Discoteche piene a metà ma il mix sicurezza e divertimento non tiene

La musica in Italia non cambia mai e quando cambia non è rock. È quasi un anno e mezzo che i locali da ballo sono chiusi e i gestori ripetono come dischi rotti che devono lavorare per sopravvivere. Si poteva e si doveva riaprire le discoteche in estate quando si sarebbe rischiato meno evitando peraltro che i giovani ballassero in mille posti improvvisati e non autorizzati. Niente. Il comitato tecnico scientifico all’unisono non lo permetteva. Il Governo e la politica erano decisi a salvare l’Italia dalle varianti “techno” e “house” del Covid-19.

Appena i gestori hanno dichiarato di essere pronti ad alzare i decibel delle protesta ecco la new hit. Si riapre subito. Grancassa. Prima sordi agli appelli ora coraggiosi salvatori dell’economia del divertimento. Ma dai… Il mix sicurezza e divertimento non tiene.

Aprire una discoteca al 50 per cento della capienza non ha senso. Non ce l’ha per il povero gestore che non copre le spese di gestione e quindi o tiene chiuso o elude il divieto. Non ce l’ha per i ragazzi. Che siano 100, 1.000 o 10.000 rispetto al doppio balleranno tutti attaccati nella stessa pista o staranno tutti attaccati al bar. Perché non si va in discoteca per stare lontano ma per godere dell’assembramento. Basterebbe andarci o chiedere a chi le discoteche le frequenta.

Dino l’acidino

 

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