Terziario Donna, idee e progetti in vista dell’Expo

expo-milanoSi parlerà di progetti e idee per l’Expo martedì 10 marzo a Nembro. L’occasione è l’incontro promosso dal Gruppo Terziario Donna di Ascom, a partire dalle 17, alla Tenuta Piajo.

Nel corso del pomeriggio verranno illustrati i risultati dei progetti proposti nell’ambito dello sportello Ascom “Prepariamoci all’Expo”, un servizio di consulenza che ha indirizzato numerose attività verso le opportunità di Expo2015.

«La condivisione degli intenti e il fare rete – dice Stefania Pendezza, referente dello sportello – sono stati punti focali per individuare le strategie più idonee per avvicinarsi alla grande manifestazione, insieme alla promozione di nuovi modelli imprenditoriali basati su innovazione e creatività».

Questi temi saranno presentati e discussi con alcune imprenditrici di Terziario Donna di Ascom che porteranno le loro esperienze e parleranno dei progetti messi in campo per l’appuntamento mondiale: Patrizia Rota Biasetti, titolare del Panificio Rota Biasetti, interverrà sull’importanza di della valorizzazione delle reti territoriali e Maria Teresa Lodi, fondatrice di Geakoinè, società di interpretariato e comunicazione strettamente legati all’accoglienza dell’interlocutore straniero, illustrerà come l’analisi dei patrimoni culturali, con le loro usanze e tradizioni possa essere un’imprescindibile base per la migliore ospitalità atta ad accogliere il turista straniero.

L’iniziativa si svolgerà nell’ambito di ‘Food for Expo’, vetrina dedicata alle imprese dell’alimentare, promossa alla Tenuta Colle Piajo dall’azienda CI.DI.A lunedì 9 e martedì 10 marzo .

L’intento della due giorni è di far conoscere e incontrare alcune importanti aziende dell’alimentare e di promuovere uno scambio di esperienze e di idee sul cibo e l’alimentazione, in vista dell’appuntamento milanese.

 


Dall’Aspan “Il Pane del Palma”

Anche l’AspanPANE-palma-il-vecchio, l’Associazione Panificatori Artigiani della Provincia di Bergamo, ha aderito al “progetto Palma” omaggiando l’artista in occasione della mostra alla Gamec con una ricetta che utilizza la farina del territorio bergamasco e i prodotti locali. Il Pane del Palma è realizzato in pezzatura da 400 grammi ed ha come ingredienti farina di grano tenero tipo 1 “QuiVicino” (ossia la farina prodotta con il grano coltivato in provincia di Bergamo grazie al progetto di filiera corta promosso dall’associazione stessa), farina integrale, farina di mais, acqua, latte in polvere, lievito e sale.

Si può trovare nei panifici associati che hanno scelto di partecipare all’iniziativa.


Artigiani, il bergamasco Testa vicepresidente di Anap Lombardia

Nuovo direttivo regionale per Anap Lombardia, l’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato, che lo scorso 26 febbraio si è riunita in assemblea per rinnovare le cariche statutarie.

Presidente è stato confermato Giovanni Mazzoleni del gruppo Anap di Lecco, mentre nuovo vicepresidente è stato eletto il presidente di Anap Bergamo Cecilio Testa, 66 anni, artigiano tipografo di Albano Sant’Alessandro.

Altri tre bergamaschi, tutti consiglieri di Anap Bergamo, sono entrati a far parte del consiglio regionale: si tratta del riconfermato Luciano Facchinetti di Paladina, e dei nuovi ingressi Adriano Arzuffi di Valbrembo e Andrea Salvi di Val Brembilla.


Contraffazione e abusivismo, artigiani a confronto

Abusivismo ConfartigianatoLa piaga della contraffazione, unitamente al fenomeno dell’abusivismo, anche nella nostra provincia sta minando la qualità del Made in Italy e mettendo in ginocchio numerose imprese artigiane, appartenenti prevalentemente ai settori del tessile-abbigliamento, calzaturiero, occhialeria, alimentare, giocattoli, cosmetica, elettronica e informatica. Ma, oltre a questo, ad essere messe a rischio sono soprattutto la sicurezza e la salute stessa del cittadino-consumatore, che si può ritrovare nella duplice veste di complice e vittima.

