Pensionati, senza certificazione niente quattordicesima

InpsIl primo luglio scorso avrebbe dovuto essere pagata la quattordicesima dei pensionati con basso reddito. Il condizionale è d’obbligo, stando alle numerose telefonate che sono giunte al centralino della FNP CISL di Bergamo, che lamentano la mancata erogazione della somma aggiuntiva alla pensione, nonostante i redditi siano rimasti invariati rispetto allo scorso anno.

“Il disguido che ci viene segnalato dai nostri associati che sostengono di aver regolarmente effettuato la dichiarazione RED o il 730, dichiarazione che viene richiesta annualmente per mantenere il diritto all’erogazione – spiegano dalla segreteria dei Pensionati Cisl -, è determinato dal fatto che l’Inps ha bloccato le erogazioni se negli ultimi tre anni i pensionati interessati non hanno prodotto la certificazione richiesta. Per recuperare tale erogazione è necessario rivolgersi alle nostre sedi Fnp o direttamente al nostro patronato Inas per formalizzare la richiesta. Comunque i pensionati cui spetta la quattordicesima dovrebbero ricevere una lettera dall’Inps con l’invito a presentare la domanda e la dichiarazione reddituale”.

La quattordicesima è riservata ai titolari di pensioni da lavoro dipendente e autonomo che abbiamo compiuto 64 anni, con un reddito personale non superiore a una volta e mezzo l’importo minimo: 9786,61 euro pari a 752,83 euro mensili. Bisogna tenere conto che nel reddito personale vanno considerati tutti i redditi assoggettabili all’Irpef, quelli conseguiti all’estero, i redditi esenti da imposte e i redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi bancari, postali, dei BOT e CCT, e titoli di stato, quote di investimento, vincite al lotto, assegno di mantenimento del coniuge separato, redditi da capitali italiani e esteri).

A chi compie i 64 anni nel corso del 2015 si consiglia di presentare la domanda (mod.RED) in data successiva al compimento dell’età, la “14” verrà erogata sulla mensilità di dicembre 2015. La somma aggiuntiva non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali. La prestazione viene erogata in via provvisoria e il diritto sarà verificato sulla base delle dichiarazione dei redditi definitiva.


Gli immobiliaristi: “Meno tasse sul mattone per uscire dalla crisi”

“Siamo fiduciosi sui dati positivi del Pil, in linea col sentiment degli operatori Fimaa che fotografano una leggera ripresa delle compravendite, aiutata dal tenue aumento dei mutui erogati, da un clima di fiducia migliorato tra i clienti-consumatori e dalla ripresa del mercato Usa, ma purtroppo una rondine non fa primavera” A parlare è Valerio Angeletti, presidente nazionale Fimaa Confcommercio, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari. Che aggiunge: “La pressione fiscale sugli immobili nel nostro Paese non vuol saperne di ridursi e ha raggiunto ormai cifre da record. Mentre a Londra i laburisti hanno perso le elezioni sulla Mansion tax sugli immobili, che avrebbe penalizzato il mercato immobiliare e portato alla fuga degli investitori stranieri, in Italia dall’inizio della crisi economica per i proprietari di immobili il conto delle tasse è diventato sempre più salato. Ci siamo mai chiesti perché l’Italia, nonostante il suo forte appeal internazionale, non sia la destinazione preferita degli investitori globali del settore immobiliare?”. Per Angeletti “non bastano la buona congiuntura internazionale e la ripresa del mercato immobiliare americano, che dalla grande depressione del 1929 al crac di Lehman Brothers del 2008 ha influenzato nel bene e nel male l’economia e le crisi mondiali. Né bastano il migliorato clima di fiducia di famiglie e imprese e i provvedimenti varati finora dal governo per assicurare una vigorosa ripartenza dell’economia del settore e dell’Italia intera. Non finiremo mai di ripeterlo: per la ripresa servono meno tasse a partire dalla riduzione della pressione fiscale sugli immobili”.


Bergamo si scopre sempre più povera

fisco Nell’arco di un solo anno, ben 1.000 persone, hanno visto ridursi sostanzialmente il proprio reddito. Si tratta di quasi il 7% del campione rilevato dalla ricerca Cisl Bergamo sui dati della campagna 730. In pratica, 778 lavoratori in più compongono la fascia da 0 a 15milaeuro, mentre sono 226 i contribuenti in meno nella fascia superiore (da 15 a 30mila euro). «Si tratta di una netta riduzione del reddito del lavoro dipendente, segnale inequivocabile che la crisi che ha colpito il nostro sistema economico ci ha lasciato. Dal punto di vista sociale, poi, fa effetto anche vedere il numero degli inoccupati arrivare a 3.669, e quello dei pensionati scendere a 45.667 (1183 in meno rispetto a un anno fa: lascito della “Fornero”)».

