«Spostare i servizi dal centro alla periferia? Un errore». È preoccupata Franca Canova, presidente delle Botteghe di Clusone. La sua città, infatti, non è più movimentata e appetibile come un tempo. Ma la causa, a suo dire, non è imputabile soltanto alla famigerata crisi, diventata ormai il capro espiatorio di ogni disavventura commerciale: «Il borgo storico ha perso molti clienti da quando l’amministrazione ha deciso di decentrare alcuni servizi come le Poste, l’Inps, l’ospedale – spiega la presidente che, oltre a farsi portavoce delle esigenze dei suoi concittadini, è titolare della libreria Canova di via Nazzari e del B&B del Centro in piazza Martiri della Libertà –. La gente che prima veniva in centro ogni giorno per svolgere delle commissioni, oggi ha sempre meno motivi per passare. E i piccoli negozi ne risentono».
C’è sinergia tra Clusone e i paesi limitrofi che fanno parte del distretto del commercio?
«Il distretto dovrebbe creare coesione tra i paesi limitrofi, ma ho sempre avuto l’impressione che Clusone si senta più forte e indipendente rispetto a tutti gli altri. Per questo, fa fatica a collaborare con realtà più piccole. Invece, secondo me, è solo attraverso l’unione di istituzioni, commercianti e associazioni che possiamo rilanciare la nostra zona. Abbiamo un altopiano bellissimo, un centro storico stupendo e di iniziative se ne organizzano parecchie per vivacizzare il paese…».
Come giudica il lavoro dell’amministrazione comunale in fatto di turismo?
«L’amministrazione ha creduto poco nel turismo, ha investito di più nell’edilizia che nella ricettività. E ora ci troviamo con vari hotel storici, come l’Europa, che rischiano la chiusura».
Gli eventi e le manifestazioni organizzate in questi anni hanno contribuito a rendere più vivo Clusone dal punto di vista turistico e commerciale?
«Anche se organizzassimo più iniziative per attirare turisti, non avremmo abbastanza alberghi per accoglierli. I turisti, soprattutto milanesi, vengono ancora a Clusone ma non affittano più appartamenti per un mese come si faceva negli anni d’oro. Oggi si fermano due o tre giorni».
Quindi bisognerebbe rilanciare la filosofia del bed and breakfast…
«Certo, oppure stipulare contratti di affitto per case vacanze della durata di una settimana. Anch’io ho aperto un B&B a luglio 2013, il “Bed in centro”. Ho quattro camere con bagno privato e un’entrata indipendente. Grazie al passaparola e alla sua bella posizione a pochi passi dall’orologio planetario e dall’oratorio dei Disciplini, sto riscuotendo molti consensi. Tanti quest’anno sono ritornati da me».
Che aspettative ha per l’Expo?
«L’Expo è un’ottima possibilità che dovremmo sfruttare. Non siamo così vicini a Milano, però si potrebbero organizzare pacchetti turistici per spronare i visitatori a spingersi fino alla Valle Seriana».