Così Confartigianato Bergamo ha lanciato una campagna formativa, informativa e di sensibilizzazione che partirà lunedì 2 marzo alle 18, nell’Auditorium di via Torretta, con il seminario “Contraffazione e abusivismo: quanto costa l’illegalità alle imprese artigiane”.

L’incontro, moderato dal direttore Stefano Maroni, sarà aperto dal presidente Angelo Carrara e dal capo Area Produzione e Subfornitura Alessandro Bonzi. A seguire gli interventi di Enrico Quintavalle, responsabile dell’ufficio studi di Confartigianato nazionale (“I numeri della contraffazione e dell’abusivismo”) e Licia Redolfi, ricercatrice dell’osservatorio di Confartigianato Lombardia (“Incidenza di contraffazione e abusivismo sul territorio locale”). Francesca Cappiello, dirigente del ministero dello Sviluppo economico, presenterà le politiche e gli strumenti per la lotta alla contraffazione messi in atto dallo Stato, mentre il tenente colonnello Massimo Ghibaudo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo interverrà sul tema “Cooperazione tra poteri pubblici e organizzazioni professionali”.

Per iscrizioni: ufficio Aree di mestiere (tel. 035 274267; e-mail: roberta.tarchini@artigianibg.com).


Castelletti, addio polemico all’Associazione Sommelier

Luca CastellettiIl padre, Italo Castelletti, ha fondato la delegazione dell’ Ais di Bergamo nel lontano 1977, realizzando in quell’anno anche il primo corso per aspiranti sommelier. Nel 2015, il figlio Luca, che ha seguito le orme paterne e per anni lo ha affiancato nell’organizzazione delle tante iniziative messe in cantiere, abbandona l’Associazione.

Socio Ais dall’ ’89, membro per anni nel Consiglio nazionale, titolare dell’enoteca Al Ponte (a Ponte San Pietro) dove ha ospitato la delegazione provinciale guidata da Nives Cesari, Castelletti nei giorni scorsi ha vergato due righe scarne e le ha inviate al presidente nazionale e, per conoscenza, a quello regionale Fiorenzo Detti e alla delegata di Bergamo, Roberta Agnelli. “Con la presente Vi informo che mi dimetto dall’Associazione italiana sommelier in qualità di socio Ais”.

Dimissioni che suonano come una denuncia contro un’Associazione che, a detta di Castelletti, non è più in grado di dare risposte all’altezza dei tempi. “Vorrei puntualizzare – annota Castelletti – che la mia è una scelta ponderata e anticipata di parecchi mesi prima dell’Expo per evitare polemiche in concomitanza con le celebrazioni per il 50esimo di fondazione dell’Associazione e con il congresso nazionale che si svolgerà in Lombardia”. “Detto questo – aggiunge Castelletti – voglio sottolineare che, seguendo le orme dettate da mio padre Italo, ho sempre cercato di anteporre le esigenze dell’Associazione a quelle personali. Se ho scelto di dare le dimissioni dopo trent’anni è perché ormai mi sentivo come Don Chisciotte che combatte contro una struttura che per una seria di situazioni considero obsoleta”.

Secondo Castelletti, “l’Ais soffre degli stessi mali che affliggono e paralizzano il nostro Paese”. “Alcuni mie prese di posizione per un forte rinnovamento – evidenzia Castelletti – non sono state prese in considerazione. Per esempio, è mai possibile che nell’ordinamento giuridico italiano il sommelier non sia ancora una figura professionale ufficialmente riconosciuta? Ecco, poco o nulla è stato fatto anche in questo senso. E allora dico che non si può lasciare l’Associazione nelle mani dei soliti senatori”. C’è amarezza nelle parole di Castelletti. Ma nell’addio all’Ais, ci tiene a dire un grazie particolare al presidente regionale Fiorenzo Detti e all’ex delegata e storica collaboratrice Nives Cesari. “Alla nuova delegata Roberta Agnelli auguro di proseguire sulla strada iniziata dalla mia famiglia e di ottenere altrettanti successi. Io continuerò a essere… un narratore del gusto”.


