Città Alta si risveglia più rossa, anzi più hot, o forse solo più burlona? La scritta “Sexy Shop”, a caratteri cubitali, occupa ben due vetrine. Più in piccolo si scorge la scritta “prossima apertura”, mentre al centro campeggia l’immagine di un peperoncino di Cayenna, a togliere ogni dubbio che l’ambiente sarà infuocato e piccante. Nulla di nuovo, direte voi. Di sexy shop a Bergamo ce ne sono già tanti. E’ vero. Però è anche vero che siamo in Città Alta. Di più, siamo in via Colleoni, al civico 20, nella via centrale che attraversa il Borgo storico, battuta ogni giorno da migliaia di residenti e turisti. Immaginate lo sbigottimento di chi passeggiando nella storia, volgendo lo sguardo da un monumento all’altro, all’improvviso, tra Santa Maria Maggiore e il Seminario, s’imbatte in un sexy shop? Ora, ci sarebbe materia per alimentare polemiche a gogò. In Città Alta, non scordiamolo, ha sollevato dibattiti animati anche la ventilata apertura di un Mc Donald’s in Piazza Vecchia e c’è chi, a più riprese, ha messo all’indice le aperture di negozi lontani dalla tradizione e dai bisogni dei residenti. Ecco, è proprio l’assenza totale di polemiche e l’occhio rivolto al calendario che fa nascere il sospetto: e se fosse un bel pesce d’aprile? Ad alimentare il sospetto di una burla il discusso regolamento, promulgato con ordinanza dall’amministrazione Tentorio che – non immune ai ricorsi al Tar e soprattutto alle polemiche che hanno addirittura attraversato l’Oceano mediatico finendo sul New York Times – pone il veto a kebab, sexy shop, sale gioco e bingo, lavanderie self service e a gettone, phone center e money transfer nei borghi storici di Bergamo. Oggi ne sapremo certamente di più.
La conferma che si tratta di un goliardico pesce d’aprile non tarda ad arrivare, per parola di Roberto Amaddeo, delegato del Comune di Bergamo a Città Alta, oltre che quasi dirimpettaio del locale dall’insegna bollente, con lo storico ristorante “Da Mimmo”: «Si è voluto scherzare stamattina nella via con un bel pesce d’aprile. Io stesso sono stato invitato da altri commercianti davanti all’insegna. Fortunatamente il calendario ha lasciato che il sorriso prevalesse in fretta sullo sconcerto iniziale. Mi aspettavo già chiamate per fare tornare sulla retta via il locale… Quale attività inaugurerà per davvero al posto del sexy shop per altro vietato dal regolamento del Comune a tutela dei borghi storici? Non ne ho idea, si parlava di un bar, ma non vi è ancora nulla di ufficiale». Nel frattempo per tutto il giorno i passanti abboccheranno come triglie al pesce d’aprile, oppure si faranno una sana e maliziosa risata pensando a cosa accadrebbe se davvero giocattoli sexy e pornografia approdassero nel cuore di Città Alta.