Ambulanti, sconti speciali per i soci Fiva su Rc autocarri

Ogni martedì nella sede di Via Borgo Palazzo servizio di consulenza dedicato per abbattere i costi legati alla polizza 

Per abbattere i costi fissi degli ambulanti, Fiva aderente ad Ascom Confcommercio Bergamo ha stipulato un accordo con Cabi Broker di Assicurazioni Srl per la polizza responsabilità civile di autocarri, oltre all’assistenza nella gestione dei contratti e degli eventuali sinistri. Ogni martedì nella sede Ascom Confcommercio Bergamo di Via Borgo Palazzo è a disposizione uno sportello di consulenza dedicato. Dalle 14.30 alle 17 gli associati potranno avere un preventivo personalizzato. L’accesso allo sportello è libero, senza appuntamento.

La tariffa RCA base minima riscontrata a oggi è pari a 210 euro, cifra variabile sulla base di alcuni parametri, quali ad esempio: anagrafica del contraente (età, residenza), classe di merito, peso del veicolo, massimale di polizza.

“La collaborazione con Cabi Broker è in atto da tempo per assicurare tariffe vantaggiose agli ambulanti e abbattere i costi fissi legati al veicolo, fondamentale per la nostra attività, in un momento in cui il caro carburante pesa enormemente sui nostri bilanci- commenta Diego Pesenti, presidente Fiva Bergamo-. Grazie al nuovo accordo i costi fissi legati alla polizza autocarri sono quasi dimezzati a pari condizioni con altre compagnie assicurative. Il servizio, con consulente dedicato ogni martedì, è particolarmente apprezzato dalla categoria: in questi primi incontri abbiamo rilevato un interesse per avere preventivi su misura che in tempo reale danno subito l’idea di risparmio sulla spesa, contratti alla mano”.

Per informazioni è possibile contattare la segreteria Fiva allo 035 4120340.


Dal gelato per l’Ucraina alla donazione al Papa Giovanni: l’anno dei gelatieri bergamaschi

La serata conviviale, allo Chapeau Bistrot di Redona, è servita per lo scambio degli auguri per le imminenti festività e per fare il punto sulle iniziative organizzate nel 2022 dall’associazione.

Si chiude un anno all’insegna dei valori e della beneficenza per i gelatieri bergamaschi di Ascom Confcommercio Bergamo. Un anno che ha visto il gruppo in prima fila quando si è trattato di pensare non solo alla promozione della categoria, ma anche (e soprattutto) alle iniziative con sfondo benefico per le persone meno fortunate.

Nella serata-evento organizzata allo Chapeau Bistrot di Redona i gelatieri bergamaschi si sono scambiati gli auguri di buon Natale e, tra una portata della cena e l’altra, ne hanno approfittato per condividere le esperienze della stagione appena passata.

A fare il punto ci ha pensato la presidentessa Giorgia Mologni, che ha elencato le iniziative messe in campo nel 2022: “Un anno particolarmente ricco di contenuti – ha sottolineato -. Il 24 marzo, in occasione della giornata europea del gelato artigianale, abbiamo promosso la campagna ‘Un gelato per l’Ucraina’, promuovendo le donazioni per la popolazione colpita dal conflitto; dal 24 al 30 aprile, per la ‘settimana solidale’, ogni gelateria ha avuto la possibilità di adottare un istituto o un associazione del territorio che si occupa di ragazzi in difficoltà, donando loro un gelato; l’8 maggio, in occasione della Festa della Mamma abbiamo invece creato una comunicazione ad hoc; l’8 luglio abbiamo donato 400 euro al reparto di pediatria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo; e il 2 ottobre, per la Festa dei Nonni, abbiamo donato un gelato agli ospiti delle Rsa del territorio”.

