di Oscar Fusini*
Bergamo sta rispondendo in modo straordinario alle richieste di aiuto che giungono dalle zone colpite dal terremoto. Alle numerose sottoscrizioni nazionali, promosse da giornali e televisioni, a cui stanno contribuendo fattivamente i bergamaschi, si stanno affiancando iniziative di solidarietà e di raccolta fondi anche a livello locale. Sosterranno il lavoro della Protezione civile, di Caritas e di tutte le organizzazioni che continueranno a prodigarsi per dare assistenza alle popolazioni colpite dal sisma o saranno finalizzati al recupero dei molti immobili distrutti.
C’è bisogno di tutti e ce ne sarà sempre di più, quando dalla prima emergenza si passerà alla ricostruzione. Non serviranno solo soldi, ma anche e soprattutto competenza per quella che dovrà essere una ricostruzione che si annuncia già discussa e complicata. Ciascuno dovrà contribuire nella fase di progettazione per evitare che piccole comunità già così marginali possano scomparire. Dramma nel dramma di quanto sta avvenendo in centro Italia è, tra l’altro, la distruzione del tessuto economico e sociale delle zone colpite. La delegazione di Confcommercio, in visita due giorni fa nella provincia di Rieti, ha verificato l’azzeramento di oltre 120 attività del commercio, turismo e dei servizi nei centri di Amatrice e Accumoli. In comunità così piccole e rurali ciò significa l’eliminazione quasi totale del servizio alla cittadinanza, del presidio dei borghi, dei luoghi di socializzazione e – ancor più grave – la perdita dei posti di lavori dei tanti titolari, coadiuvanti e dipendenti di queste attività che molto spesso costituiscono la stragrande maggioranza delle persone attive.
È troppo forte l’esperienza negativa del terremoto de L’Aquila e delle sue conseguenze. A distanza di oltre sette anni dal sisma, la maggior parte delle piccole attività annientate non sono più ripartite, mentre lo spopolamento delle aree più colpite è sotto gli occhi di tutti. Città, o parti di essa, sono divenute fantasma senza abitanti, negozi e luoghi di incontro. Ora è il momento del dolore e del silenzio nel pensiero di coloro che hanno perso la vita e nella vicinanza alle persone che soffrono. Poi la comunità colpita dovrà reagire e con l’aiuto di tutti dovrà necessariamente ripartire. Allora sarà fondamentale agire per il recupero delle abitazioni, dei luoghi di istruzione, di culto e degli edifici pubblici. Non di meno sarà necessario proporre misure straordinarie per la ripartenza delle attività del commercio. Senza botteghe e pubblici esercizi un borgo non è vivo. La gente ha bisogno di normalità, di piccoli gesti di vita concreta: il caffè, il giornale, la spesa, due parole con il negoziante, la pizza e il bar con gli amici.
Servono quindi negozi e imprese, da riattivare o da costituire ex novo, tutte realtà che necessitano di finanziamenti, consulenze e assistenza per poter riaffacciarsi sul mercato. In questa fase, Confcommercio Rieti, con l’aiuto della Confederazione, sta attivando un camper mobile di aiuto alle imprese. Seguirà nei prossimi giorni la quantificazione dei danni e il supporto alla gestione dell’emergenza. Infine, con le istituzioni locali, l’apertura di un ufficio fisso di assistenza alle attività commerciali. L’obiettivo è quello di ricostituire un piccolo “zoccolo duro” di attività che riattivino il tessuto economico e produttivo della zona. Anche per questo progetto servono finanziamenti. Abbiamo pertanto aderito con convinzione alla richiesta di Confcommercio e aperto la sottoscrizione ad un fondo dedicato della Fondazione Orlando. Abbiamo invitato i nostri associati a fare la loro devoluzione, secondo le loro possibilità. È il nostro modo di offrire un aiuto concreto alle comunità colpite.
*direttore di Ascom Confcommercio Bergamo