Giovani, «pronti a cogliere 
la sfida del cambiamento» 

Giovani, «pronti a cogliere la sfida del cambiamento» 

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Nella foto un momento del Forum Giovani Confcommercio, con il presidente della Confederazione Carlo Sangalli e il presidente dei Giovani Alessandro Micheli

“Evoluzioni”: nel titolo del forum nazionale di Giovani di Confcommercio la parola d’ordine del settore, chiamato a riscrivere i propri paradigmi, non solo per via della crisi ma per rispondere ad un più generale mutamento nell’approccio al consumo. Per due giorni – gli scorsi 4 e 5 novembre – circa 250 imprenditori “young” in rappresentanza di tutti i settori e territori si sono riuniti al Maxxi di Roma, il museo delle arti del XXI secolo, per confrontarsi, anche grazie ai tweet inviati dalla platea, su come affrontare il cambiamento. Tra i relatori della prima giornata, dal taglio più strategico, i manager di Facebook, Google e Amazon e gli esperti di nuove tecnologie, comunicazione e marketing, mentre la seconda ha fatto spazio al dibattito politico con i rappresentanti dei diversi schieramenti e la presenza del vice ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero.

«Le nuove tecnologie hanno segnato una svolta rispetto al modello tradizionale di commercio – commenta Luca Bonicelli, presidente del Gruppo Giovani dell’Ascom di Bergamo, presente al forum -, oggi non è più possibile ignorarle perché ci dicono come si muovono i consumatori, che gusti hanno, ciò non significa tuttavia che basta orientare la propria attività sul versante digitale per avere successo. Credo che la due giorni abbia fatto emergere il senso vero del concetto di innovazione, ovvero capire il cliente e rapportarsi con esso, per essere in grado di costruire e rinnovare man mano la propria proposta». Tra gli esempi emersi durante i lavori, quello di un negozio a Roma specializzato in scarpe da running, che al proprio interno ha realizzato un pista da 30 metri per permettere ai clienti di mettere alla prova immediatamente i modelli, e  l’esperienza di Varese, dove i negozi di abbigliamento del distretto hanno realizzato un outlet comune, che permette di gestire al meglio i magazzini e al contempo di inserirsi in un settore da sempre considerato concorrente. «È stata sottolineata anche l’importanza di creare una community con i propri clienti –  prosegue Bonicelli -, il negozio di articoli sportivi può dare vita ad un’associazione sportiva, la gastronomia un club di amici gourmet o lezioni di cucina, il negozio di computer ed elettronica proporre corsi. Sono state messe in rilievo anche alcune logiche di produttività, come l’importanza strategica di proporre prodotti personalizzabili, la valorizzazione del punto vendita, così che possa far vivere al cliente un’esperienza coinvolgente, e il concetto allargato di punto vendita, che non si ferma a considerare la ricaduta immediata delle informazioni che riguardano l’attività, ma invita ad avere una visione più ampia e a più lungo termine. Senza dimenticare il coinvolgimento dei collaboratori nel progetto aziendale».
Il concetto prioritario da trasferire sulla realtà bergamasca è, secondo Bonicelli, quello di rete. «È già un aspetto che portiamo avanti all’interno del nostro Gruppo Giovani – ricorda -, riguarda la sinergia tra le imprese, ma soprattutto con le istituzioni e il territorio. Per la città penso al potenziale di attrattività dell’Università e all’importanza di sviluppare servizi per gli studenti fuori sede, per la provincia al potenziamento della dimensione turistica. La stagione estiva è andata male sulle nostre montagne? Diamoci da fare per sfruttare al meglio quella invernale dovrebbe essere l’atteggiamento». «Gli stimoli dell’assemblea sono stati numerosi – prosegue Bonicelli –, un’iniezione di voglia di fare e di guardare con occhi positivi il futuro, che però non può prescindere da quelle che, personalmente, ho identificato come parole chiave dell’essere imprenditori oggi: visione, determinazione, coraggio e costanza, necessari in dose massiccia di questi tempi».
Il rammarico della trasferta romana è legato, invece, al confronto con i politici. «Di fronte alla volontà di non arrendersi di 250 imprenditori – rimarca il presidente dei Giovani Ascom – i rappresentanti dei partiti si sono limitati a far rimbalzare le responsabilità, giustificando tutto con i problemi ereditati dal passato, senza l’accenno a voler finalmente cambiare qualcosa. Peccato, è stata sprecata un’occasione per cominciare a costruire».
Carica di entusiasmo è tornata da Roma Alessandra Cereda, componente del Consiglio direttivo “senior” della Federmobili e vicepresidente dei Giovani della categoria, oltre che consigliere dei Giovani Ascom. «Evolversi vuol dire non fermarsi, puntando in particolare su progetti web e di comunicazione e sul fare rete. Un aspetto fondamentale emerso dal forum – spiega – è che non ci si può limitare a considerare solo la propria attività, ma occorre avere come obiettivo quello di crescere insieme, sia collaborando tra attività dello stesso settore sia realizzando sinergie tra settori trasversali. Altro punto oggi imprescindibile è la presenza sul web, anche per le attività più tradizionali e meno tecnologiche, perché occorre mettere in campo tutte le strategie per aggredire il mercato in maniera più attiva e convincente. Più in generale, la due giorni ha dimostrato che i giovani imprenditori hanno voglia di fare, hanno smesso di piangersi addosso e stanno cercano in tutti i modi di trasmettere ai consumatori una visione più positiva e di aprirsi nuove opportunità».
Nel settore dell’arredamento le linee d’azione riguardano soprattutto lo sviluppo dei siti internet e modalità di promozione e pubblicità più accattivanti, ma anche una nuova concezione del punto vendita, «che è sempre stato un contenitore statico – rileva – e invece può riempirsi di eventi collaterali e iniziative».
Un ostacolo contro cui si scontrano i buoni progetti e l’energia dei giovani è quello del credito. «Per smuovere il mercato occorre investire – sottolinea Alessandra Cereda – ma è sempre difficile ottenere finanziamenti dalle banche. Il fatto però è che non ci si può permettere di perdere troppo tempo, il cambiamento di rotta va impresso prima che sia troppo tardi».