Federottica Bergamo, Benedetti confermato alla presidenza

Marco Benedetti - FederotticaNei giorni scorsi, Federottica Bergamo ha tenuta l’assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche. Il Consiglio Direttivo eletto, che resterà in carica per il triennio 2015 – 2017 risulta così composto: presidente Marco Benedetti (riconfermato), vicepresidente Luca Gotti, segretario Luca Elzi. I consiglieri sono: Gianmario Bonacina, Cristina Belotti, Bruno Cimardi, Paolo Zirafa ed Enrico Pirotta.
Probiviri: Cesare Ravasio, Stefano Luiselli e Diana Neviani


Borgo Palazzo, le “Botteghe” rilanciano e puntano al distretto 

Ha obiettivi ambiziosi il nuovo Direttivo delle “Botteghe di Borgo Palazzo”, compreso quello di dare vita ad un distretto del commercio, ma ha anche cominciato a lavorare da subito sulle questioni di più stretta attualità e sulle iniziative di animazione. È un gruppo giovane, a cominciare dal presidente, Roberto Marchesi, dell’omonimo panificio al civico 106. Ha 34 anni, una laurea in Scienze politiche ed ha deciso di dedicarsi all’attività di famiglia (che oggi conta quattro punti vendita) solo da un paio d’anni, dopo essersi fatto le ossa nella gestione di fiere. È anche nel Consiglio direttivo del gruppo Giovani dell’Ascom.

Il vertice dell’Associazione è stato ampiamente rinnovato, una sorta di rifondazione? 
«Ci siamo fatti avanti perché non volevamo andasse disperso quanto di positivo è stato fatto sino ad ora. Negli ultimi tempi, occorre ammetterlo, le attività dell’Associazione avevano cominciato a trascinarsi un po’ per inerzia, come la festa di settembre, sottotono rispetto agli esordi. Aleggiava anche l’idea di una divisione tra la parte alta della via, da piazza Sant’Anna verso via Camozzi, e quella bassa, per differenza di caratteristiche. Abbiamo deciso di metterci in gioco per salvaguardare l’unità, primo requisito se si vuole essere ascoltati e cercare di portare avanti progetti di un certo respiro. Il Consiglio è ben assortito tra nuovi ingressi e conferme, forze giovani ed esperienza».

Vi siete insediati a novembre, su cosa avete cominciato a lavorare?
«Innanzitutto sulle luminarie di Natale. Siamo riusciti a coinvolgere tutto il tratto che va dal cavalcavia a via Camozzi. Non succedeva da quattro anni, può essere considerato un buon inizio… Abbiamo anche organizzato una festa di Carnevale, che un po’ di bambini li ha portati nonostante il maltempo, e recentemente abbiamo incontrato l’assessore alla Mobilità Gianfranco Ceci per sottoporgli il problema della sosta nella zona dal cavalcavia all’incrocio con viale Pirovano. Mentre più avanti è regolata dal disco orario, qui non solo è libera ma non ci sono nemmeno le strisce a delimitare gli spazi. La conseguenza sono auto che stazionano per tutto il giorno – e più -, in una disposizione caotica, anche sui marciapiedi. La soluzione non dovrebbe essere difficile, si tratta di introdurre una regolamentazione anche qui».

Viabilità e parcheggi sono una criticità costante per il commercio in città…
«Penso che l’accessibilità di Borgo Palazzo dovrebbe essere completamente rivista e con questo intendo viabilità, parcheggi e trasporto pubblico. Oggi la via sopporta un grande traffico, che crea disagio ai residenti ma non dà molto nemmeno alle attività commerciali. Se si è in colonna o non si trova parcheggio non si è di certo invogliati a fermarsi per fare acquisti. È un sistema da ripensare tenendo conto delle esigenze sia di chi abita sia di chi lavora nella via».

A quale bacino di clientela si rivolge prima di tutto via Borgo Palazzo, ai residenti o a chi viene da fuori?
«Per prima cosa occorre rinsaldare il legame con chi vive qui. Si tratta più che altro di far capire che il commercio ha un ruolo centrale nel determinare la qualità della vita e degli spazi urbani, che la presenza delle attività è importante anche per chi possiede casa. Una via senza negozi e servizi fa presto spazio al degrado e i valori degli immobili scendono. Rendersene conto potrebbe portare anche a fare scelte diverse per i propri acquisti, decidendo di privilegiare i negozi sotto casa anche per questo motivo».

