Nel primo giorno di una Milano Fashion Week in edizione virtuale, le notizie di un ritorno in fascia rossa per la Lombardia scuotono la capitale della moda. Notizie che si sono poi confermate con l’Ordinanza del Ministro della Salute del 16 gennaio che ha collocato la Lombardia in “zona rossa” per 15 giorni. Tradotto: tutto chiuso tranne i rivenditori di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccai, edicole, parrucchieri, barbieri, lavanderie, ferramenta, ottici, fiorai, librerie, cartolerie, informatica, negozi di abbigliamento per bambini e di giocattoli, profumerie, pompe funebri e distributori automatici.
Tra le tante categorie messe in ginocchio dalle restrizioni per il Covid anche il comparto moda e abbigliamento non è da meno. A opporsi all’Ordinanza che colora di rosso la Lombardia è Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio: “Una scelta che rischia di affondare l’intera filiera, in un momento cruciale per il settore. I saldi sono partiti con il freno tirato per le forti apprensioni degli operatori alle prese con uno slalom di paletti e aperture a geometria variabile e la dilagante confusione generata dai decreti anche nei consumatori. Il 91% delle imprese intervistate evidenzia un preoccupante decremento delle vendite, con sei imprese su dieci che dichiarano un calo tra il 50 e il 90%. Dopo aver perso quella marginalità di sussistenza nel pieno della stagione per cause dovute certamente al minor reddito disponibile dei consumatori; all’eccessivo utilizzo dello smart working nel pubblico e nel privato; alla totale assenza dello shopping tourism; al venir meno delle occasioni d’incontro di lavoro e nel privato (pranzi, cene, feste, cerimonie, cinema, teatri, musei, “Prima della Scala”, piscine, palestre, ecc…), perdiamo ora anche la liquidità dei saldi che permette ai negozi di effettuare gli ordini alla produzione per le collezioni autunno/inverno 2021/2022, con ovvie ripercussioni sulla manifattura e sul made in Italy”.
“Per evitare l’apocalisse del retail della moda – conclude Borghi – servono misure shock per sostenere in modo concreto la continuità dei negozi attraverso un contributo sull’effettiva perdita di fatturato e per la rottamazione dei magazzini con un credito di imposta pari al 60% del valore di acquisto delle merci invendute”.
L’indagine sull’andamento delle vendite
Premessa l’assoluta incomparabilità tra l’andamento delle vendite nei primi dieci giorni del 2021 con lo stesso periodo del 2020 a causa della complessità e dell’eterogeneità delle variabili generate dall’emergenza da Covid-19, il monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio evidenzia un un decremento delle vendite per il 91% delle imprese che hanno risposto in maniera importante ai questionari diffusi dalle Associazioni del settore moda delle Confcommercio provinciali.
Il 56,7% delle imprese ha dichiarato un calo tra il 50 e il 90%. L’80,8% delle imprese ha proposto sconti tra il 20 e il 40% (la maggior parte, pari al 52% delle aziende ha scelto una percentuale di sconto del 30%). Un’impresa su dieci sta praticando sconti medi del 50%.
Il 95% delle transazioni è avvenuto cashless con la preferenza di Pagobancomat e Carte di debito (63,4%) seguita dalle Carte di credito (32,3%). Residuale il pagamento in contanti (4,3%).
Tra i prodotti più venduti: maglieria (46,8%); pantaloni (24,7%); scarpe donna (21,5%); giubbotti, cappotti e piumini (21,2%); abiti donna (18,6%); accessori (14,5%). In sofferenza le vendite di abiti da uomo e di valige.
Lombardia zona rossa dal 17 gennaio: il vademecum
NEGOZI APERTI
Supermercati e alimentari
Rimangono aperti ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimenti vari, compresi i negozi che vendono surgelati.
Profumerie e articoli igienico-sanitari
Rimangono aperte le profumerie, le erboristerie e i negozi di cosmetica. Ma anche gli esercizi che vendono articoli igienico-sanitari.
Negozi di giocattoli e per bambini
Sono aperti i negozi di giocattoli, così come quelli di vestiti e calzature per bambini e neonati.
Articoli sportivi
Sono aperti i negozi di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero.
Biancheria personale
Rimangono aperti anche gli esercizi commerciali che vendono biancheria personale
Computer, elettronica ed elettrodomestici
Tra le attività aperte ci sono i negozi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici.
Ferramenta
Rimangono aperti i negozi di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione (incluse ceramiche e piastrelle).
Agricoltura, giardinaggio e fioristi
Tra le attività che non chiudono, ci sono gli esercizi commerciali che si occupano di vendita di macchine, attrezzature e prodotti per l’agricoltura e per il giardinaggio. Ma anche i fioristi e i negozi che vendono piante, bulbi, semi e fertilizzanti
Farmacie articoli medicali
Restano aperte le farmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica. Sono aperti anche i negozi di articoli medicali e ortopedici.
Tabaccai
Sono aperti anche i tabaccai e gli esercizi specializzati nella vendita di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione.
Librerie ed edicole
Restano aperte le librerie e le edicole.
Ottici e negozi di fotografia
Tra le attività che restano aperte ci sono gli ottici e i negozi di fotografia.
Cartolerie
Sono aperte anche le cartolerie e i negozi che vendono articoli da ufficio.
Negozi per animali
Restano aperti i negozi che vendono animali domestici e alimenti per animali domestici.
Parrucchieri e barbieri
Sono aperti i parrucchieri e i barbieri, mentre rimangono chiusi i centri estetici.
Lavanderie
Restano aperte le lavanderia
Distributori di benzina
Restano aperti i distributori di benzina
NEGOZI CHIUSI
Negozi di calzature, abbigliamento e gioielli
Serrande abbassate, invece, per i negozi di calzature, abbigliamento e gioielli.
Bar e ristoranti
Tutto il reparto ristorazione, dai bar ai ristoranti, deve rimanere chiuso, ma può continuare ad effettuare servizio d’asporto fino alle 18 (i bar) e fino alle 22 (ristoranti e pizzerie). È sempre consentita, invece, la consegna a domicilio