«Sono dati “reali”, perché riferiti alle stesse persone che per due anni di fila hanno fatto la denuncia dei redditi al CAF CISL di Bergamo. Li potremmo identificare uno per uno, e ognuno di loro racconta una storia per la maggior parte dei casi non positiva», ha detto Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl orobica, nel corso della riunione del sindacato organizzata per lanciare anche a Bergamo la campagna di raccolta firme per la proposta di legge popolare per un fisco più equo.

«Mentre si fanno annunci, la situazione sul versante fiscale è ulteriormente peggiorata. Aumenti delle tariffe, aumento delle imposizioni fiscali locali come elemento compensativo della riduzione dei trasferimenti pubblici che ha assunto in questi ultimi anni una dimensione preoccupante, tassazione della prima casa. Interventi odiosi da contrastare con forza, perché colpiscono indistintamente redditi bassi e alti allo stesso modo, facendo venire meno il principio sacrosanto della progressività – evidenzia -. In questi ultimi anni il potere d’acquisto degli stipendi e pensioni è diminuito. In Lombardia e in provincia di Bergamo è aumentata la pressione fiscale di quasi il 3% per i dipendenti e oltre il 3% per i redditi da pensione. Il reddito medio da lavoro dipendente segna anche nel 2013 sul 2012 nella nostra provincia uno spostamento significativo nella fascia più bassa, sotto i 15.000 euro, mentre diminuisce sensibilmente la fascia di reddito dai 15.000 ai 30.000. Questo è l’ulteriore elemento che conferma uno spostamento verso un’area di povertà solo in questi due anni di oltre 1250 persone, centinaia di famiglie. Di questo elemento fondamentale non c’è traccia nella discussioni e nelle determinazioni che la politica a livello centrale e amministrativa sta facendo. Se vogliamo davvero rappresentare i più deboli non possiamo che assumere questo come elemento centrale della nostra azione contrattuale».

Le tasse salgono in media, nel campione Cisl, di 140€ tra i dipendenti e di 139 tra i pensionati. Gli inoccupati (cioè chi nel corso dell’anno fiscale ha perso il lavoro) hanno pagato mediamente 1.133 €. La media del reddito imponibile, per il 2013 è stata di 25.323, ma tra le donne l’importo medio scende a 20.820 (16.000 se pensionata), mentre i compagni uomini percepiscono 29.587 € (26.471 se “a riposo”).

L’area del capoluogo si conferma ancora la più ricca: in città la media del reddito sfiora i 30.000 euro, in provincia supera di poco i 25.000. «È il segno – secondo Ferdinando Piccinini – che, in questa provincia la parità uomo-donna anziché avanzare si allontana costantemente».

Negli anni presi in considerazione dalla ricerca Cisl (lo studio è partito nel 2008), il reddito medio per i dipendenti è aumentato del 2,59%, a fronte di un’inflazione del 11,70%. Si registra una perdita del potere d’acquisto del 9,11%. Nelle diverse classi d’età le uniche che superano l’inflazione sono quella dai 65 ai 69 anni e quella superiore agli 80 anni.

Per i pensionati l’aumento è del 7,98% e, conseguentemente, la perdita del potere d’acquisto è del 3,72%. Questo dato, nonostante il blocco della rivalutazione delle pensioni è possibile per il naturale sostituirsi delle pensioni basse, tipiche del primo dopoguerra, con pensioni più alte, caratteristiche delle classi d’età che sono andate in pensione più tardi, con una maggior regolarità dei versamenti contributivi.

«La crisi che abbiamo attraversato in questi anni, e che migliaia di persone stanno attraversando ancora, ha ulteriormente ampliato in misura inaccettabile disuguaglianze sociali, ha reso i poveri ancora più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Il cambiamento di questi anni ha messo in sofferenza tante famiglie alla prese con una prospettiva di futuro sempre più incerta».