Iniziative lodevoli e non scontate, soprattutto in un anno che ha visto le imprese bergamasche – ma anche di tutta Italia – messe a dura prova dal caro-energia: “In effetti è stato un anno difficile sotto tanti punti di vista – ha spiegato il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini -. Però, come dico spesso, ognuno si deve dare da fare per dare il proprio contributo: la guerra in Ucraina è stato il punto più basso in assoluto sia dal punto di vista emotivo, sia dal punto di vista economico. Il mondo dei gelatieri bergamaschi è però sempre stato vivo, le vostre iniziative sono sempre state belle e visibili. Un grande grazie va anche agli sponsor che ogni anno ci sostengono”.


Terziario Donna, Alessandra Cereda confermata alla guida. Francesca Bassi neo-vice

Il consiglio è stato completamente rinnovato: Francesca Fuselli, Norma Mazzoleni, Cristina Mora, Stefania Carissimi, Veronica Rota e Vincenza Carissimi nel direttivo

E’ stata confermata alla guida di Terziario Donna Alessandra Cereda che, al secondo mandato consecutivo, resterà in carica fino al 2026. Cereda, classe 1976, della “Mobil Cereda” di Zanica, è affiancata dalla neo vicepresidente Francesca Bassi di “Chapeau Cafè e Bistrot” di Bergamo.

Il consiglio è stato completamente rinnovato e vede la nomina di Francesca Fuselli di “Fuselli Sport” di Almè, Norma Mazzoleni di “Dif Spa” di Azzano San Paolo, Cristina Mora di “Ferramenta Mora Venanzio” di Pedrengo, Stefania Carissimi di “Maracuja Agency” di Bergamo, Veronica Rota di “Mobil Rota” di Almenno San Bartolomeo e Vincenza Carissimi di “Bar Commercio” di Osio Sotto.

I due anni di emergenza Covid-19 hanno visto crescere il numero di imprese femminili, che hanno dato dinamicità al fenomeno dell’autoimpiego, ma hanno anche segnalato la debolezza del nostro sistema economico e la necessità di rafforzare il supporto ai neo imprenditori. “La pandemia ha messo in evidenza tutti i limiti della conciliazione famiglia lavoro e le difficoltà sono state enormi in questi due anni- sottolinea Alessandra Cereda-. Tra quarantene e stop alla didattica, l’impegno delle donne, divise tra lavoro e famiglia, è stato davvero enorme e purtroppo non sempre riconosciuto”. L’impegno della categoria è quello di continuare a supportare le imprese al femminile: “Il primo passo è l’informazione e il costante aggiornamento su bandi, bonus e opportunità, anche sul fronte Pnrr. Contiamo di organizzare poi webinar e convegni sui temi più sentiti dalle nostre imprese. Prosegue inoltre, sul piano personale e welfare, l’impegno del Gruppo a fianco di Ente Mutuo regionale, con incontri mirati sulla salute femminile e sul ruolo insostituibile della prevenzione e sensibilizzazione”.

Quanto ai numeri, si contano in città e provincia 13.884 donne con funzioni imprenditoriali, di cui 4802 ditte individuali e 1082 legali rappresentanti di società, cui si aggiungono circa 8mila soci e coadiuvanti (dati Ascom su elaborazione fonte camerale al IV trimestre 2021).


Nasce Pro2b, il primo portale dal professionista all’azienda

La nuova piattaforma sarà presentata ai professionisti bergamaschi venerdì 25 marzo, alle ore 17, in sala Conferenze nella sede Ascom Confcommercio Bergamo

Nasce, per iniziativa dei gruppi “Libere professioni” e “Commercio elettronico” Ascom Confcommercio Bergamo, Pro2b, il primo portale che mette in relazione i liberi professionisti con la loro clientela, attraverso il modello “professional to business”, dal professionista all’azienda. La piattaforma, riservata ai liberi professionisti che operano nel territorio bergamasco, favorisce l’incontro tra l’azienda in cerca di un servizio o di specifiche competenze e il fornitore qualificato. Attraverso l’incontro tra domanda e offerta le imprese e i commercianti bergamaschi possono ricercare e incontrare i professionisti adatti alle loro esigenze, senza inutile dispersione di tempo e di energie, oltre al vantaggio di poter trovare un interlocutore qualificato a “km zero”.

