nostro obiettivo è fare in modo che coloro i quali si recano o transitano in aerostazione possano sentirsi a casa, riservando loro il piacere del gusto che l’eccellenza gastronomica del territorio è in grado di interpretare. Per questo abbiamo scelto partner di assoluto rilievo internazionale, che trasmettono la cultura del cibo in ogni momento della giornata, facendo in modo che i passeggeri stessi ne diventino ambasciatori».

I coordinatori del progetto sono già al lavoro per lo sviluppo della rete che si è costituita.

Info: www.eastlombardy.it


Vacanze, la rivincita di settembre

turismo - vacanzieri - turisti

Più di 9 milioni di connazionali, pari al 14,9% della popolazione, effettuerà almeno un giorno di vacanza nel corso del mese di settembre 2017. Il dato è in crescita del 7,2% rispetto al 2016, quando andò in vacanza a settembre il 13,9% della popolazione. Per 7,5 milioni (12,4% degli italiani, contro il 9,2% del 2016) si tratterà della vacanza principale dell’estate (quella più lunga o più economicamente rilevante), mentre gli altri 1,5 milioni si concederanno un supplemento di relax durante i week end.

Anche se le giornate si accorciano e le temperature calano, c’è, quindi, ancora spazio per le ferie, secondo l’indagine sulle vacanze degli italiani, realizzata da Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions, condotta intervistando direttamente i consumatori e relativamente a tutti i tipi di vacanza, non solo quella in albergo.

Le previsioni per il mese di settembre portano così gli operatori a guardare con ottimismo alla chiusura della stagione estiva, «che è stata sin qui contrassegnata da un andamento medio più che positivo», commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. «La vacanza a settembre – sottolinea – offre al turista grandi vantaggi: su tutti, la possibilità di godere della bellezza dei posti senza affollamento e senza code e di usufruire di prezzi più competitivi. Il vantaggio è evidente anche per le destinazioni e le comunità locali, che sempre più spesso devono misurarsi con la ricerca di un giusto equilibrio tra tutela dell’ambiente e sviluppo economico, libertà di circolazione dei turisti e benessere dei residenti».

Secondo Bocca, «per sfruttare al meglio questo filone occorrono adeguate politiche di destagionalizzazione. Gli alberghi fanno da sempre la propria parte, adottando durante la bassa stagione politiche di prezzi flessibili, ma occorre l’impegno di tutta la filiera (negozi, servizi, trasporti, attrazioni, etc.) affinché le località restino “aperte” più a lungo, offrendo condizioni attrattive ed il sostegno delle istituzioni, per incentivare il turismo in bassa stagione e per alleviare il peso degli oneri fiscali e contributivi a carico delle imprese».

Il presidente degli albergatori cita due esempi: la politica di prezzi annunciata recentemente dagli Uffizi (20 euro da marzo ad ottobre, 12 euro da novembre a febbraio) e la settimana dello sport che la regione Piemonte ha realizzato per avvicinare i giovani e le famiglie agli sport invernali e al turismo sulla neve. «Nel mese di settembre – dice- , le imprese del turismo danno lavoro a circa un milione e 200mila lavoratori, che scendono a 830mila a novembre. Se si riuscisse a prolungare la stagione di due mesi, si produrrebbe un aumento immediato dell’occupazione, con effetti concreti per più di 300mila persone, in massima parte di giovane età: quasi il 70% ha meno di quarant’anni e il 44% meno di trenta. Ci auguriamo quindi che la prossima legge di bilancio tenga in adeguata considerazione il grande contributo che il settore turismo può dare al mercato del lavoro».

Elaborando i dati Istat sugli arrivi negli esercizi ricettivi ufficiali, Federalberghi evidenzia inoltre come l’appeal della vacanza a settembre sia in costante crescita. Negli ultimi sei anni gli arrivi sono aumentati di oltre il 21% (+30,5% per gli stranieri e +10,6% per gli italiani) e nel 2016 le strutture hanno accolto più di 12 milioni di turisti, tra cui 5,1 milioni di italiani (42,6%) e 7 milioni di stranieri (57,4%).

La Germania è di gran lunga il principale mercato, con 1,6 milioni di arrivi a settembre, seguita da Stati Uniti (625mila arrivi), Francia (460mila), Regno Unito (450mila), Svizzera (360mila).