Chiude Radio Ponte, addio a quarant’anni di trasmissioni

Chiude Radio Ponte, addio a quarant’anni di trasmissioni

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Radio Ponte anno 1976
Gli esordi di Radio Ponte, nel 1976

I conti sono presto fatti. Era il febbraio 1976 quando Radio Ponte International cominciava le proprie trasmissioni, il prossimo 29 febbraio sarà la data in cui le chiuderà per sempre. Quarant’anni esatti e un grande passo per il titolare dell’emittente con sede a Ponte San Pietro, Enrico “Mimmo” Tamborini, che ha dedicato un’intera vita alla propria creatura, tra le prime radio libere della Bergamasca e ancora oggi capace di incarnare quello spirito.

«Non lo abbiamo fatto apposta – racconta -, ma alla fine è capitato che i giorni in cui avremmo potuto celebrare un compleanno importante come il quarantesimo siano diventati quelli dell’addio a nostri radioascoltatori». «Una scelta personale – spiega Tamborini -, ho 65 anni ed ho sempre seguito da solo l’attività, dai rapporti commerciali alle trasmissioni, impiegando, in pratica, ogni mio momento. Negli ultimi anni il carico si è appesantito, soprattutto per via della burocrazia, ed è diventato difficile portare avanti l’esperienza. Non è una questione di ascolti, che ci sono, né di calo di inserzionisti, è che le responsabilità sono troppe e l’età ormai c’è. Qualcuno interessato a subentrare si è fatto avanti – sottolinea -, ma è stato frenato proprio dall’impegno richiesto per far girare il tutto».

Radio Ponte anni 2000
Anni 2000

Insomma, una piccola radio tenuta in piedi con la forza di una grande passione. «Eravamo un gruppo di amici – ricorda Tamborini – e ci siamo messi a fare radio come oggi i giovani fanno con Internet, affascinati da un mezzo nuovo e dalla voglia di fare ascoltare la musica. Al tempo esisteva solo la Rai e le trasmissioni erano fatte per lo più di parole, la musica aveva un ruolo secondario, relegata in qualche fascia oraria e anche in quel caso i conduttori parlavano sopra i dischi. A noi interessava far sentire per intero i brani che la gente voleva: Battisti, i grandi successi della musica leggera, i gruppi internazionali, non cose difficili, solo il piacere di godersi le canzoni del momento. Abbiamo cominciato con un trasmettitore portatile, perché l’attività non era ancora regolamentata, poi nel settembre è arrivata  la legge che autorizzava le radio e ci siamo attrezzati meglio. In città erano già partite alcune esperienze, noi probabilmente siamo stati i primi ad aprire un’emittente in provincia».

Ed è stato un boom. «Un successo incredibile – dice ancora con entusiasmo -. Forse l’errore è stato quello di non averlo sfruttato subito commercialmente, siamo andati avanti alcuni anni per puro divertimento». Fino a quando lui ha fatto il passo importante di prendere in mano da solo l’attività. «Nessuno ci credeva – confessa -, era un mestiere che non esisteva».

La formula ha tenuto fede all’idea iniziale, quella della radio al servizio degli ascoltatori, compagna non invadente delle giornate, che fa girare le canzoni del cuore, che parla semplice, che racconta delle offerte speciali dei negozi del paese e con la quale si può dialogare direttamente. Non è un caso che il programma di maggiore successo sia stato quello delle dediche e richieste, condotto fino a due anni fa dallo stesso Tamborini che poi ha dovuto rinunciare ad andare in onda per via del crescere degli impegni gestionali di cui sopra. «In fondo cosa c’è di più bello – nota – della possibilità di chiedere il proprio brano preferito o di farlo ascoltare con una dedica personalizzata ad una persona cara?». L’effetto semplice e sorprendente di un pensiero in musica che arriva, rinnovando ogni volta la sua magia, mentre siamo in auto, a casa o al lavoro.

Radio Ponte 2016 rid
Gli studi oggi

Non sorprende che il distacco da questo mondo sia difficile. «È stata una bella avventura e fatico a immaginarmi un futuro senza radio», ammette. Non sarà però uno strappo così netto. «Le frequenze sono state acquisite dal network bergamasco del quale fa parte Radio Bergamo – riferisce – e per questa continuerò a seguire i miei inserzionisti. Porterò avanti anche gli eventi che sono già stati programmati. E poi mi tengo tutto il materiale raccolto in questi anni, ce n’è almeno una stanza piena!».

Ad essere dispiaciuti sono anche gli ascoltatori, che chiamano gli studi o scrivono messaggi su Facebook, ricordando i momenti che hanno condiviso con l’emittente. Nei giorni scorsi è stata organizzata anche una diretta notturna nello stile delle non-stop di un tempo, non un’operazione nostalgia, ma la celebrazione della storia di una radio “libera”.