Ma la Cisl, hanno sottolineato gli intervenuti all’assemblea, tra i quali Osvaldo Domaneschi segretario generale Cisl Lombardia e Giovanna Ventura segretaria organizzativa Cisl nazionale, non può limitarsi alla protesta. «Oggi siamo qui a lanciare con forza una proposta seria, articolata, che parte dalla riforma fiscale come elemento determinante e che ci fa assumere l’iniziativa di creare adesioni e consenso sociale per costringere la politica ad affrontare questo tema. Una riforma complessiva per un fisco più equo e più giusto, articolata in cinque punti fondamentali: meno fisco ai lavoratori e pensionati, una nuova regolamentazione per garantire gli stessi servizi ai cittadini senza aumentare la fiscalità locale; un nuovo assegno per il nucleo familiare; scelte chiare sulla lotta all’evasione fiscale attraverso tracciabilità e contrasto d’interesse e una grande operazione di redistribuzione della ricchezza tassando le grandi ricchezze finanziare e immobiliari al di sopra dei 500.000 euro».

Su queste proposte, la Cisl di Bergamo avvierà una serie di iniziative, a partire dalla presenza nei mercati di sabato 16 maggio a Grumello del Monte, Lovere, Treviglio e Zogno. Sabato 23 maggio, invece, sarà possibile conoscere i contenuti della proposta Cisl e firmare la propria adesione a Bergamo, in piazza Matteotti, e a Gazzaniga, in piazza Mercato.


Padoan: “C’è l’impegno per ridurre la pressione fiscale”

PadoanRiduzione della pressione fiscale e massimo impegno per portare fuori dalla recessione il Pese. Sono gli impegni che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha voluto stilare di fronte ai nuovi allievi ufficiali della Guardia di Finanza. Il messaggio principale che il ministro ha lanciato a Bergamo durante il giuramento dei giovani dell’Accademia lombarda riguarda il fisco: «L’impegno del Governo è quello di razionalizzare e ridurre» la pressione fiscale e «di orientare la riforma» del settore in modo che il prelievo favorisca la crescita economica, rafforzando ancora «la lotta all’evasione». I cui frutti stanno comunque crescendo: nel 2014 sono state recuperate «somme per 14,2 miliardi, in aumento dell’8,4% rispetto all’anno precedente», spiega Padoan. Comunque la «riforma fiscale punta a una semplificazione» del sistema per dare «regole stabili nel tempo» sia per l’amministrazione sia per i contribuenti, aggiunge il ministro. Più in generale «il Governo ribadisce l’impegno a completare il percorso di riforme di cui il Paese ha bisogno da molto tempo: si è aperta una finestra di miglioramento dell’economia e sarebbe un grave errore non approfittarne al meglio per rafforzare il percorso di riforme», afferma Padoan. Anche perchè, «dopo una lunga crisi, nell’ultimo trimestre del 2014 l’Italia è uscita dalla recessione, anche grazie a politiche di bilancio responsabili da parte dell’Unione Europea e certamente dell’Italia», con il Documento di economia e finanza di quest’anno che «prende atto di una maggiore crescita e soprattutto di più occupazione rispetto a quanto previsto».


Imu e Tasi, per la Cgia di Mestre sarà un 2015 di rincari

Tax calculator pen and glassesIl  carico di Imu e Tasi sulle famiglie italiane quest’anno potrebbero crescere, con la Tasi, in particolare che rischia di salire al 6 per mille se dal 2016 non verrà applicata la local tax sulla prima casa. A sostenerlo la Cgia di Mestre sulla base ad una ricerca che evidenzia, fino ad ora, come siano poco più di una dozzina le Amministrazioni comunali capoluogo di provincia che abbiano deliberato le aliquote/detrazioni dell’Imu e della Tasi per il 2015. Oltre la metà dei sindaci del campione che ha già deliberato ha deciso di aumentare il peso delle tasse sugli immobili – registra la Cgia. Si tratta per lo più di ritocchi che interessano un numero di contribuenti relativamente modesto. Tuttavia il trend è orientato verso un appesantimento del carico fiscale sugli immobili. Con l’approssimarsi del termine del 31 maggio – sottolinea la Cgia -, entro il quale i Comuni dovranno approvare il bilancio di previsione 2015, il numero delle delibere relative alle aliquote Imu e Tasi da applicare nel 2015 è destinato ad aumentare. “A fronte di 1,5 miliardi di euro di mancati trasferimenti previsti per quest’anno – afferma Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – per assicurare i medesimi livelli dei servizi ai propri concittadini, la maggioranza dei sindaci sottoposti a questa analisi ha deciso di ritoccare all’insù le aliquote o di ridurre le detrazioni dell’Imu e/o della Tasi”. “E a rendere ancor più delicata la situazione segnalo che nel 2015 i Comuni non disporranno di 625 milioni di euro – aggiunge Bortolussi -. Risorse stanziate a favore delle Amministrazioni comunali solo per il 2014 che, nelle iniziali intenzioni del legislatore, dovevano servire a ridurre il peso della Tasi sulla prima casa”. “Tra i tagli e il venir meno di queste preziose risorse, che nel 2014 sono servite ad abbattere il peso della Tasi sulla prima casa – aggiunge -, per l’anno in corso mancheranno nelle casse dei comuni oltre 2,1 miliardi di euro che, in parte, saranno coperti dai cittadini attraverso un inasprimento della tassazione sugli immobili”.


