Sull’esercizio della vendita diretta di prodotti in prevalenza propri da parte delle imprese agricole (così detti farmer’s market), una nota del ministero delle Politiche Agricole del 7 agosto scorso fornisce un’interpretazione diametralmente opposta a quella fin qui fornita, in più di un’occasione, dal ministero dello Sviluppo Economico.
«Il mondo agricolo cercava da tempo di arrivare a questo risultato – spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente di FIDA, la Federazione Italiana dei Dettaglianti dell’Alimentazione – e lo ha fatto anche attraverso iniziative di tipo legislativo che fortunatamente sono naufragate in Parlamento. Poi il ministero dello Sviluppo Economico ha dato un’interpretazione che confermava le nostre posizioni tutelando il mercato e la concorrenza leale tra tutti gli operatori. Vi si stabiliva infatti che i farmer’s market sono possibili, sì, ma a condizione che si tratti di spazi all’interno di poderi o di aree mercatali con vendita diretta». «Ora la nuova nota del ministero delle Politiche Agricole apre la possibilità per ogni impresa agricola di esercitare la vendita diretta in qualsiasi spazio di cui abbia disponibilità, senza dover rispettare le regole che i negozi alimentari sono tenuti invece ad osservare. Questo – conclude Donatella Prampolini Manzini – è uno sgambetto alla concorrenza e al mercato. Voglio sottolineare che noi non temiamo la concorrenza, purché essa sia leale e preveda regole uguali per tutti gli operatori che servono lo stesso mercato. Questa nuova interpretazione del ministero delle Politiche Agricole, al contrario, favorisce una sola categoria di operatori, le imprese agricole, consentendo loro di operare sullo stesso mercato dei dettaglianti alimentari ma con regole semplificate: questo non è accettabile».