La forte accelerazione sui temi dell’innovazione impone un approccio sempre più costante e strutturato. È stato sottolineato alla cerimonia di premiazione del Concorso per l’Innovazione tecnologica della Camera di Commercio, in programma lo scorso venerdì 18 ottobre nella sala Mosaico dell’ex Borsa Merci nell’ambito di BergamoScienza. L’edizione 2013 ha visto prevalere i brevetti di Absolute Up di Villa di Serio, Capoferri Serramenti di Adrara San Martino ed Elframo di Bergamo, su 17 partecipanti, portando a 66 i riconoscimenti assegnati nei primi 15 anni dell’iniziativa, su un totale di 290 candidature. A ciascuna azienda è andato un premio di 15mila euro. «È un concorso che premia la creatività – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -, ma anche l’attenzione dell’impresa agli strumenti che il sistema nazionale ed internazionale mette a disposizione per proteggere la proprietà industriale. La Camera di Commercio mira così a promuovere la cultura dell’innovazione tecnologica, ma anche la sua valorizzazione e protezione tramite la brevettazione».
Occorre però la consapevolezza di doversi confrontare con un panorama sempre più competitivo. «Se fino a dieci anni fa si sviluppava un nuovo prodotto in un anno e lo si poteva sfruttare per una decina di anni – ha fatto notare Gianluigi Viscardi, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega all’innovazione tecnologica e alle start up –, oggi lo sviluppo deve concludersi in pochi mesi ed il ciclo di vita è di pochi anni». Velocità, flessibilità e miniaturizzazione sono le nuove parole d’ordine, ma anche condivisione, «creare cioè un circolo virtuoso tra Università, centri tecnologici, fornitori e persino concorrenti – ha spiegato Viscardi, ricordando l’attività di Bergamo Sviluppo in questa direzione -. Fare rete impone autocritica, ma significa anche competere avvalendosi di un know how diffuso, far emergere l’eccellenza presente in tante pmi e creare davvero cultura dell’innovazione».
Bergamo può anche contare su supporti specialistici sul versante della brevettazione, grazie alla collaborazione tra Camera di Commercio e Università concretizzata nel progetto di valorizzazione della proprietà industriale. «Non si tratta solo dell’assistenza per chi intende tutelare la propria idea – ha ricordato Caterina Rizzi, professoressa della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo -, ma di strumenti che permettono di utilizzare i brevetti come fonte di informazione e conoscenza, sempre più strategiche per risolvere problemi e prendere decisioni. Sono metodi e strategie poco conosciute che attraverso l’analisi delle banche dati consentono di verificare la fattibilità di un’idea, colmare lacune di conoscenza, monitorare il proprio settore tecnologico e la concorrenza, capire quale potrà essere l’evoluzione e in quali spazi ci si può inserire».
L’assegnazione del Premio da parte della giuria – composta da rappresentati di industria, artigianato, Università e Camera di Commercio – ha tenuto conto della collaborazione con Università, Associazioni e centri tecnologici, del contenuto scientifico, del ricorso a tecnologie esterne, del numero di funzioni migliorate, della ricaduta su altri settori, della riduzione dei costi di produzione, del rischio d’impresa, del risparmio energetico e dell’impatto ambientale.