730 precompliato, a Bergamo richiesti oltre 22mila pin

Sono oltre 22mila i Pin rilasciati in Bergamasca dall’inizio dell’anno per accedere ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate, una vera e propria impennata – comunica la Direzione regionale dell’Agenzia – per la quale ha giocato un ruolo di primo piano il 730 precompilato, disponibile in rete dal 15 aprile. Per accedere alla precompilata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate sono infatti necessari il codice  Pin e la password rilasciati dall’Agenzia (da richiedere in un qualsiasi ufficio dell’Agenzia, attraverso il sito web, per telefono tramite il call center o con la Carta Nazionale dei Servizi). È inoltre possibile accedere alla precompilata tramite il portale dell’Inps, inserendo il Pin dispositivo rilasciato dall’ente di previdenza.

«Grazie all’intensa campagna informativa effettuata presso tutti gli uffici delle Entrate della Lombardia, il numero dei contribuenti che nei primi mesi del 2015 ha richiesto le credenziali per accedere al proprio 730 precompilato ha raggiunto la soglia dei 250mila – evidenzia la Direzione della Lombardia -. I contribuenti hanno espresso una spiccata preferenza per l’utilizzo del canale informatico: quasi 220mila, infatti, si sono collegati al sito dell’Agenzia, più di 30mila contribuenti lo hanno chiesto negli uffici dell’Agenzia e circa 1,600 hanno utilizzato il call center. Il picco di richieste di rilascio del codice Pin si è registrato a marzo 2015 con oltre 137mila (con l’avvicinarsi del giorno della disponibilità del precompilato online). Più di 57mila richieste sono arrivate nei primi 12 giorni di aprile».

Questi i numeri delle richieste ricevute dalle Direzioni provinciali della Lombardia dal primo gennaio (dato aggiornato al 13 aprile 2015)

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pin agenzia entrate gennaio - aprile 2015

Come funziona il 730 precompilato

Dal 1° maggio al 7 luglio sarà possibile accettare, integrare o modificare il modello e trasmetterlo all’Agenzia direttamente dal proprio computer o delegando il proprio sostituto d’imposta, un Caf o un professionista abilitato. Già da ora, però, l’Agenzia mette a disposizione dei contribuenti coinvolti la dichiarazione precompilata, proprio per consentire loro di consultare i dati presenti e di verificarne l’esattezza e la completezza.

I contribuenti che non hanno ancora chiesto la password e il Pin personali di accesso a Fisconline possono farlo collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it, telefonando al n. 848.800.444 oppure recandosi presso un qualsiasi ufficio delle Entrate (anche tramite delegato). Se la richiesta è effettuata allo sportello dal diretto interessato, vengono subito rilasciati la prima parte del codice Pin e la password di primo accesso. La seconda parte del Pin sarà in questo caso immediatamente fornita al contribuente via internet. Se la richiesta è invece effettuata online, per telefono, o tramite un soggetto delegato, la prima parte del codice viene rilasciata immediatamente, mentre la seconda parte e la password di primo accesso saranno inviate, a garanzia del contribuente, per posta al domicilio registrato in Anagrafe tributaria.


Bottacini (Pneumax): «Il sistema illogico ha prodotto questa giungla fiscale»

Pneumax, l’azienda con base a Lurano specializzata nella componentistica e apparecchiature per l’automazione ad aria compressa e che fa capo alle famiglie Bottacini e Beretta, ha ospitato la scorsa settimana un dibattito su tasse e burocrazia, con relatori di fama nazionale, come Giulio Sapelli, professore ordinario di Economia Politica e Storia Economica dell’Università Statale di Milano. “Di tasse si può anche morire” sottolinea Roberto Bottacini – amministratore delegato della Pneumax Spa e presidente della Pneumax Holding – che invita però gli imprenditori a guardare a chi, nonostante i tempi non siano dei migliori, sa reinventarsi e rimettersi in gioco.

