nella foto: Gianfranco Bonacina
La priorità assoluta per Gianfranco Bonacina, presidente della Cassa Rurale di Treviglio, 50 filiali e 22mila soci, è favorire lo sviluppo e il benessere del territorio. In questo periodo, significa agevolare l'occupazione e gli insediamenti produttivi. A questo puntano i nuovi strumenti di credito alle imprese che la banca ha deciso di mettere in campo.
Presidente, qual è la sua strategia per rilanciare il territorio della Bassa?
“La Cassa Rurale sta pensando di agevolare gli imprenditori che investiranno nell’area con l’apertura della Brebemi: abbassando i tassi, che sono già agevolati, per chi insedierà un'attività e alla condizione che assumi almeno una persona. Se a essere assunti saranno due o più lavoratori, il tasso potrà scendere ancora. Un intervento che si affianca alla tradizionale attività di credito alle imprese. Attualmente, per l'anno in corso, è disponibile un plafond di 60 milioni di euro, inferiore solo di 10 milioni rispetto al 2013. Vogliamo dare un segnale di apertura, dimostrare che ciò che si dice sulle banche non è sempre vero”.
Quali sono le condizioni per ottenere le nuove agevolazioni?
“Essere nostri soci, non necessariamente di Treviglio, ma rientrare nella nostra area di competenza che abbraccia più province. Gli interlocutori sono le piccole-medie imprese e gli artigiani. L'importo massimo concesso sarà di 500mila euro per ciascuna attività. Alle spalle deve già esserci una buona liquidità. Il nostro intento è spingere a investire, ad andare oltre, avere più coraggio”.
Investimenti e finanziamenti portano con sé anche il rischio di infiltrazioni malavitose.
“Lo sappiamo bene, per questo ci sarà un controllo severo sulle persone. La loro fedina penale sarà passata al setaccio, a partire dal bisnonno in giù. In questo, saremo inflessibili”.
A proposito di criminalità, qual è la sua opinione sul taglio imminente del Commissariato di Treviglio, deciso dal Ministero degli Interni?
“Non sono assolutamente d'accordo. Come dimostrano recenti operazioni, gli agenti sono necessari. Mi stupisce questa decisione, tanto più che era stato chiesto un potenziamento del commissariato. Una zona come la nostra, attraversata da Brebemi, alta velocità, passante ferroviario, vicina a Milano, dove ci sono i grandi traffici, è cruciale e appetibile per la criminalità organizzata. Abbiamo bisogno di un presidio forte, la gente deve sentirsi sicura, deve essere messa in condizione di poter denunciare. Ma se il posto di polizia viene smantellato, tutti, cittadini e imprenditori, subiranno un danno e saremo esposti a più pericoli”.
La Cassa Rurale ha dovuto affrontare il primo rosso in bilancio da 120 anni. I dati, al 30 novembre scorso, hanno previsto una perdita di 12,8 milioni. Soci e clienti sono preoccupati?
“No, e neppure io. L'andamento negativo è stato causato principalmente da due motivi: il salvataggio della Bcc di Offanengo avviato nel 2011 e l'imposizione di aumentare l'accantonamento per il fondo rischi sui mutui. In base al crollo del mercato immobiliare, ciò che una volta valeva 100, oggi vale 80. Tutte le banche hanno sofferto la crisi, questo vale per i grandi gruppi con perdite che ammontano a miliardi di euro. Come per i piccoli. Cosa dovevamo fare: lasciare al loro destino aziende in crisi e persone in difficoltà? Le abbiamo sostenute. In ogni caso, chiuderemo il primo trimestre di quest’anno in attivo e anche l'anno”.
Per le famiglie quali altre iniziative sono in programma?
“La Cassa Rurale mette a disposizione delle giovani coppie 24 nuovi appartamenti, dalle varie metrature, in un condominio nella nuova zona residenziale del Bollone, un'area verde tra via San Zeno e via Brignano: dopo dieci anni gli appartamenti potranno essere riscattati a un prezzo contenuto”.
Lei guarda al futuro con ottimismo?
“La crisi è stata lunga, ma ci stiamo riprendendo. Anche se non è facile, soprattutto per chi ha perso il lavoro, suggerisco di non fermarsi, né scoraggiarsi, ma avere la forza di rimboccarsi le maniche e ripartire”.