Francia, arriva in Parlamento la contestata legge contro il “separatismo”

Francia, arriva in Parlamento la contestata legge contro il “separatismo”

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PARIGI – Ha scatenato l’ira del presidente turco Erdogan ma anche le perplessità della stampa americana. La controversa legge francese contro il “separatismo” arriva in Parlamento con una prima novità: non si chiama più così. Il nuovo nome tenta di essere più consensuale: “Disegno di legge che rafforza i principi repubblicani”. Il concetto però è sempre lo stesso: impedire le derive dell’islamismo nella République e l’apparizione di un progetto di contro-società. La riforma è stata varata a dicembre dal governo nel giorno dell’anniversario della promulgazione della legge sulla laicità del 1905. Il ministro Gérald Darmanin ha citato uno dei padri della separazione tra Stato e Chiesa, Aristide Briand: “È un testo per pacificare gli animi e ridare forza alla République”.

Anche se il governo insiste sul fatto che non è nel mirino una religione ma derive individuali, è evidente che molte misure puntano a combattere il radicalismo islamico. La legge permette di sciogliere più rapidamente associazioni o di chiudere moschee che non rispettano i valori repubblicani, di arginare il fenomeno di scuole coraniche, di mettere al bando i certificati di verginità o di espellere gli stranieri che praticano la poligamia. Sull’onda dell’attentato contro Samuel Paty, avvenuto a ottobre, sono state inserite misure contro chi mette in pericolo lavoratori dello Stato attraverso la diffusione di dati privati com’era successo all’insegnante. Vengono inasprite le norme contro chi vuole imporre una visione religiosa nei servizi pubblici. Vale nel mondo della scuola ma anche negli ospedali dove alcuni uomini rifiutano ad esempio che le loro mogli siano esaminate da ginecologi maschi.

Sulla nuova legge sarà battaglia: l’opposizione ha già presentato 1700 emendamenti sui 51 articoli. Per la destra il governo è stato troppo timido contro l’islamismo, mentre la sinistra teme una stigmatizzazione dei musulmani e critica la mancanza di misure di aiuto sociale. Timori ripresi dai media americani in un Paese dove il rapporto alla religione è molto diverso.

Il rischio, spiegano alcune associazioni, è che la laicità venga usata come pretesto per discriminare chi è religioso, e in particolare i musulmani. Un equivoco secondo Emmanuel Macron che ha mandato una lettera al Financial Times e chiamato il New York Times per spiegare cosa sia la “neutralità” dello Stato rispetto ai culti. “Il nostro obiettivo – ha spiegato il leader – è combattere contro quei gruppi e quelle associazioni che, in nome di un’ideologia, vogliono separarsi dalla Repubblica”.

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