Tra novembre e dicembre, secondo la Cgia di Mestre, saranno 25 le scadenze fiscali da onorare, una ogni due giorni. Le tasse da pagare sono un centinaio tra addizionali, bolli, canoni, cedolare, concessioni, contributi, diritti, imposte, maggiorazioni, ritenute, sovraimposte, tasse e tributi. Le imprese stanno morendo di tasse?
«Sicuramente siamo tutti in seria difficoltà, soprattutto le piccole medio imprese. Siamo sommersi da una giungla fiscale che non ci consente di lavorare con serenità, tenuto conto che  le regole cambiano di giorno in giorno e spesso capita che gli effetti siano addirittura retroattivi, andando persino contro gli assunti costituzionali. Per non citare la costante proliferazione di norme che da un giorno all’altro possono sconvolgere anche gli obiettivi a medio termine che gli imprenditori cercano di anticipare (basti pensare al Ddl di Stabilità che leggiamo nella stampa odierna, il quale prevede un succedersi di incrementi delle aliquote Iva dal 22% al 25,5%…). Forse è troppo chiedere un sistema fiscale chiaro e sopportabile? Non so se un giorno potremmo dire che pagare le tasse è bellissimo, ma quantomeno ho la speranza che se ci si adoperasse in tal senso si potrebbe affrontare ogni adempimento con uno spirito più costruttivo».

Quali sono i problemi che ogni giorno vive da imprenditore tra imposte e burocrazia?
«L’incertezza nel programmare le attività dell’azienda, dovendo sottostare a norme che non sappiamo come evolveranno nel breve termine e quale “costo” determineranno».

Quanto pesano tasse e ritardi burocratici nell’ordinaria amministrazione aziendale?
«Moltissimo. Definire quanto pesano tasse e burocrazia nell’ordinaria amministrazione, significa quantificare quanto “pesano” gli oneri amministrativi che da essa ne derivano. E che si traducono in un aggravio di costi, dispendio di risorse a tale gestione dedicate che quotidianamente non possono permettersi di sottrarre tempo alla lettura della stampa specializzata cercando di “rallegrarsi” per i colpi inferti. Ulteriore problema è che non ci si ferma alla prolificazione quotidiana delle norme; si devono attendere le Risoluzioni e le Circolari che interpretano le norme. Tutti costi e tempi sottratti alla crescita e allo sviluppo. L’ordinaria amministrazione aziendale, propriamente definita, dovrebbe essere dedicata ad altro. Spesso ci vengono richiesti adempimenti che sono pura formalità, non hanno alcuna effettiva utilità pratica, e spesso si traducono in richieste di dati che già sono stati forniti».

Le è capitato di vivere episodi o situazioni assurde e kafkiane legate a imposte e altri cavilli?
«Sì, se pensiamo al “Il Castello” di Kafka ne potremmo trarre molti spunti. In un sistema governato da una burocrazia tanto illogica quanto lenta, credo che nessuno ne sia esentato».

A pesare sulle imprese sono sempre più le imposte locali tra maggiorazioni, aliquote e addizionali. Quali azioni crede vadano intraprese a salvaguardia della ricchezza del territorio che è composta dalle imprese e attività che vi operano?
«Noi non facciamo distinzione fra “Tasse dello Stato e Tasse locali”. Sempre tasse sono. Derivano dalla necessità che anche gli Enti Locali hanno di dare copertura al loro fabbisogno, dato che lo Stato ha sottratto loro risorse. L’unica via percorribile consiste nell’aumentare la ricchezza prodotta e nel contempo ridurre al limite del necessario le spese di Provincie e Comuni».

Esistono esempi virtuosi o buone prassi da prendere a modello?
«Sono tutti quegli imprenditori che, nonostante tutto, continuano a  mettersi  in gioco, cogliendo ogni giorno la forza e la determinazione di reinventarsi. Sono molti ed è su di loro che dobbiamo contare per mantenere viva la nostra economia. Sono aziende che innovano, creano opportunità di lavoro, internazionalizzano il loro business e … pagano le tasse».