Il sindacato? Rischia una “frantumazione dei meccanismi di rappresentanza”

Il sindacato? Rischia una “frantumazione dei meccanismi di rappresentanza”

image_pdfimage_print

“Una CISL Bergamasca che vuole guardare al futuro adeguando il proprio modello organizzativo, le politiche sindacali contrattuali maggiormente capaci di cogliere le nuove istanze e bisogni di una realtà del lavoro profondamente cambiata. È l’obiettivo che la segreteria insieme a tutto il gruppo dirigente ha voluto perseguire per mettere in luce punti di forza e di debolezza dell’organizzazione,  per aprire percorsi innovativi  e progetti organizzativi da costruire per mettere l’organizzazione in grado di sviluppare al meglio il proprio ruolo di rappresentanza”.

Nando Pagnoncelli
Nando Pagnoncelli

Un migliaio di persone intervistate o incontrate per disegnare il profilo recepito della Cisl di Bergamo e della sua rappresentanza nella provincia. Questo è stato la ricerca che la segreteria di Piccinini ha affidato alla IPSOS di Pagnoncelli che, nell’arco di un anno ha portato a compimento l’incarico. Il progetto ha diviso i suoi interventi tra interviste a Opinion Leader, individuati tra i rappresentanti delle maggiori organizzazioni della società; delegati, lavoratori, immigrati, iscritti e cittadini in genere, tutti intervistati sulla reputazione del sindacato in generale e della Cisl in particolare, con un approfondimento sui temi della rappresentanza.

Ne esce l’immagine di un sindacato alle prese con la propria crescita: in un panorama devastato dalla crisi e radicalmente modificato dalla crescita tecnologica, in relazioni difficili con generazioni che si fatica e rappresentare. Tutto il sindacato, dice la ricerca, quando intervista gli Opinion Leader del territorio, rischia una “frantumazione dei meccanismi di rappresentanza che danneggia l’intera società. Sul piano dei valori, nella stretta economica, la solidarietà è entrata in crisi e se un tempo l’iscrizione al sindacato era motivo di orgoglio, oggi è semplicemente utilitarismo. In particolare i giovani, complice la crisi e i timori per il futuro, si battono solo quando possono ottenere un vantaggio personale, ma le responsabilità sono anche del sindacato che poco ha fatto per superare lo squilibrio tra lavoratori garantiti e precari – che in molti casi corrisponde al divario vecchi e giovani – troppo spesso arroccandosi in difesa di categorie privilegiate”. Ma se la Cisl vive le stesse contraddizioni e difficoltà del sindacato in generale, ha tuttavia almeno due carte a suo favore, dicono sempre gli Opinion Leader: “la maggiore adesione al «modello» bergamasco:  per quanto con qualche usura, la Cisl aderisce meglio alle caratteristiche costitutive della città. E’ un tratto da consolidare e rafforzare proprio in uno spirito di servizio. Pur non rinunciando a dare il suo contributo sui grandi temi, Cisl è un sindacato non ideologico, molto declinato sulla concretezza e quotidianità, capace di adattarsi ai cambiamenti. Un sindacato a bassa intensità ideologica e ad alta intensità operativa”.

“Emerge dalla ricerca una forte identità e consapevolezza del radicamento della Cisl di Bergamo nel contesto territoriale, un modello non ideologico ma declinato sul merito, sulla concretezza e sull’operatività nella quotidianità – sottolinea Ferdinando Piccinini, segretario generale del sindacato di via Carnovali -. Centrali sono in questo modello i delegati sindacali, gli attivisti, agenti sociali che si riconoscono nell’organizzazione e  svolgono un ruolo essenziale di costruzione di legami sociali attraverso azioni di servizio, tutela e rappresentanza”. Questa grande rete sociale che è la CISL Bergamasca “deve fare i conti con un processo di nuove soggettività e di individualizzazione che da tempo hanno coinvolto le diverse realtà del lavoro.  In questi anni hanno avuto sempre più rilevanza, nella risposta a bisogni sempre più personalizzati, i servizi sindacali che hanno saputo assumere un ruolo importante, come emerge in modo forte dalla ricerca.  Lo snodo  centrale da affrontare è collegare la risposta a bisogni sempre più soggettivi con la rappresentanza sindacale e contrattuale in grado di rafforzare e allargare la propria azione di tutela”.

L’evoluzione del sistema servizi sindacali va oggi verso nuovi  bisogni, soprattutto evidenziati dalla realtà giovanile sui servizi al lavoro, sull’orientamento, sull’incontro domanda/offerta, sull’alternanza scuola-lavoro. Un collegamento tra servizi e politiche contrattuali soprattutto sul versante che appare dalla ricerca più problematico cioè quello di ritornare ad essere in modo nuovo un punto di riferimento sul versante della professionalità, dei percorsi di carriera, della qualificazione, del governo delle flessibilità. “Oggi, e sempre di più in futuro – conclude Piccinini -, sviluppare nuove tutele significa costruire presidi sindacali sugli snodi più rilevanti che lavoratrici e lavoratori avranno nella loro vita lavorativa e sociale; molti di questi non hanno più il posto di lavoro tradizionale o la realtà di impresa come riferimento ma il territorio”.

“È questa una delle sfide più rilevanti che emergono dalla ricerca che devono essere giocate nella strutturazione di nuovi servizi e politiche contrattuali – dice Giacomo Meloni, che per la segreteria ha seguito le fasi della ricerca -. Il modello della CISL bergamasca potrebbe davvero avere un ruolo importante di sperimentazione in questa direzione. Occorre inoltre assumere il problema di rafforzare e valorizzare maggiormente l’adesione sindacale, che appare oggi più debole rispetto al passato, attraverso campagne informative più mirate utilizzando maggiormente i nuovi strumenti comunicativi e costruendo spazi di incontro e confronto aperti in grado di coinvolgere maggiormente i giovani lavoratori”