Emergenza furti, a Treviglio 
aumenta il numero di telecamere

Emergenza furti, a Treviglio aumenta il numero di telecamere

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Anche la Bassa Bergamasca si ritrova terra martoriata dai furti. C'è chi provvede a dotare la propria abitazione di vetri antisfondamento o inferriate, chi organizza ronde con il vicinato, altri, esasperati, come una coppia di Castel Rozzone, dopo quattro saccheggi subìti e due sventati in poco tempo, ha deciso di affiggere sul cancello un cartello che recita: “Per i sign. ladri: casa rapinata 4 volte. Soldi, oro finiti”. Proprio i furti negli appartamenti sono la maggioranza, seguiti da quelli nelle auto in sosta e nei negozi. Non mancano poi borseggi e scippi. Secondo il ministero dell'Interno, sono 26.026 i furti  di vario genere denunciati nella provincia orobica nel 2012, di questi 5.200 nella Bassa. L'incremento è del 15 per cento in dieci anni. Per far sì che aumenti la percezione di sicurezza nei cittadini, Treviglio installa nuove telecamere di sorveglianza. Alle 76 già esistenti più le 6 speciali che leggono le targhe delle auto, sospette o rubate, entro febbraio, se ne aggiungeranno altre 5. La rete trevigliese arriverà così a contare 87 dispositivi. “Abbiamo scelto di mettere due occhi elettronici nel parco di via Grossi perché poco sorvegliato e chiuso dai condomini. A richiederle sono stati proprio alcuni abitanti della zona che uscivano la sera e avevano paura – spiega Antonio Nocera, comandante della polizia locale -.  Inoltre, altre tre saranno installate nel sottopasso della stazione ovest: una nel tunnel e due all'uscita in via Milano”. La stazione centrale è già monitorata dal 2011. Videosorvegliare il territorio è un buon metodo per prevenire reati e illeciti come gli atti vandalici. L'emergenza furti in appartamento si è assestata in questo mese a livelli medi dopo l'impennata registrata a novembre e dicembre quando si è passati dalla media di una razzia al giorno a cinque. I dati sono resi noti dal commissariato di Treviglio diretto dal vicequestore aggiunto Angelo Lino Murtas. Poche settimane fa, la compagnia è riuscita a sgominare una banda di ladri acrobati. Dopo l’individuazione, il fermo e l'identificazione di alcuni giovani albanesi, è stato decisivo il lavoro della polizia scientifica. Gli agenti avevano estrapolato un'impronta digitale da un pezzo di guanto, indossato da uno dei malviventi, su alcuni frammenti di vetri. L'uomo è stato rintracciato e arrestato dalla Polmare di Brindisi mentre si stava per imbarcare alla volta di Durazzo. Da temere sono proprio le molte bande in azione in trasferta al Nord. L'aumento di furti, infatti, non è una conseguenza della crisi. Chi ha fame ruba al supermercato generi di prima necessità. Le vittime principali di furti con raggiro restano gli anziani. L'ultima tecnica adottata consiste nel fingersi poliziotti e nel bussare alla porta dei pensionati mostrando collane e catenine quale presunta refurtiva di un furto appena subito da un vicino e chiedendo all'anziano se sono di sua proprietà. In questo modo, la persona fa entrare i finti agenti e mostra dove tiene i preziosi. Proprio al circolo degli anziani il commissariato ha tenuto incontri e diffuso un vademecum di consigli utili. Al primo posto, la difesa attuata dal gruppo. Vale a dire, ficcare il naso nella quotidianità del vicino: se si sentono rumori o movimenti strani, è bene affacciarsi, osservare e nel caso rivolgersi alle autorità. Secondo, usare meccanismi di prevenzione passiva come le inferriate. Terzo, se i tubi delle grondaie sono accanto alle finestre, meglio spostarli. Facilitano il lavoro dei ladri. Sono anche diversi i tipi di furti negli appartamenti. C'è chi mira a casseforti e va a colpo sicuro curando gli inquilini e usando un flessibile. Altri, come i ladri acrobati, si arrampicano nelle case dove si entra senza difficoltà. La consuetudine vuole che ci si concentri nella camera da letto, dove si tengono contanti e oro. Più difficile che vengano rubati pc e tv, anche se  di valore. L'operazione dura un lampo, 120 secondi, al massimo 200. Ma a destare allarme sono anche i dati che arrivano dal Tribunale di Bergamo: nel 2013 i giudici delle indagini e udienze preliminari hanno emesso 2.087 decreti di archiviazione su 2.088 fascicoli trattati a carico di ignoti. Stessa sorte per quelli con sospettati: 85 su 102 archiviati. Un'impunità che aumenta la paura.