Che la situazione bergamasca sia tragica, può essere: che non sia seria è del tutto fuori discussione. Ci sono mille e mille modi di affrontare un problema, ma quello adottato in questi giorni a Bergamo per cercare di tamponare l’emergenza inquinamento sembra lo stralcio di un copione dei Monty Python. Lo scrive benissimo il valoroso Isaia Invernizzi su Bergamonews: la situazione è paradossale. Lo Stato incentiva l’utilizzo di caminetti e stufe a pellets e, qui da noi, quei medesimi strumenti incentivati sono additati al pubblico ludibrio come principali responsabili dell’inquinamento e messi all’indice. Adesso, tutto si può dire e fare: per carità, siamo in un paese libero. Ma veramente qualcuno può pensare che i picchi allarmanti di PM 10 e, soprattutto, di PM 2.5, che da settimane turbano i sonni della comunità orobica, siano colpa di caminetti e stufe a legna? Davvero qualcuno può sostenere, senza mettersi a ridere, che, tra caldaie obsolete, uffici pubblici con climi da sauna, camion ed automobili a gogo, impianti industriali e via discorrendo, l’inquinamento dipenda dalla legna dei caminetti? E perché non dalle deiezioni canine o dal meteorismo degli obesi, stupidaggine per stupidaggine?
Se la sanzione, poi, è partita dai dati raccolti dalla centralina di via Garibaldi, o la centralina ha un comportamento socialmente pericoloso oppure chi ha elaborato i dati dovrebbe rivedere i propri parametri: quante credete che siano le persone che, in centro città, possiedono un caminetto? E, di questi, quanti lo tengono acceso notte e dì e ci riscaldano la casa? Mi viene in mente il mio amico Giovanni, che ha speso una valanga di soldi per una stufa ipertecnologica a massima resa, ha speso anche di più per trasformare la propria abitazione in una casa ad impatto ambientale prossimo allo zero, coibentata ed isolata e, adesso che potrebbe godersi i frutti dei suoi investimenti ecologici e della sua coscienza naturalistica, si vede indicare al volgo come “Giovanni l’Inquinatore”. Senza contare che il suo gioiello ad alta tecnologia dovrà rimanere desolatamente spento, propter legem. Andiamo, signori pubblici amministratori, almeno stavolta evitate di fare i Robespierre col collo degli altri: anche un canbarbone potrebbe dirvi che nessuno – dicasi nessuno – si berrà mai la storiella della necessità e dell’efficacia di un provvedimento di emergenza come questo. Anzi, diciamocelo bello chiaro: questo è un pannicello caldo, una pochade nata per dare qualcosa in pasto al popolaccio che chiede pane.
Siccome nessuno di voi ha la minima idea di cosa fare per arginare il fenomeno delle polveri sottili, giacché nessuno ci aveva pensato per tempo, tanto che siete andati avanti a sperare nella pioggia, come quei fessi che leggono i meteo su Facebook ed aspettano da anni la nevicata del secolo, adesso provate a metterci delle pezze che, come si dice in Veneto, sono peggio del buco. Perché che gli amministratori possano essere incompetenti, imprevidenti, inefficienti, ci può anche stare, e ci siamo abituati: ma, che ti prendano anche per i fondelli, ecco, quello ci sta un tantino meno! Volete essere draconiani: draconiani davvero? Andate a controllare le temperature negli uffici, nelle scuole, nei locali: mandate in giro frotte di controllori per le caldaie, bloccate le auto euro 3. Questo non rappresenterà certamente la soluzione ad un problema che necessiterebbe di ben altri strumenti e di ben altre sinapsi: ma, perlomeno, darete ai vostri concittadini la sensazione che qualcosa si faccia e vada nella direzione giusta. Poi, superata questa emergenza, non tornatevene a sonnecchiare, in attesa di un altro inverno con nuovi picchi di polveri sottili, nuove emergenze e nuove bischerate emergenziali: progettate un piano anti-inquinamento, basato sulle famose ciclabili, sul trasporto pubblico, sull’elettrico, sul rinnovamento del parco caldaie, su controlli severi. E, vedrete che, anche senza provvidenziali uragani o bora di levante, un pochino alla volta si tornerà a respirare.
Ma ve le devo dire io queste cose? Non potevate arrivarci da soli, o sacri rappresentanti della volontà popolare? Vi do un consiglio gratuito, e non c’è neppure bisogno di ringraziarmi: lo faccio volentieri. Dato che l’unica cosa che pare interessare ai politicanti è la garanzia di essere rieletti a fine mandato e di tenere le chiappe ben appoggiate sopra la poltrona, vi suggerisco, in quest’ottica, di cambiare strategia: la gente è un tantinello stufa di proclami e promesse cui non fa mai seguito niente. E, se va avanti così, la vostra poltrona prenderà la via dell’esilio. Quindi se non volete darvi una svegliata per amore dei vostri amministrati, datevela per amore vostro: vostro di voi, intendo, e delle vostre poltroncine. Perché si può pure scherzare sull’inquinamento e sugli inquinatori, se sei un povero Cimmino qualsiasi e scrivi articoletti tra il serio ed il faceto: ma, credetemi, a fare dell’umorismo sui polmoni della gente, se si è dei politici, va a finire che, politicamente, si rischia grosso. Se, tra un provvedimento di proibizione dell’uso dei fiammiferi svedesi e una censura alle biciclette pieghevoli vi rimane un attimo di tempo, rifletteteci….