445 aperture e 363 chiusure. Crescono le ditte individuali in “rosa” e under 40. E in città 1 impresa nuova su 5 è del terziario
Il terziario si rimette in marcia. La conferma arriva dai dati del primo trimestre 2021 della Camera di Commercio che evidenziano un saldo positivo tra attività nate e cessate. Dopo le difficoltà del 2020, i primi tre mesi del 2021 segnalano infatti 445 aperture contro 363 chiusure, con un saldo di +82 attività. Le nuove aperture sono specchio della crisi generata dalla pandemia che ha accelerato il turnover soprattutto nel commercio. Bar e ristoranti, invece, da sempre le attività maggiormente oggetto di compravendita ma anche di grande dinamismo, sono ferme e con un saldo negativo. Alla luce della reale ripartenza di maggio, il secondo e terzo trimestre saranno con molta probabilità all’insegna della crescita anche delle attività di somministrazione.
Crescono le ditte individuali che costituiscono il 74,5% delle nuove aperture con un saldo di +50 e le Srl con +40 imprese. In calo di 8, invece, il saldo di Snc e Sas. Riguardo alle ditte individuali il saldo è fortemente positivo nei giovani fino a 40 anni (+125), ovviamente aiutati dal ciclo generazionale favorevole, e nelle donne (+61), mentre gli uomini presentano un dato negativo (-11).
Cresce il terziario in città (+14) che rappresenta quasi un’impresa su cinque (19,3%) delle nuove attività. Bene anche l’hinterland che con +22,9% di nuove attività registra la maggiore espansione. In aumento anche la Valle Seriana (+19), l’Isola bergamasca (+15) e la Val Calepio (+10). La Bassa bergamasca, invece, dopo la buona performance dello scorso anno registra un tiepido aumento (+7). Stabile la Val Cavallina, mentre in difficoltà sempre più evidente sono la Valle Brembana e la Valle Imagna (–7).
Riguardo alle tipologie di attività cresce soprattutto il commercio non alimentare spinto dal commercio web (che da solo fa +19 sugli 84 tra nati e cessati). In crescita anche i servizi alle imprese e agenti e procacciatori (+15). Torna a crescere il commercio alimentare (+8), mentre pagano l’anno terribile di pandemia sia il settore della somministrazione e ricettività (–16), sia gli ambulanti (–9) che registrano un calo sistematico da anni.
“Dopo i cali registrati nel 2020, i dati sul saldo delle imprese sono finalmente positivi e segnalano una forte vitalità del terziario orobico – commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo -. Il fatto che le spinta venga dai giovani e dalle donne è un trend doppiamente confortante. Non dobbiamo però trascurare due aspetti sui quali siamo preoccupati: l’eccessiva euforia da ripartenza, non supportata da una reale ripresa dei consumi e combinata con la ricerca affannosa di uno sbocco occupazionale, può favorire la nascita di nuove imprese molto fragili da un punto di vista delle competenze imprenditoriali. Altro tema delicato è la solidità economica e finanziaria: ci sono ancora infatti nuovi imprenditori che avviano l’attività senza un accurato piano economico e finanziario e una scelta di affiancamento e accompagnamento”.