Grazie all’intelligenza artificiale si garantisce il “matching” perfetto tra domanda e offerta. Un importante aiuto per le imprese del terziario che, anche per effetto della pandemia, si sono scontrate con i propri limiti a livello digitale: “Mai come in questi ultimi due anni abbiamo assistito a un’accelerazione delle competenze digitali e di marketing per stare sul mercato- commenta il direttore Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini-. Molte imprese si sono affidate a temporary manager perché la struttura stessa della maggior parte delle nostre aziende non consente di avere risorse dedicate al loro interno. Grazie al nuovo portale, le imprese possono in modo veloce ed efficace trovare sul territorio la risposta ai loro bisogni in continua evoluzione, proprio come il mercato”.

Matteo Mongelli, presidente del gruppo “Libere Professioni” Ascom Confcommercio Bergamo , sottolinea l’opportunità del portale per dare valore alla multiforme realtà delle competenze dei titolari di partita Iva, anche delle realtà più giovani, presenti sul territorio: “Il futuro del mercato del lavoro, come evidenziato anche da una recente ricerca Censis, va verso l’accorciamento della filiera. Poter disporre di un portale che favorisce l’incontro tra domanda e offerta sul territorio rappresenta un’ottima opportunità. Le relazioni continuano a essere insostituibili e fondamentali e in questo sta la forza del nostro gruppo, che attraverso eventi come “Join the club”, che lo scorso anno ha visto oltre cento partecipanti, sa trasformare le connessioni virtuali in veri e propri scambi di opportunità e di crescita professionale. Grazie al portale si faciliteranno incontri e scambi, anche generazionali, attraverso il confronto tra professionisti junior e senior, per continuare a crescere e contaminare le competenze”.

Roberto Nembrini, presidente del nuovo Gruppo “Commercio Elettronico” Ascom, sottolinea l’importanza dell’intelligenza artificiale al servizio della professionalità: “Con il cambiamento in atto le aziende devono sempre più ricercare nuove competenze al di fuori dalla propria realtà aziendale e questa ricerca va semplificata, velocizzata e supportata. Nel portale Pro2b sarà l’intelligenza artificiale a individuare il bisogno reale dell’azienda, l’eventuale problematica e a rispondere in maniera mirata con la soluzione, proponendo una scelta tra diversi fornitori qualificati e selezionati. Tutto questo supportato da eventi fisici e relazioni vere”.

Il nuovo portale sarà presentato ai professionisti bergamaschi venerdì 25 marzo, alle ore 17, in sala Conferenze nella sede Ascom Confcommercio Bergamo. Nelle prossime settimane verrà presentato anche alle aziende del territorio. Il sito Pro2b è un format innovativo che mette in relazione i liberi professionisti con la loro potenziale clientela e accompagna le imprese del terziario nell’evoluzione delle competenze richieste dal mercato. Il portale, nato e progettato a Bergamo, realizzato dalla società Devon srl, rappresenta un unicum a livello nazionale. Grazie a un’attenta e automatizzata profilazione aziendale ed attraverso l’intelligenza artificiale si individuano e propongono i professionisti che rispondono alle diverse necessità. Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi possono così contare su un aiuto per trovare i professionisti più vicini non solo alle loro esigenze ma anche alla loro vera necessità. Emerge così la consapevolezza di come l’innovazione e il digitale non servano solo a comunicare meglio, ma anche e soprattutto a supportare le imprese verso un riposizionamento strategico e operativo al fine di renderle più competitive.

