Decreto Ristori-Bis, Zambonelli: “Escluse categorie come i negozi di calzature e tutta la filiera penalizzata da chiusure”

Giovanni Zambonelli

“Diamo atto al Governo che stia facendo uno sforzo senza precedenti, sia nella rapidità dell’emissione dei decreti, sia nell’indicare le modalità più rapide per ottenere i contributi a fondo perduto. Nonostante questo è necessario fare delle precisazioni e dei distinguo, ci sono delle criticità da risolvere” commenta così Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo, il Decreto Legge – Ristori Bis- pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale.
“Le risorse non sono sufficienti rispetto ai reali bisogni. Serve un ulteriore scostamento di bilancio per assicurare fondi adeguati alle attività, in quanto questo contributo non è in grado di garantire la sopravvivenza delle aziende”.
Inoltre, deve essere introdotto, secondo Ascom, il concetto di equità del ristoro: la differenza del volume d’affari non deve prendere come riferimento il mese di aprile, ma lo stesso mese in cui avviene la chiusura e nello specifico, il mese di novembre. “E’ sbagliato far riferimento al mese di aprile e non a quello di chiusura effettiva, ossia di novembre, perché in questo modo si danneggiano le imprese stagionali e gli stessi settori dell’abbigliamento e delle calzature per cui i mesi invernali sono tradizionalmente molto più importanti del mese di aprile” precisa Zambonelli. Infine, nel Decreto non rientra il codice Ateco dei negozi del commercio al dettaglio di calzature e accessori. “Pensiamo che questa sia una dimenticanza e la nostra Federazione si sta attivando per farlo rientrare tra i beneficiari” spiega il presidente Ascom. Escluse anche le imprese della filiera collegate agli esercizi chiusi, come tutto il comparto dell’ingrosso. “Per esempio, il settore del commercio all’ingrosso specializzato nel canale Ho.re.ca, con bar e ristoranti chiusi è in asfissia e per queste imprese non è previsto alcun sostegno” continua il presidente di Ascom “Crediamo che il sistema dei Codici Ateco non funzioni, perché è esclusivo e non inclusivo, visto che va a penalizzare molte categorie”.