Criminalità e usura spaventano il terziario bergamasco: l’importanza di fare rete tra enti e sul territorio

Presentata la ricerca nell’ambito dell’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo. Zambonelli, presidente Ascom: “Pronti a collaborare con l’amministrazione e le autorità “

In tempi di crisi la preoccupazione per la trappola dell’usura è alta. Ed è sopra il dato nazionale. È quanto emerge dalla ricerca “Crisi di liquidità, usura e infiltrazioni mafiose nel terziario bergamasco” promossa da Ascom Confcommercio Bergamo e commissionata all’agenzia Format Research nell’ambito dell’Osservatorio sulle imprese del terziario e presentata dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo. Nato nel 2018, l’Osservatorio per la Legalità ha l’obiettivo di sostenere sia la lotta alla corruzione e alla criminalità, sia la diffusione della cultura della legalità attraverso un’attività conoscitiva, consultiva e di proposta in collaborazione con Prefettura, enti e istituzioni del territorio.

Prestito ad usura

Venendo alla ricerca, effettuata su un campione di 700 intervistati e presentata dal presidente Format Research, Pierluigi Ascani, circa sei operatori su dieci sono infatti preoccupati del fenomeno dell’usura in questo gravissimo momento di crisi economica: sono il 59,1% contro il 58,7% del dato nazionale. Il 16% è preoccupato per il fenomeno dell’usura nella zona dove opera con la sua impresa, (il 17,7% a livello nazionale).
Oltre il 70% delle imprese di Bergamo (esclusivamente gli esercizi del commercio al dettaglio non alimentare e i pubblici esercizi) ritengono che il fenomeno del «prestito ad usura» debba essere «molto o abbastanza temuto». Il dato è leggermente superiore rispetto alla media Italia (68%) e addirittura un terzo delle imprese bergamasche lo reputa molto temuto (dato più alto di quello nazionale che si attesta al 31%).
Su quali siano le principali fonti di informazione sul fenomeno, gli imprenditori bergamaschi dichiarano percentuali più basse rispetto ai dati nazionali: stampa 6,4% contro il 7%, social 6,4% contro il 6,9% e racconto diretto 5,7% contro il 6,6%. Secondo il 67,7% circa degli imprenditori di Bergamo, quando si resta vittima dell’usura bisognerebbe denunciare subito alle Forze dell’Ordine, alla Magistratura. Il dato di Bergamo è superiore + 2,7% rispetto al dato nazionale.

Infiltrazioni mafiose nell’economia

Oltre il 64% delle imprese di Bergamo ritiene che il fenomeno della «malavita che cerca di impadronirsi delle aziende» debba essere «molto o abbastanza temuto». Il dato è in linea con quello nazionale. Gli imprenditori leggono principalmente sulla stampa 7,7% (+1,2% rispetto al dato nazionale) dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese. Il 6,4% ne ha sentito parlare attraverso il passaparola, meno rispetto ad altre zone d’Italia.
A fronte di questa consapevolezza, però, solo l’11,3% degli imprenditori di Bergamo sono preoccupati dei tentativi della malavita di impadronirsi delle imprese nella zona dove lavorano, o comunque nel proprio quartiere. Il reale pericolo percepito dalle imprese di Bergamo (57,6%) è inoltre più basso rispetto alla media nazionale 62%.
Secondo il 64,3% degli imprenditori bisogna denunciare subito alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura i tentativi della malavita di impadronirsi della propria impresa. Il dato è in linea con quello nazionale (63,0%) e con un 3,4% in meno rispetto alla risposta all’usura.

Fare rete insieme

“Quello dell’usura è un fenomeno pericoloso e strisciante anche nella nostra provincia – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. E il rischio è che il fenomeno possa esplodere dopo la moratoria dei prestiti alle imprese. Per questo, come associazione di categoria, siamo pronti a collaborare con il Comune, le autorità e gli enti preposti per tutelare i nostri associati”.

Appello raccolto dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “I pubblici esercizi sono tra le categorie più esposte agli effetti della crisi, alle prese con bilanci in rosso e con ristori spesso inadeguati – conferma il Primo cittadino -. In questo scenario le associazioni di categoria rivestono un ruolo importante e devono essere le prime a intercettare i problemi degli esercenti. E noi come Comune di Bergamo siamo al loro fianco”.

L’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo

“La ricerca promossa e presentata ad Ascom – dichiara Marzia Marchesi, presidente dell’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo – tra i tanti spunti di riflessione che offre, sottolinea proprio l’importanza di fare rete, di condividere informazioni e definire strategie comuni in grado di arginare un fenomeno, quello delle infiltrazioni mafiose, che sembra essere lontano da contesti produttivi come il nostro ma che invece, come ben sappiamo, è presente e spesso sottovalutato nella sua entità. Obiettivo del Comune è infatti quello di promuovere, con tutte le istituzioni coinvolte, uno sportello antiusura di contrasto ai fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata capace di rappresentare un punto di riferimento per chi intende intraprendere un percorso di emancipazione da questa drammatica situazione”.

 Il terziario è oggi più vulnerabile

“La scarsa fiducia nella ripresa e il bisogno di liquidità rendono vulnerabile il nostro sistema come non lo è mai stato in precedenza – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confommercio Bergamo -. Non è un caso, infatti, che il sentimento e il sentore degli intervistati sia di forte preoccupazione ed è questo il momento di massima allerta perché nei prossimi mesi, con il termine delle moratorie nei pagamenti, la situazione potrebbe degenerare. Occorre, quindi, pensare ad azioni strutturali a sostegno delle imprese”.

Durante la presentazione della ricerca sono intervenuti anche Francesco Breviario, presidente Libera Bergamo, e Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo che hanno confermato il loro impegno a partecipare alla rete e alle azioni messe in campo dall’Osservatorio per la Legalità del Comune di Bergamo.