L’albero dei tutti, fragile colosso a tutela della legalitàLa più grande scultura al mondo contro la lotta alle mafie a Bergamo fino al 18 novembre

L’albero dei tutti, fragile colosso a tutela della legalità

La più grande scultura al mondo contro la lotta alle mafie a Bergamo fino al 18 novembre

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Sospeso tra passato e presente,  oltre le stagioni e le sue leggi, in un equilibrio fragile, l’Albero dei tutti porta sui suoi rami il peso di 165 vittime di mafia, di donne, uomini e bambini. Sculture che spuntano come gemme testarde, in una resurrezione laica per tutte le vittime delle mafia. È così che un abete dei boschi dell’Alto Adige, da Pilat in Val Gardena, parla attraverso il linguaggio universale dell’arte e il saper fare ladino, nel solco della tradizione di intaglio e lavorazione del legno. L’Albero dei Tutti di Gregor Prugger,  la più grande scultura al mondo sulla memoria della lotta alle mafie al mondo, trova nel centro della nostra città, all’angolo con il Teatro Donizetti, una nuova piazza per il suo viaggio verso la presa di coscienza dell’importanza dell’impegno civile contro ogni forma di illegalità “Ho scelto quest’albero per la sua forma ampia e i suoi rami aperti, come un gigantesco corallo della memoria- spiega l’artista Gregor Prugger-. Esposto alle intemperie, dalle piogge all’impeto della bora a Trieste, è stato poi dipinto di bianco, lasciando intravedere tutte le naturali venature di tronco e rami. Ma il giorno in cui è stato arrestato il boss Matteo Messina Denaro, ho colorato le sculture di verde, come gemme a primavera”.  Dopo Bolzano e altre città d’Italia come Firenze, Roma, Trieste, solo per citarne alcune, l’albero fragile colosso (13 metri di lunghezza, 6 metri in altezza e altrettanti in larghezza), rimette idealmente le radici, come ogni volta che viene esposto, in Largo Gianandrea Gavazzeni.  Il progetto,  realizzato con il sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano e di Confcommercio Imprese per l’Italia, ha preso il via nel trentennale delle stragi mafiose dalla Fondazione Falcone, in accordo con l’amministrazione altoatesina.  La monumentale opera dell’artista ladino Gregor Prugger, immaginata e curata da Alessandro de Lisi , direttore del Museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino– che al vertice vede la sorella del magistrato Maria Falcone e Vincenzo Di Fresco, presidente del museo.  L’Albero non è solo un tributo alle vittime delle mafie, ma una proiezione verso il futuro, la reazione e l’attivismo del pensiero collettivo, attraverso il linguaggio potente e universale dell’arte. In occasione dei quarant’anni dall’inizio del Maxiprocesso, l’impegno di Confcommercio, ormai partner storico della Fondazione Falcone, sta nella valorizzazione e diffusione della cultura della legalità, soprattutto tra le giovani generazioni, per radicare il valore del ricordo collettivo. Ogni statua racconta una vita, tra queste: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino , il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pio La Torre,  Emanuela Loi, il piccolo Claudio Domino, Francesca Morvillo e Libero Grassi, il commerciante ammazzato perché non pagò mai il pizzo. Un sigillo delicato contro l’oblio.  “Come associazione siamo da tempo  impegnati nel promuovere la cultura della legalità e nel contrastare ogni forma di infiltrazione mafiosa- sottolinea Luciano Patelli, vicepresidente vicario Confcommercio Bergamo- . Il nostro territorio economicamente solido e dinamico, rappresenta purtroppo anche un potenziale polo di attrazione per la criminalità organizzata. Proprio per questo, come corpo intermedio, sentiamo il dovere di contribuire al mantenimento della legalità, condizione imprescindibile per lo sviluppo sano e duraturo dell’impresa. L’Albero dei tutti è un’opera d’arte che abbiamo scelto di promuovere con Confcommercio e Fondazione Falcone per invitare tutta la cittadinanza a riflettere e ad agire contro ogni forma di illegalità. Un’opera di grande valore simbolico e civile che guarda all’impegno quotidiano per un futuro migliore”.  