In Val Seriana il mondiale di enduro. Gli ambientalisti: «Occasione mancata per una regolamentazione»

In Val Seriana il mondiale di enduro. Gli ambientalisti: «Occasione mancata per una regolamentazione»

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L’Alta Valle Seriana diventa il centro del mondo dell’Enduro. Con partenza da Rovetta, si apre la 42ª “Valli bergamasche”, quinta tappa dei campionati mondiali di enduro. Da domani fino a domenica centinaia di moto percorreranno i sentieri, pascoli, mulattiere di Bossico, Rovetta, Cerete e dei comuni vicini, richiamando migliaia di appassionati.

La competizione ha però anche riacceso le polemiche sui danni provocati alla montagna tanto che su facebook è nata una pagina intitolata “Attacco ambientale alla Val Borlezza”.

Legambiente Alto Sebino punta il dito contro la manifestazione e, in generale, contro la situazione di anarchia che consente ai motociclisti di mettere a rischio l’equilibrio naturale di sentieri, prati e boschi con le loro scorribande senza alcuna regolamentazione. Quindi rilancia una proposta fatta già negli anni passati che mira ad accontentare tutti: residenti, ambientalisti e appassionati di enduro.

«Questa problematica si trascina ormai da troppi anni – dice Massimo Rota, presidente di Legambiente Alto Sebino -. Occorre trovare una soluzione. L’unica opzione percorribile, e rappresenta il male minore, è la realizzazione di un percorso unico per gli enduristi delle tre valli, in modo da regolamentarne l’attività e ridurre al minimo l’impatto ambientale» .

Già nel 2010 le Amministrazioni di Lovere, Bossico, Costa Volpino, Rogno, Cerete, Songavazzo, la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi e della Valle Seriana si erano riunite con il Moto Club Bergamo e le associazioni ambientaliste (WWF Bergamo, Legambiente Alto Sebino, Italia Nostra sezione Valle Camonica, Cai Lovere e gli Amici del Museo Civico Scienze naturali Lovere), per valutare gli aspetti organizzativi e le ricadute ambientali dell’evento.

Tutte le parti avevano concordato che la competizione rappresentava il momento fondamentale per riprendere e portare a conclusione il progetto per la realizzazione di un percorso chiuso e controllato per le moto da enduro. «A distanza di cinque anni, nulla è stato fatto di quanto concordato – lamenta Rota -. Assistiamo rammaricati al consueto balletto delle responsabilità. Ancora una volta, le istituzioni sono venute meno agli impegni che avevano preso verso i cittadini, tradendone le aspettative e la fiducia. Occorre trovare una soluzione a questa problematica che si trascina ormai da troppi anni».

La posizione del Cai è più drastica: «L’attività motoristica deve essere vietata e chi infrangerà la legge dovrà essere severamente punito» dice il presidente Piermario Marcolin. Secondo i rilievi effettuati nel 2014 dal Club alpino il traffico motoristico presenta dimensioni preoccupanti, in particolare nelle zone di Selvino, Poieto e del Rifugio Magnolini. La colpa, denuncia Marcolin, è della legge regionale che non consente ai mezzi motorizzati di transitare sui sentieri di montagna ma permette alle Amministrazione e agli enti preposti di individuare alcune aree da dedicare ai motociclisti.

Anche Sel di Bergamo attacca: «L’evento è incompatibile con la nostra idea di montagna. Il percorso attraversa aree di elevato interesse naturalistico e rischia di danneggiare i cicli della vita di varie specie animali». Il partito accusa la mancanza di volontà da parte degli organizzatori e delle Amministrazioni locali di collaborare con le associazioni ambientaliste  per tentare di condividere la progettazione del tracciato e le opere per ridurre al minimo l’impatto ambientale della manifestazione e denuncia la mancata trasparenza nel fornire informazioni per l’attività di controllo e vigilanza.«Chiediamo alla Regione, alla Provincia e ai Comuni – si legge in un comunicato trasmesso nei giorni scorsi – un ripensamento sulla praticabilità di queste manifestazioni, la messa in campo di azioni di controllo e vigilanza al traffico di mezzi motorizzati lungo sentieri, mulattiere e agro silvo pastorali e la destinazione di risorse per l’esecuzione di interventi di difesa e manutenzione diffusa del territorio e l’attuazione del Piano Territoriale Regionale d’Area approvato il 10 marzo 2015 perché non rimanga una mera enunciazione di buoni principi».

Da parte loro gli organizzatori, il Motoclub Bergamo, e le Amministrazioni preferiscono non scendere in polemica e sottolineare l’aspetto sportivo e di divertimento e la ricaduta turistica dell’evento e la ricaduta turistica della gara.

Nel frattempo il Corpo Forestale sta effettuando ricognizioni e verifiche a seguito di segnalazioni per violazioni e infrazioni di carattere forestale e ambientale.