nella foto: Il Consiglio Fit di Bergamo
Lo scorso 25 febbraio si è concluso il rinnovo delle cariche sociali del Sindacato Provinciale Tabaccai, Fit di Bergamo.
Dopo le riunioni zonali, svoltesi nei mesi scorsi, che hanno portato all’elezione di 42 delegati di zona, si è proceduto all’elezione del Consiglio Direttivo e quindi del presidente provinciale e dei vicepresidenti. Nel corso della riunione, alla presenza del presidente nazionale, Giovanni Risso, del componente il comitato esecutivo Giovanni Catelli e del delegato territoriale di Brescia Alessandro Rossini, i consiglieri, all’unanimità e per acclamazione, hanno rieletto quale presidente provinciale, Luca Mangili. Eletti alla carica di vicepresidenti Isidoro Mariani, Roberto Masnada e
Giovanni Cremaschi.
Il Consiglio Direttivo è altresì composto da: Marco Falconi, Gianbattista Gamba, Nunzio Carrara, Angela Ventura, Giuseppe Chiapparini, Pasquale Tanga, Roberto Togni, Giuseppe Finazzi e Umberto Crespolini. In questi giorni, la categoria è in fermento, con scioperi indetti per chiedere l’aumento dell’aggio. Il presidente Risso sottolinea che “la categoria continuerà ad astenersi dalla vendita del tabacco anche lunedì 17 e lunedì 24 e fino a quando sarà necessario. Fino a quando, cioè, il ministro dell’Economia e delle Finanze non ci riceverà per ascoltare le nostre motivazioni e cominciare a ragionare sulle possibili soluzioni. Indifferibili – sottolinea Risso – se si vuole consentire alla rete di vendita dello Stato di poter continuare ad operare con dignità e professionalità”.
“I tabaccai ricchi? Ma ci facciano il piacere!” rimarca Risso, precisando che “l’aggio dei tabaccai italiani è il più basso d’Europa, appena la metà di quello dei colleghi francesi, che già sono penultimi nella classifica. E lo dico dati alla mano, non certo per sensazionalismo mediatico”.
“La battaglia sull’aggio dei tabacchi, la nostra battaglia, non è il capriccio di un momento – continua il presidente -ma è iniziata da tempo, da quando la redditività delle nostre rivendite è calata a picco. Per questo parlare ora di percentuali non ha senso. Il discorso da fare è ben più ampio”. “Siamo la rete più estesa ed efficiente in Italia. Le tabaccherie sono l’ultimo presidio rimasto tra i negozi di prossimità e la cittadinanza si rivolge con fiducia a noi tabaccai. Tutto, sia detto chiaramente, a vantaggio in primis dello Stato, per il quale siamo i primi collettori d’imposte. Perché dunque – incalza ancora Risso – il nostro lavoro non deve essere adeguatamente retribuito? Perché, a quelli che già gravano sulla nostra amministrazione, dobbiamo aggiungere anche il costo di una tale capillarità? Lo Stato ricava gran vantaggio dalla diffusione sul territorio della tabaccherie. Bene, è giunta l’ora che il Governo ne tenga conto, anche perché sui costi in continuo aumento nessuno sconto ci è riconosciuto. Abbiamo iniziato a trattare alcuni mesi fa ma nulla è successo. Vogliamo delle risposte” – conclude Risso.