Una risposta alle esigenze delle imprese del terziario

L’Osservatorio “Marketing e Comunicazione Bergamo” realizzato da Format Research per il gruppo MMCE dei Servizi all’imprese (dati a fine gennaio 2022) ha evidenziato una criticità nelle competenze interne: solo il 33,8% delle imprese bergamasche ha un dipartimento interno o almeno un addetto che si occupa in via specialistica del marketing aziendale. Quindi due aziende su tre ricorrono alla competenza del loro titolare, che non è specialistica e dedicata, occupandosi lo stesso dell’attività principale dell‘impresa, per l’attività di sviluppo, marketing e comunicazione. Il 63,3% delle imprese bergamasche ha investito nel 2021 solo in strumenti di marketing digitali, contro il 22,5% in entrambi e solo il 14,2% esclusivamente in strumenti di marketing tradizionale. Di questi investimenti ben il 93,8% delle imprese dichiara di aver investito sul website. Sebbene l’obiettivo prevalente degli investimenti digitali delle imprese sia quello di comunicare con immediatezza (46,8%), migliorare la brand reputation (42,7%) e aumentare i contatti dei clienti anche geograficamente lontani (32,8%). Esiste un bisogno attuale e molto forte. Tra le esigenze più sentite, quella di migliorare la competitività aziendale grazie al confronto con aziende più strutturate 30,9%, seguita da quella di implementare strategie efficaci basate sui bisogni reali della clientela 21,6%.

 

 

 


Servizi professionali per le imprese, nasce Asseprim Bergamo

Il settore è tra i più dinamici e in evoluzione a livello territoriale. Sono 5812 le aziende iscritte alla Camera di Commercio di Bergamo

Nasce Asseprim Bergamo, rappresentanza dei servizi professionali per le imprese. Il nuovo direttivo risponde all’esigenza, partita direttamente dal tessuto imprenditoriale dei servizi, di

rappresentare uno dei settori più dinamici e in evoluzione a livello territoriale. Sono 5812 le aziende che operano nel settore dei servizi alle imprese iscritte alla Camera di Commercio di Bergamo (dato al IV trimestre 2021). La consulenza aziendale e tecnico professionale rappresenta, con 1990 imprese, la parte più consistente del settore; seguono i servizi tecnici con 1179 iscritti, le agenzie di marketing, servizi, formazione e lavoro a quota 990 e design tecnico e web con 722 aziende. Ben 931 le imprese che operano in settori diversi, da quello finanziario a quello assicurativo (tra queste, 185 sono holding), dal recupero crediti ai servizi logistici, dalla traduzione e interpretariato agli impianti sportivi.

Costruire la base associativa e allargare la rappresentanza è la sfida che, come accade per ogni gruppo di nuova costituzione, spetta al direttivo Asseprim Bergamo, che vede come presidente Luciano Patelli. Classe 1958, Patelli è titolare dell’omonima società attiva nei servizi immobiliari a Bergamo. Lo affianca come vicepresidente Italo Testa, 69 anni, titolare di “Ti Consulenza assicurativa” di Bergamo, già consigliere della Federazione nazionale Asseprim. Nel direttivo: Roberta Caldara di “Plus&Plus” di Bergamo, Emanuele Bucarelli di “Indie Studio” di Bergamo e Alberto Gottardi di “PG&W” di Bergamo.

“Iniziamo con la costituzione di Asseprim un lungo percorso che ci porterà a migliorare la rappresentanza di un settore vario e frammentato come quello dei servizi alle imprese, allargando il più possibile la base associativa- commenta Luciano Patelli-. I numeri del comparto sono significativi e in continua crescita, con una forte concentrazione- pari a oltre un terzo del totale- in città, segno di una forte spinta verso la terziarizzazione rispetto alla tradizione manifatturiera”.