Sembra una specie “beneficenza” ai negozi di vicinato…
«Affatto, significa capire che far vivere una zona è responsabilità di tutti. Comporta andare un po’ più in là con la visione, non fermarsi al prezzo dei prodotti. Naturalmente anche i commercianti devono dare il proprio meglio nella proposta».

Come è caratterizzata l’offerta commerciale della via?
«Ci sono circa 200 negozi. L’offerta dei beni alimentari e di prima necessità è completa e permette di trovare tutto senza dover prendere l’auto. Non mancano nemmeno produzioni di qualità, dal pastificio alla pasticceria. La seconda anima è quella dell’artigianato, delle decorazioni, dell’arte. È un mix interessante».

In questi giorni state ultimando il tesseramento. La particolarità è che con chiedete alcuna quota di iscrizione…    
«Chiediamo solamente di riconsegnarci un modulo con un indirizzo di posta elettronica, di essere connessi con la nostra pagina Facebook e di collaborare nella promozione di ogni evento. Il contributo viene richiesto sulla singola iniziativa alla quale si decide di aderire. Non vogliamo che il solo fatto di aver versato l’iscrizione induca in qualche modo a pretendere un pacchetto completo di idee e soluzioni. Con questo metodo, invece, crediamo che si possano rinnovare su ogni progetto la condivisione e la partecipazione. Che significa anche, semplicemente, adeguarsi nel seguire un tema per l’allestimento delle vetrine, così da rafforzare tutti assieme l’immagine della via».

In apertura ha raccontato dell’ipotesi che circolava di una diversa rappresentanza per le botteghe della parte più antica di Borgo Palazzo. In effetti, la via presenta volti differenti tra loro…
«Non è un buon motivo per rinunciare all’unità, che è la vera forza di un’associazione. Ciò che vogliamo fare è valorizzare ogni zona a seconda delle sue caratteristiche. Per la parte definita borgo storico, in particolare, stiamo valutando la possibilità di dare vita ad un distretto del commercio. Stiamo cercando di capire come realizzarlo, in base anche alle indicazioni della Regione. Potrebbe essere un’aggregazione con altri borghi storici della città».

Distretto, allora puntate in alto…
«Vogliamo percorrere tutte le strade che permettano di portare risorse sul territorio e il distretto può essere uno strumento, soprattutto per realizzare una politica integrata di comunicazione».

La sua tesi di laurea era dedicata al marketing urbano e prendeva via XX settembre come caso di studio. Oggi quei concetti sono ampiamente acquisiti, ma è arrivato anche qualche risultato?
«Piazza Pontida, per esempio, è sicuramente più bella di dieci anni fa. Noi ci abbiamo aperto un nuovo punto vendita del nostro panificio e sta vivendo un più generale ritorno alle funzioni di vicinato che aveva perso».

Nel Direttivo delle Botteghe siete in maggioranza giovani, anche le nuove generazioni di commercianti, dunque, hanno voglia di impegnarsi…
«Fino a qualche anno fa avere trent’anni era considerato un limite, oggi è un merito. In realtà non è né l’uno né l’altro, Renzi ha però sdoganato il fattore età e si sta facendo largo l’idea che i giovani possano dare un proprio contributo. Per quanto riguarda la mia scelta, ho cominciato ad occuparmi dell’attività di famiglia da due anni ed ho pensato che la mia esperienza di studio e professionale potesse essere messa al servizio anche dell’Associazione. Il nostro approccio è realistico, ci siamo messi al lavoro da subito, con proposte concrete. Se ci saranno risultati andremo avanti e accelereremo pure, altrimenti passeremo il testimone a qualcun altro».

Le prossime iniziative?
«Probabilmente una festa a primavera inoltrata e una “bomba” per la festa di settembre, una manifestazione che aveva già un format interessante perché portava in primo piano le attività della via e che vogliamo rilanciare in grande stile».