Due indizi costituiscono una prova. Almeno in questo caso e in modo eclatante. In materia ambientale avevamo già intuito con la prima ordinanza del Comune di Bergamo, quella del 9 dicembre che istituì il divieto delle porte aperte per i negozi, che su questo tema dell’aria questa Amministrazione avesse poche idee e anche confuse mentre era decisa nel prendere provvedimenti senza consultare nessuno.
Ora l’ultima ordinanza di ieri, quelle delle targhe alterne in città conferma l’intuizione.
Non è in discussione il problema. Che la qualità dell’aria sia pessima e che esista un serio problema di salvaguardia della salute delle persone siamo tutti d’accordo. La nostra Associazione ritiene che l’ambiente sia fondamentale per la qualità della vita dei cittadini e che l’inquinamento sia nemico di commercio e turismo in città e provincia.
Quest’anno le condizioni climatiche hanno creato una situazione senza precedenti per presenza di polveri sottili e aria inquinata che permane da quasi un mese.
Che si debba lavorare nell’emergenza più di altre volte è fuori discussione, peccato che si sono sprecati mesi senza fare nulla per contenere questi disagi. Mentre infatti la precedente Amministrazione aveva creato un tavolo di confronto anche con le associazioni che aveva condiviso le chiusure della città (poche) e qualche buona iniziativa come il marchio camerale del “negozio sostenibile” evitando chiusure inutili e costose e tanta demagogia, questo assessore in un anno e mezzo non l’abbiamo nemmeno conosciuto.
Ma il problema non è solo di metodo. Perché è inutile negarlo che questi giorni e i primi dell’anno saranno fondamentali per la tenuta del commercio della città e un’ordinanza come quella delle targhe alterne rischia di fare più danni dei benefici, praticamente nessuno, che può portare.
Se non ci aspettiamo che il Comune possa risolvere un problema che è strutturale e che riguarda un territorio molto ampio, l’intera Pianura Padana, sul quale possono e devono agire il Governo e la Regione in modo coordinato, ci aspettiamo almeno che si evitino ordinanze comunali farlocche, criticate dagli stessi sindaci dei comuni limitrofi.
Il risultato non tarderà ad evidenziarsi.
Oggi Bergamo alle 11,30 era praticamente deserta, mentre abbiamo saputo che i principali centri commerciali erano pieni. C’era da aspettarselo. Perché Bergamo ha queste qualità e difetti a seconda di chi li guarda e cioè che i bergamaschi vanno dove sono comodi mentre l’offerta commerciale nella cintura della città è senza uguali per i consumatori. Basta quindi poco per dirottare i clienti dal centro città ai centri commerciali. Quello che sta facendo e che farà questa ordinanza delle targhe alterne nei prossimi giorni. Noi preferiremmo che la competizione avvenisse ad armi pari e cioè con il libero accesso alla città, magari con il parcheggio gratuito (ma sarebbe forse utopia).
Se il danno resta per oggi e domani (29 e 30 dicembre), la nostra associazione chiede che l’ordinanza sia ritirata almeno per i giorni 4 e 5 gennaio dove scrivendo l’ordinanza ci si è dimenticati clamorosamente che il 5 è la data ufficiale per l’avvio dei saldi.
In quei giorni non sono solo in gioco l’orgoglio delle associazioni e dei commercianti ma la sopravvivenza stessa di molti esercizi di una città che dovrebbe cercare rilanciarsi invece che deprimersi.
Per questo l’ordinanza va revocata. Piuttosto, e lo dico provocatoriamente, sarebbe meglio chiudere in quei giorni alla circolazione l’intero centro città e dare un messaggio di grande isola pedonale disponibile per l’avvio dei saldi.
Speriamo non sia più facile sperare in una bella nevicata di fine anno che ci salvi dall’aria malsana e dalla confusione.
direttore Ascom