Canone Rai, le richieste avanzate da Fipe e Federalberghi

Proseguono le interlocuzioni con le istituzioni per la sospensione dell’obbligo di pagamento del canone o sua riduzione in considerazione della crisi

Passi avanti per la riduzione se non addirittura la sospensione del pagamento del canone Rai da parte dei pubblici esercizi e degli alberghi, categorie messe in ginocchio dalla pandemia. Dalle associazioni di categoria (Fipe e Federalberghi) arrivano infatti notizie che fanno ben sperare per una sospensione dell’obbligo di pagamento del canone speciale Rai per il 2021, e comunque la sua riduzione in considerazione della drammatica situazione.
I pubblici esercizi e gli alberghi, come uffici e negozi, pagano infatti un canone speciale molto più alto di quello standard che si applica alle famiglie: si va dai quasi 7mila euro annui per gli hotel a cinque stelle e cinque stelle lusso con almeno 100 camere ai 2mila per gli esercizi pubblici di lusso. Si scende a poco più di mille euro per i 3 e 4 stelle con oltre 10 televisori e gli esercizi pubblici di seconda categoria, mentre pensioni, affittacamere ed esercizi pubblici di terza e quarta categoria pagano 407 euro l’anno e per le piccole strutture con un solo apparecchio, così come per istituto religiosi, scuole e studi professionali, la cifra è di 203 euro annui.


Verso la proroga di almeno due mesi

Le buone notizie arrivano dalla Fipe che a metà gennaio ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per elencare tutte le difficoltà del settore che nel 2020 ha già lasciato sul campo 6.900 imprese (ma la previsione è che si arrivi a 60mila cessioni di attività) e perso 38 miliardi di euro di fatturato.
“Il Consiglio di Amministrazione della Rai del 28 gennaio avrebbe accolto la nostra richiesta e ha dato mandato agli uffici della Società di procedere entro la data della sua prossima riunione alla formalizzazione di una proroga dei termini di almeno due mesi – sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe – Abbiamo inoltre notizia che gli uffici della Rai avrebbero sospeso l’invio di qualsiasi richiesta di pagamento a tutti gli esercenti delle categorie incise dall’emergenza Covid-19. Nei prossimi giorni potremo essere più precisi: nel frattempo la Federazione continuerà nella sua attività di sensibilizzazione della Rai, e del Ministero vigilante, affinché vengano presi ufficialmente tutti i provvedimenti necessari per la riduzione di un canone il cui costo, allo stato dei fatti, appare eccessivo”.

La richiesta di Federalberghi

Anche Federalberghi ha chiesto l’esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte, in particolare Imu, Tari e canone Rai, oltre al sostegno alle imprese in affitto e alla riduzione dell’aliquota Iva al 5%. “In particolare – ricorda Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi – abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento di esonerare dal pagamento del canone Rai le imprese turistico ricettive che sono state duramente colpite dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, evidenziando come la gran parte di tali imprese, oltre a dover fronteggiare un 2021 che sarà a dir poco critico, nel 2020 hanno versato il canone nella misura intera, pagando per un servizio che non è stato utilizzato o è stato utilizzato solo in minima parte. Recentemente, sono stati presentati sei emendamenti al decreto-legge “milleproroghe”, che – accogliendo le istanze di Federalberghi – propongono la sospensione dell’obbligo per l’anno 2021. Inoltre, abbiamo avuto conferma del fatto che anche la Rai sta valutando l’adozione di iniziative in materia e che i bollettini per il pagamento del canone non sono stati ancora inviati alle aziende. Eventuali aggiornamenti sull’argomento saranno comunicati tempestivamente”.


L’Appello dei pubblici esercizi “Abbiamo una strategia per riaprire Voi restituiteci la dignità”

Restituire la dignità al settore dei Pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l’effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese, che negli ultimi 12 mesi hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato. È questa la principale richiesta contenuta nel documento unitario presentato da Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio, per via telematica. Un faccia a faccia fortemente voluto e richiesto dalle associazioni maggiormente rappresentative del settore dei Pubblici esercizi e che ha visto la presenza anche del viceministro Alessia Morani e dei sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

“Nonostante gli investimenti già fatti dagli imprenditori del settore – spiegano Fipe e Fiepet – siamo disponibili a implementare i protocolli sanitari, coinvolgendo anche il Comitato tecnico scientifico, con l’obiettivo di riprendere l’attività serale di ristorazione nelle Regioni gialle e dare la possibilità ai locali di restare aperti almeno sino alle 18 nelle zone arancioni”.

Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni

“Nel 2020 il mondo della ristorazione è rimasto chiuso in media 160 giorni, mentre le imprese di catering e i locali di intrattenimento hanno di fatto perduto l’intero anno. Ecco perché – proseguono le associazioni di categoria – è essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua. Non solo. È indispensabile esentare i Pubblici esercizi dal pagamento dell’Imu 2021, prolungare gli ammortizzatori sociali fino al termine del periodo di crisi, intervenire sulle locazioni commerciali, prorogando di altri 4 mesi il credito d’imposta e incentivando i locatori a ridurre i canoni ed estendere a 15 anni il periodo di ammortamento anche dei prestiti fino a 800mila euro garantiti dal Fondo Centrale di garanzia. Provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a 1,2 milioni di persone e rappresenta una componente essenziale della filiera agroalimentare e dell’offerta turistica del nostro Paese”.

“Serve ingranare una marcia diversa – concludono Fipe e Fiepet -, che inverta la stessa impostazione di principio riservata in questi mesi al settore dei Pubblici Esercizi, vittime di un rating reputazionale massacrato dalle insinuazioni sulla sicurezza e dalla classificazione di attività “non essenziali. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese: oggi meritano questo rispetto”.

Apertura da parte del Ministro Patuanelli

Apertura e disponibilità da parte del Ministro Patuanelli che ha ritenuto condivisibili le considerazioni e le richieste fatte dalle associazioni. Il Ministro ha inoltre dichiarato di aver già richiesto un tavolo di confronto con il Ministro della Sanità e con il CTS per discutere sulle modalità di ripartenza del settore intervenendo sui Protocolli Sanitari, ha condiviso l’ipotesi di un commissario straordinario che gestisca lo stato di crisi del comparto, e ha confermato lo stanziamento di ulteriori ristori perequativi e progressivi, rapportati alle perdite di fatturato dell’intero anno 2020, mentre per l’esercizio 2021 si procederà inizialmente riprendendo le vecchie modalità utilizzate per gli indennizzi a fondo perduto.


Ascom e Confesercenti lanciano il manifesto condiviso per sostenere la ristorazione

Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo presentano il “Manifesto delle richieste dei ristoranti e dei pubblici esercizi bergamaschi”, documento nel quale vengono messe in evidenza tutte le richieste del settore da sottoporre al Governo, compatibilmente con la crisi in atto. Il Manifesto, presentato in una conferenza stampa online a cui hanno partecipato anche alcuni parlamentari bergamaschi, è stato lanciato in concomitanza con la manifestazione “Io Apro”, dalla quale le due Associazioni prendono le distanze, e vuole essere il contributo per la ripresa delle attività, anche in un periodo di pandemia.

Manifesto delle richieste dei ristoranti e dei pubblici esercizi bergamaschi

Cosa chiedono i pubblici esercizi alla politica:
A BREVISSIMO: Io non apro e lo Stato mi sostiene
A BREVE: io posso riaprire nel rispetto delle regole come in tutti gli altri settori

Come premessa doverosa noi crediamo che il Governo debba capire, in primo luogo, che il settore della ristorazione fa parte della cultura di questo Paese: la ristorazione è fondamentale per la capacità di accoglienza nelle nostre città, per la vivacità delle nostre vie, per l’importanza economica che ha nella filiera agroalimentare, essendone il principale sbocco.
Le nostre Associazioni conoscono bene la rabbia e lo scoramento degli imprenditori che quotidianamente ci chiamano per sfogarsi e avere in cambio spesso solo qualche parola di conforto; il nostro impegno è cercare di tenere canalizzata questa rabbia e indirizzarla verso un obiettivo positivo e comune.

