Lovere perde un’altra vetrina. Dopo la chiusura di Spinnaker dei giorni scorsi, la cittadina sebina vede chiudersi anche la boutique Schiavi, sul Lungolago. Sono state purtroppo confermate le voci che negli ultimi giorni si rincorrevano tra gli abitanti e i negozianti del paese. La crisi del commercio loverese sembra destinata ad allargarsi ancora. Presto potrebbe infatti abbassarsi la serranda di un’altra attività di primo piano su Piazza Tredici Martiri.
«Non ci siamo fatti un’opinione, vediamo i negozi che chiudono ma non abbiamo comunicazioni in merito. In paese si rincorrono voci di tutti i tipi, alcuni parlano di trasferimenti, ma sono solo voci – il presidente dell’associazione commercianti Asarco Enrico Luna non sa spiegare l’emorragia che ha colpito i negozi della Piazza e del Lungolago di Lovere -. Vediamo tanto malcontento. Certo, come in altri paesi, la crisi del Centro Storico ora si è allargata a macchia d’olio anche alla Piazza».
Al di là delle ragioni dietro alle chiusure, rimane il fatto che Lovere sta perdendo in rapida successione alcuni dei suoi negozi più importanti e che, avanti così, la Piazza sarà puntellata di vetrine spente.
«La chiusura di Spinnaker è stata una bruttissima sorpresa e ora arriva questa nuova chiusura – dice Marta Gaioni, responsabile della Libreria Mondadori di Piazza Tredici Martiri -. Oltre al dispiacere personale per i colleghi fa una grande tristezza vedere le vetrine chiuse e la piazza più buia».
«Spero di non sentire quello che ho sentito negli ultimi trent’anni e cioè che quando si chiude la colpa è del commerciante – dice Giorgio Beltrami, del Bar Centrale una delle attività più storiche tra quelle affacciate sulla Piazza -. Sarebbe ora che tutti insieme si cercasse di trovare soluzioni al problema senza darsi la colpa l’un l’altro. È innegabile che in Italia c’è una tassazione folle che non aiuta il commercio e che le attività sono in difficoltà».
Anche il vicedirettore dell’Ascom di Bergamo, Oscar Fusini, esprime preoccupazione per le sorti del commercio loverese: «Due insegne importanti che chiudono sono un segnale che genera grande preoccupazione per il commercio. La crisi dei consumi sta falcidiando i negozi, e i più colpiti sono proprio quelli di abbigliamento e calzature, in tutta la provincia. Ai problemi del Centro Storico che sono noti e gravi ora si aggiunge la difficoltà del Lungolago e del Porto. Occorre reagire e pensare a un progetto di utilizzo anche temporaneo delle vetrine cogliendo l’occasione dell’imminente avvio di Expo».
Domani sera per confrontarsi sulla situazione e le prospettive del commercio cittadino, i commercianti incontreranno il sindaco Giovanni Guizzetti e l’assessore al commercio Nicola Macario. Il dialogo tra le due parti è aperto da tempo, ora si tratta di capire quali strategie potrebbero essere messe in campo per tutelare l’offerta della Piazza e del Lungolago.