Nell’arco di un solo anno, ben 1.000 persone, hanno visto ridursi sostanzialmente il proprio reddito. Si tratta di quasi il 7% del campione rilevato dalla ricerca Cisl Bergamo sui dati della campagna 730. In pratica, 778 lavoratori in più compongono la fascia da 0 a 15milaeuro, mentre sono 226 i contribuenti in meno nella fascia superiore (da 15 a 30mila euro). «Si tratta di una netta riduzione del reddito del lavoro dipendente, segnale inequivocabile che la crisi che ha colpito il nostro sistema economico ci ha lasciato. Dal punto di vista sociale, poi, fa effetto anche vedere il numero degli inoccupati arrivare a 3.669, e quello dei pensionati scendere a 45.667 (1183 in meno rispetto a un anno fa: lascito della “Fornero”)».
«Sono dati “reali”, perché riferiti alle stesse persone che per due anni di fila hanno fatto la denuncia dei redditi al CAF CISL di Bergamo. Li potremmo identificare uno per uno, e ognuno di loro racconta una storia per la maggior parte dei casi non positiva», ha detto Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl orobica, nel corso della riunione del sindacato organizzata per lanciare anche a Bergamo la campagna di raccolta firme per la proposta di legge popolare per un fisco più equo.
«Mentre si fanno annunci, la situazione sul versante fiscale è ulteriormente peggiorata. Aumenti delle tariffe, aumento delle imposizioni fiscali locali come elemento compensativo della riduzione dei trasferimenti pubblici che ha assunto in questi ultimi anni una dimensione preoccupante, tassazione della prima casa. Interventi odiosi da contrastare con forza, perché colpiscono indistintamente redditi bassi e alti allo stesso modo, facendo venire meno il principio sacrosanto della progressività – evidenzia -. In questi ultimi anni il potere d’acquisto degli stipendi e pensioni è diminuito. In Lombardia e in provincia di Bergamo è aumentata la pressione fiscale di quasi il 3% per i dipendenti e oltre il 3% per i redditi da pensione. Il reddito medio da lavoro dipendente segna anche nel 2013 sul 2012 nella nostra provincia uno spostamento significativo nella fascia più bassa, sotto i 15.000 euro, mentre diminuisce sensibilmente la fascia di reddito dai 15.000 ai 30.000. Questo è l’ulteriore elemento che conferma uno spostamento verso un’area di povertà solo in questi due anni di oltre 1250 persone, centinaia di famiglie. Di questo elemento fondamentale non c’è traccia nella discussioni e nelle determinazioni che la politica a livello centrale e amministrativa sta facendo. Se vogliamo davvero rappresentare i più deboli non possiamo che assumere questo come elemento centrale della nostra azione contrattuale».
Le tasse salgono in media, nel campione Cisl, di 140€ tra i dipendenti e di 139 tra i pensionati. Gli inoccupati (cioè chi nel corso dell’anno fiscale ha perso il lavoro) hanno pagato mediamente 1.133 €. La media del reddito imponibile, per il 2013 è stata di 25.323, ma tra le donne l’importo medio scende a 20.820 (16.000 se pensionata), mentre i compagni uomini percepiscono 29.587 € (26.471 se “a riposo”).
L’area del capoluogo si conferma ancora la più ricca: in città la media del reddito sfiora i 30.000 euro, in provincia supera di poco i 25.000. «È il segno – secondo Ferdinando Piccinini – che, in questa provincia la parità uomo-donna anziché avanzare si allontana costantemente».
Negli anni presi in considerazione dalla ricerca Cisl (lo studio è partito nel 2008), il reddito medio per i dipendenti è aumentato del 2,59%, a fronte di un’inflazione del 11,70%. Si registra una perdita del potere d’acquisto del 9,11%. Nelle diverse classi d’età le uniche che superano l’inflazione sono quella dai 65 ai 69 anni e quella superiore agli 80 anni.
Per i pensionati l’aumento è del 7,98% e, conseguentemente, la perdita del potere d’acquisto è del 3,72%. Questo dato, nonostante il blocco della rivalutazione delle pensioni è possibile per il naturale sostituirsi delle pensioni basse, tipiche del primo dopoguerra, con pensioni più alte, caratteristiche delle classi d’età che sono andate in pensione più tardi, con una maggior regolarità dei versamenti contributivi.
«La crisi che abbiamo attraversato in questi anni, e che migliaia di persone stanno attraversando ancora, ha ulteriormente ampliato in misura inaccettabile disuguaglianze sociali, ha reso i poveri ancora più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Il cambiamento di questi anni ha messo in sofferenza tante famiglie alla prese con una prospettiva di futuro sempre più incerta».
Ma la Cisl, hanno sottolineato gli intervenuti all’assemblea, tra i quali Osvaldo Domaneschi segretario generale Cisl Lombardia e Giovanna Ventura segretaria organizzativa Cisl nazionale, non può limitarsi alla protesta. «Oggi siamo qui a lanciare con forza una proposta seria, articolata, che parte dalla riforma fiscale come elemento determinante e che ci fa assumere l’iniziativa di creare adesioni e consenso sociale per costringere la politica ad affrontare questo tema. Una riforma complessiva per un fisco più equo e più giusto, articolata in cinque punti fondamentali: meno fisco ai lavoratori e pensionati, una nuova regolamentazione per garantire gli stessi servizi ai cittadini senza aumentare la fiscalità locale; un nuovo assegno per il nucleo familiare; scelte chiare sulla lotta all’evasione fiscale attraverso tracciabilità e contrasto d’interesse e una grande operazione di redistribuzione della ricchezza tassando le grandi ricchezze finanziare e immobiliari al di sopra dei 500.000 euro».
Su queste proposte, la Cisl di Bergamo avvierà una serie di iniziative, a partire dalla presenza nei mercati di sabato 16 maggio a Grumello del Monte, Lovere, Treviglio e Zogno. Sabato 23 maggio, invece, sarà possibile conoscere i contenuti della proposta Cisl e firmare la propria adesione a Bergamo, in piazza Matteotti, e a Gazzaniga, in piazza Mercato.