Il mondo della ristorazione e tutta la filiera hanno bisogno di programmazione, certezze e investimenti continui. Le aziende del settore non possono strutturalmente accendersi a singhiozzo e, se non possono lavorare, hanno bisogno di essere aiutate a stare in vita.
Noi riteniamo che questo non sia il momento della disobbedienza e del tutti contro tutti, né quello della facile strumentalizzazione politica. Inoltre, le nostre Associazioni si dissociano per statuto da ogni forma di protesta che preveda come modus operandi l’infrangere le leggi. Quindi vogliamo tenacemente rimanere fedeli a noi stessi e continuare a credere nel duro lavoro del dialogo costante, e speriamo produttivo, con le Istituzioni.
Vogliamo svolgere il nostro ruolo di rappresentanza fino in fondo e coinvolgere tutti gli imprenditori responsabili in un percorso democratico di ricerca delle migliori soluzioni a favore di tutti.

Per scendere quindi nel concreto crediamo che i provvedimenti suggeriti di seguito possano davvero segnare una svolta per la categoria e segnare un piccolo grande passo nella giusta direzione in attesa che le condizioni esogene possano migliorare:

  • 1) stanziare, nell’immediato, un ristoro significativo perché i piccoli imprenditori e i loro familiari fanno parte del gruppo, ormai grande, dei nuovi poveri; i fondi servono per salvaguardare posti di lavoro altrimenti persi definitivamente;
  • 2) spostare a fine anno la scadenza della moratoria sui mutui precedenti alla pandemia. La scadenza attuale è il 30 Giugno 2021 ma, considerato che la situazione non è migliorata, riteniamo sensato sospendere i mutui fino a fine anno;
  • 3) raddoppiare il periodo dei mutui concessi con la garanzia dello Stato, in modo da dimezzare la rata e dare più respiro finanziario alle imprese, colte da questa tragedia pandemica nel loro miglior momento di investimento;
  • 4) ammettere ai ristori (come già accaduto a Novembre) anche le imprese con fatturato superiore ai 5 milioni, paradossalmente trascurate dal primo decreto bilancio;
  • 5) entro breve riapertura delle imprese con regole certe e programmazione a lungo termine. Troppo semplice e insostenibile la chiusura delle attività. Servono regole che superino il concetto di coprifuoco, che è sbagliato, anche perché, nel rispetto delle regole, il virus non si trasmette di notte anziché di giorno. È necessario individuare una modalità di servizio che risolva il problema di discriminazione del settore, rispetto a quello degli altri settori produttivi. Serve ripristinare condizioni che aiutino ad un recupero fisico e psicologico dei cittadini e degli imprenditori, rispetto a quanto stanno subendo da mesi. È necessario il superamento della politica di on/off che da un anno non ha risolto il problema della pandemia e ha impoverito il Paese; non è pensabile che questo metodo possa continuare a lungo;
  • 6) sgravi sul costo del lavoro per chi, quando si riprenderà la normalità, avrà mantenuto il 60% della forza lavoro rispetto al dicembre 2019;
  • 7) mantenere i crediti d’imposta per gli affitti, per le spese di adeguamento di sanificazione dei locali e di trasformazione digitale dell’impresa che consentono, tra l’altro, di investire nel delivery;
  • 8) allungare il periodo della cassa integrazione o consentire i licenziamenti prevedendo indennizzi di disoccupazione.

