Il congresso della Cisl, Piccinini: “Bergamo torni protagonista: un’alleanza sul territorio per lavoro e welfare”

Il congresso della Cisl, Piccinini: “Bergamo torni protagonista: un’alleanza sul territorio per lavoro e welfare”

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piccininiCisl“Creare lavoro è la vera priorità e non esistono scorciatoie. Il lavoro non si crea per legge, ma riorientando le politiche attuali e costruendo politiche nuove. È ora di chiudere una stagione di continue riforme normative”. Dal palco del 18° congresso, aperto mercoledì mattina alla Fiera di via Lunga, a Bergamo, Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl provinciale, ha messo subito in chiaro le strategie del sindacato di via Carnovali per il prossimo quadriennio. Persona e Lavoro, oltre a caratterizzare lo slogan di questa assise, infatti, sono parti fondanti della politica sindacale della Cisl di Bergamo. La priorità vera è quindi quella di creare più lavoro e di elevare e qualificare il lavoro che esiste, ma anche risorse e strutture per intervenire su chi è in stato di grave povertà. Una duplice azione che si esplicita nella relazione di Piccinini e che sarà la politica del sindacato su questo territorio.

“Facciamo del 2017 l’anno in cui si pongano come questioni da affrontare subito l’occupazione giovanile e le politiche attive del lavoro. Partiamo dall’apprendistato duale, che deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione. Se non affrontiamo in modo rinnovato i temi della qualificazione del lavoro, della formazione continua e delle politiche occupazionali, tutto il sistema di relazioni sindacali, nazionali e territoriali,  rischia di rimanere fermo e poco incisivo”. Le ferite aperte da questi lunghi anni di crisi non si sono ancora del tutto rimarginate. Cresce il numero di persone e di famiglie che fanno fatica, senza prospettive di lavoro oppure schiacciate nella parte più precaria e poco qualificata dell’economia bergamasca. Serve – incita Piccinini – un rinnovato sforzo degli attori politici e sociali del territorio. “Non è solo un problema di lavoro che manca, di quantità. È soprattutto un problema di qualità del lavoro che c’è. Se non attraverso il sindacato, la Cisl, con quale voce potrebbero far sentire il loro disagio e la loro sofferenza queste persone?  Le istituzioni e i soggetti economici e sociali devono assumersi il tema di come riprogettare uno sviluppo del territorio in una visione di prospettiva e progetto complessivo in grado di far leva sulle tante opportunità e punti di forza che il nostro territorio rappresenta”. L’idea della segreteria Cisl è quella di avere una cabina di regia e gruppi di approfondimento tematico sulla ricerca Ocse coordinati dalla Camera di Commercio, per esprimere una rinnovata coesione partendo dalle scelte strategiche del territorio: l’aeroporto e l’ alleanza che guarda a est; l’interporto; il collegamento con le valli bergamasche….

“Ma il contributo più significativo che il sindacato bergamasco è chiamato a dare è quello di accompagnare questo percorso con uno scatto in avanti, un deciso cambio di passo sulle relazioni sindacali. Un sistema moderno di relazioni sindacali, territoriali e aziendali, diventa anch’esso un elemento essenziale per la competitività del territorio e delle imprese se è in grado di affrontare le nuove sfide della contrattazione”. Produttività e partecipazione, formazione e politica del lavoro, welfare contrattuale sono le tre  scelte prioritarie per una contrattazione che guarda al futuro. E parte un invito a Cgil e Uil per mettere in campo una grande iniziativa di elaborazione e proposta per rilanciare le relazioni  sindacali sul territorio. “Questa nostra è stata la provincia dove negli anni si sono realizzate, nelle relazioni sindacali, intuizioni importanti e intese innovative. Le prime sperimentazioni sulla cassa in deroga, diventata poi essenziale per la tenuta sociale in questi anni di crisi e con migliaia di accordi realizzati poi, sono avvenute qui. Ma non solo. Pensiamo all’accordo sulla Valle Seriana diventato poi successivamente “modello Bergamo”, agli accordi sui contratti di solidarietà, alle innovazioni sull’apprendistato professionalizzante, alle intese sul ruolo degli istituti bancari per i lavoratori in difficoltà, fino ad arrivare a quelle più recenti sulla mutualità e sul rilancio della contrattazione di secondo livello. Sono esperienze di relazione che fanno peso e produzione al patrimonio sindacale che abbiamo”.

Dobbiamo porci un alto obiettivo, insiste il segretario Cisl, “un impegno straordinario nel biennio 2017/2018 del sistema delle imprese e delle rappresentanze sindacali per raddoppiare il numero delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nella formazione continua nel nostro territorio”. Dopo il lavoro, il welfare, l’attenzione alle fasce più bisognose. “È compito nostro, per i valori che ci riguardano, occuparci della parte più marginale della società e del mondo del lavoro. Questa convinzione deve essere rilanciata con forza in tutti gli ambiti in cui operiamo, con la consapevolezza che parlare di sviluppo dell’economia e della società bergamasca significa affrontare anche gli snodi della povertà e della marginalità, con un mix di azioni e pratiche tra la qualificazione del lavoro e un welfare territoriale più attento e inclusivo”. La povertà assoluta in Italia è cresciuta passando dal 6,5% del 2005 al 7,8% del 2015 ed interessa 1.582.000 famiglie pari a 4.598.000 persone. In provincia di Bergamo le persone in povertà sono circa 37.000; nei Centri Ascolto Caritas di Bergamo che le persone che hanno chiesto aiuto sono aumentate notevolmente: nel 2008 ci sono state 19.000 le richieste di aiuto e nel 2015 sono state circa 52.000. La richiesta di aiuti alimentari da parte di italiani rappresentavano il 27% nel 2008, il 43% nel 2015 (5.333 persone). “Servono risorse certe e strutture idonee che collaborino in rete, ma anche professionalità per intervenire efficacemente su chi è in stato di grave povertà. Per la Cisl bergamasca quanto detto è un lavoro importante da produrre sul territorio e nelle comunità locali – ha concluso il suo intervento Piccinini . Rafforzare e promuovere reti sociali più coese che sappiano coniugare welfare contrattuale, politiche locali per il sostegno alla famiglia e agli anziani, valorizzando il terzo settore e il volontariato sociale, sostenendo occupazione e iniziative per l’integrazione, rappresentano per noi una funzione strategica per dar valore al welfare di comunità del prossimo futuro”.