Patrizia di Dio, vicepresidente Confcommercio Imprese per l’Italia con delega alle Politiche della Legalità e della Sicurezza ha puntato i riflettori sull’importanza dell’impegno civile contro ogni forma di ingiustizia: “Questa opera itinerante, in collaborazione con la Fondazione Falcone, porta come solo l’arte sa fare i suoi messaggi. Dà  evidenza al protagonismo di tutti gli imprenditori che silenziosamente ogni giorno fanno il loro lavoro. Un antidoto essenziale contro le mafie e la criminalità. Eroi silenziosi che meritano visibilità. Dedichiamo questa opera  a chi coraggiosamente si oppone a ogni ricatto. Ogni giorno questo esercizio di legalità mette radici e rivive per una società più giusta, libera e prospera. E con grande trasporto dedichiamo il progetto ai nostri eroi che hanno perso la vita, difendendone i valori fondanti”. Luca Rotondi, prefetto di Bergamo ha invitato ad una presa di coscienza e a tenere alta l’attenzione per tutelare il territorio dal rischio infiltrazioni: “Queste manifestazioni sono da valorizzare con tutta la rilevanza che meritano. La tutela della legalità e il rispetto sono insostituibili presupposti del vivere civile e del fare impresa. L’attenzione deve essere sempre  alta: non bisogna abbassare la guardia, il rischio  di infiltrazioni è sempre in agguato. La sensazione di sicurezza deve essere sempre più percepita”. Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, dopo aver ricordato l’impegno del Comune sul fronte della prevenzione dell’illegalità in tutte le sue manifestazioni-  all’inaugurazione erano presenti anche il vicesindaco Sergio Gandi e l’assessore Marzia Marchesi, con delega all’educazione alla Legalità- ha sottolineato l’importanza dell’arte sia nel ricordo, sia nella responsabilità presente e futura.  “È molto importante che questa opera stia qui e non solo come segno di testimonianza nella lotta per la legalità contro tutte le mafie. E’ un’opera che ci inchioda, che ci tiene qui, per non rimuovere. Per non dimenticare tutte le vittime di mafia, tra cui 122 bambini. Bisogna continuare a valorizzare chi fa cultura e insegna la legalità. Perché L’albero dei tutti sia di tutti,  anche  in termini di responsabilità. L’arte  e opere come questa fanno rinascere la memoria, inchiodano alle responsabilità collettive”. Massimiliano Serra,  consigliere della Provincia di Bergamo, delegato al Terzo settore: Il senso di comunità genera consapevolezza. Ogni nome va ricordato, ogni storia evocata è un richiamo alla responsabilità collettiva in questa tappa di pellegrinaggio laico, attraverso questa opera importante che con orgoglio abbiamo in una delle piazze della nostra città”. Monsignor Giulio Dellavite, delegato per le relazioni istituzionali della Diocesi di Bergamo ha posto l’accento sul messaggio più profondo che questo albero porta con sé: Tutti si aspettano frutti e pretendono frutti, ma sono pochi che vogliono fare i contadini, mentre molti vogliono fare la pianta. Ma per fare la pianta ci vuole il tronco della coscienza e l’apertura dei rami dell’apertura mentale. Ci sarà sempre chi spezza i tronchi,  ma nessuno spezzerà mai la primavera”.  Una nuova primavera pronta a sbocciare in città anche in una fredda giornata autunnale:  “Trasformiamo il paesaggio con un punto esclamativo inatteso-  sottolinea Alessandro de Lisi,  curatore del progetto- Fondazione Falcone e direttore del Museo del presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino- .   Bergamo, capitale europea del lavoro, promuove anche così, attraverso la bellezza e la solidarietà,  l’economia della fiducia contro quella della prepotenza mafiosa. La città  nel 1992 inviò mille alpini in Sicilia dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio per ricostruire la fiducia nello Stato. E ora accoglie quest’opera fragile e delicata. Oltre trecento statue in legno di abete, che rappresentano vittime di mafia: non monumenti eroici, ma esempi da toccare, intimi come “Crocifissi laici”. Ogni statua è una gemma che racconta una vita”. Il progetto nazionale coinvolge, tra le altre associazioni territoriali, Confcommercio Bergamo. All’installazione dell’opera partecipano tra le istituzioni Comune di Bergamo, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo dei Vigili del Fuoco, Comando delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano, Associazione Nazionale Alpini e tutte le diverse realtà della Polizia Municipale. All’inaugurazione, il 29 ottobre, hanno partecipato  le forze dell’ordine, il questore Andrea Valentino e i vertici del Comando dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco. La sezione Alpini, rappresentata da Giorgio Sonzogni,  presidente Ana Bergamo, è stata impegnata per ore nell’installazione dell’opera: “Con orgoglio abbiamo contribuito a collaborare a questo progetto, qui come a Palermo con gli Alpini questa estate a 42 gradi. Con i valori del fare e l’entusiasmo che accomunano tutti noi”.  Tra i partner de L’Albero dei tutti, Andrea Pernice  Ceo di Pernice, che segue il progetto con la divisione Cultura, ha aggiunto: “Comunicare la cultura  significa intercettare dei codici e decodificarli perché possano tradursi in un linguaggio comprensibile da tutti,  nel rispetto delle diversità di interpretazione”.