Il primo e il quarto punto sono le risorse necessarie per la sopravvivenza delle imprese, soprattutto delle più significative del settore che trascinano con sé gran parte del settore agroalimentare. Il secondo e il terzo invece non comportano spese finanziarie da parte dello Stato, ma aiuterebbero le imprese che hanno investito, dando occupazione e che hanno pagato le tasse. I restanti punti sono per la tenuta del settore di un settore allo stremo fino alla sua ripartenza.
Come potete constatare dalla sostanza di questo sintetico documento, in perfetto “stile orobico”, non stiamo solo chiedendo contributi e ristori a fondo perduto, ma anzi cerchiamo di costruire un futuro sostenibile per una categoria che in questi anni, grazie anche ai numeri del turismo, è cresciuta in professionalità, ha investito moltissimo e di questa crescita, siamo sicuri, ne ha beneficato tutto il Paese.
I locali pubblici non sono solo luoghi dove si mangia ma esperienze comunitarie e culturali. Sono la vita di un Paese, il nostro in particolare.

Roberto Amaddeo – Presidente Fiepet Confesercenti Bergamo
Giorgio Beltrami –  Presidente Pubblici Esercizi Ascom Confcommercio Bergamo
Petronilla Frosio – Presidente Ristoratori Ascom Confcommercio Bergamo

 


50&Più, Meloncelli alla guida dopo la scomparsa del presidente Pulcini

Franco Meloncelli, 74 anni, è il nuovo presidente provinciale di 50&Più, l’associazione aderente a Confcommercio che da oltre 50 anni si impegna per lo sviluppo culturale, la rappresentanza sindacale, la valorizzazione degli over 50. Meloncelli, che ricopriva già il ruolo di vicepresidente vicario dell’associazione degli imprenditori del terziario over 50, subentra a Franco Pulcini, scomparso prematuramente. Pulcini era stato eletto presidente ad aprile 2019, dopo anni di presenza attiva in 50& Più come consigliere e nell’associazione, in particolare nella Pia Unione San Lucio, storico sodalizio tra i commercianti alimentari. “La scomparsa di Franco Pulcini ci addolora profondamente e l’amarezza è ancora più grande per la sua scomparsa improvvisa – sottolinea Franco Meloncelli-. Cercherò di portare avanti tutte le iniziative che aveva in programma e di perseguire l’obiettivo di allargare ulteriormente la base associativa e di promuovere occasioni di confronto sulle tematiche di più grande interesse per i nostri soci”.


Camera di Commercio, eletta la nuova giunta Giovanni Zambonelli rappresenterà il commercio

Il Consiglio camerale, che si è insediato l’8 giugno scorso e che ha nominato il nuovo presidente, ha eletto al suo interno i componenti che formano la nuova Giunta, sotto la guida di Carlo Mazzoleni. Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio, primo per numero di votazioni, rappresenterà il mondo del terziario nella Giunta camerale.  Con lui sono stati eletti : Marco Giuseppe Amigoni (artigianato),  Marco Bolis (servizi alle imprese), Alberto Brivio (agricoltura),  Giacinto Lucio Giambellini (artigianato), Giuseppe Guerini (cooperazione), Vanessa Pesenti (industria). 
Ai sensi di legge e di statuto la Giunta della Camera di commercio di Bergamo è composta dal presidente e da sette componenti, di cui almeno quattro in rappresentanza dei settori dell’industria,
del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. I componenti da eleggere erano dunque sette e ogni consigliere in sede di votazione ha potuto esprimere fino a due preferenze. Il numero dei
votanti è stato 24 e altrettante le schede valide. Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La Giunta appena eletta è chiamata ad operare in un contesto economico molto difficile; dobbiamo sentirci tutti, membri di Giunta e Consiglio, impegnati a lavorare con senso di responsabilità nell’interesse delle imprese e per la coesione del tessuto economico e sociale del territorio. C’è la volontà di favorire un dialogo e un confronto costruttivo con le componenti del Consiglio camerale che non hanno potuto trovare rappresentanza nell’organo esecutivo della Camera, anche immaginando nuove forme di coinvolgimento. Non mi resta che rinnovare gli auguri di buon lavoro ai colleghi di Giunta e di Consiglio”.