Bergamo, nel 2016 export in crescita del 2%. Si rafforzano gli sbocchi verso Asia e Africa

Bergamo, nel 2016 export in crescita del 2%. Si rafforzano gli sbocchi verso Asia e Africa

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export_copia.jpgIl valore delle esportazioni di Bergamo nel 2016 ammonta a 14.458 milioni, con un incremento del +2,1 per cento rispetto al 2015, +1,7 verso l’Unione Europea e +2,9 verso paesi non appartenenti alla UE. Le importazioni sono state pari a 8.252 milioni (+1,6 per cento sull’anno precedente, +4,5 dalla Ue e -5,1 da paesi extra Ue). L’aumento dell’export è più marcato rispetto alla Lombardia (+0,8%) e alla media nazionale (+1,2%). La dinamica delle importazioni è negativa sia in Lombardia (- 1,3%) che in Italia (-1,3%). Si ricorda che l’import di prodotti energetici, distribuiti sull’intero territorio, è contabilizzato a livello nazionale e regionale ma non nel dato provinciale di Bergamo. Il saldo complessivo della bilancia commerciale di Bergamo è positivo per 6.205 milioni, superiore al saldo del 2015 (6.035). Tra i settori più importanti per valore assoluto delle vendite all’estero, le esportazioni risultano in crescita per i macchinari (3.830 milioni con un incremento del +2,5% sul 2015), i prodotti chimici (2.146 milioni, +1,6%), gli articoli in gomma e plastica (1.121 milioni, +3,1%), gli autoveicoli (991 milioni, +3,5%), i prodotti in metallo (895 milioni, +5,2%), i prodotti tessili (634 milioni, +2,7%), i prodotti alimentari (357 milioni, +6,3%), le bevande (340 milioni, +18,5%) e prodotti di elettronica (311 milioni, +6%). In calo le esportazioni di apparecchiature elettriche (964 milioni, – 2,1%), prodotti della metallurgia (914 milioni, -5,5%).  L’export complessivo di Bergamo cresce sensibilmente verso l’Asia centrale (+20,3%), l’Africa settentrionale (+21%), il Medio Oriente (+8,9%), i paesi dell’Europa non appartenenti all’Unione europea (+4,7%) e l’Asia orientale (3,7%). L’export nell’Eurozona aumenta del +2% e del +0,8% verso i Paesi della UE non aderenti all’Unione monetaria. Cala invece l’export verso America Latina (-17,6%) e altri paesi africani (-9,4%) e, meno nettamente, verso il Nord America (-0,9%). La Germania resta il principale mercato di sbocco con esportazioni (2.432 milioni) in crescita del 2,5%, seguita per valori assoluti dalla Francia (1.578 milioni) con variazione del -0,1%. In aumento le esportazioni destinate agli USA (1.020 milioni, +1,1%) e alla Spagna (766 milioni, +4,8%). L’export verso il Regno Unito (757 milioni) cala del -6,2% per effetto della svalutazione della sterlina conseguente all’esito del referendum sull’uscita dall’Unione Europea, che si riflette nel forte incremento (+20,1% ) delle importazioni dal Regno Unito. In ripresa le esportazioni verso la Cina (404 milioni, +10,9%) e la Turchia (332 milioni, +18,9%). In calo le vendite alla Russia (171 milioni, -8%) sottoposta al regime delle sanzioni dopo il conflitto in Ucraina.

LA DINAMICA TRIMESTRALE

La dinamica trimestrale evidenzia una ripresa delle esportazioni nella seconda metà del 2016 (+3,6 nel terzo e +3,4% nel quarto trimestre). Il progressivo rallentamento delle vendite realizzate nell’Unione Europea (dal +2,8 del primo trimestre al +0,5 del quarto) è controbilanciato da una forte crescita delle esportazioni in area extra UE a partire dal terzo trimestre dell’anno, con variazioni tendenziali tra i 7 e gli 8 punti percentuali.

L’evoluzione nel quinquennio (2011-2016)

Come è cambiato l’export di Bergamo negli ultimi cinque anni, nel periodo quindi successivo alla crisi internazionale del 2008/2009 di forte cambiamento e riassetto degli equilibri del commercio globale? Una scomposizione della dinamica quinquennale per “Prodotto” e “Paese” e in specifico l’osservazione di come sono cambiate tra 2011 e 2016 le quote di export dei singoli prodotti e mercati offre qualche spunto di analisi. Per quanto riguarda i prodotti, i macchinari sono cresciuti a un tasso medio annuo del 5% e hanno sensibilmente accresciuto il loro peso relativo: dal 24,6% al 26,6% dell’export totale. Nel dettaglio dei gruppi merceologici le “altre macchine di impiego generale” passano da una quota al 2011 del 9% al 10% nel 2016; le “altre macchine per impieghi speciali” dal 5,1 al 6%; le “macchine di impiego generale” dal 4,5 al 5%. In crescita anche la quota delle “macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili”.

Oltre che nei macchinari la specializzazione dell’export bergamasco è cresciuta (dal 13,4% al 14,8%) nei prodotti chimici, in particolare nel gruppo merceologico dei “saponi, prodotti per la pulizia, profumi e cosmetici” (da una quota dell’1,6 al 3,1%), nelle “bevande” (dallo 0,9 al 2,4%) e nei prodotti agricoli e alimentari. Resta elevata e in aumento la specializzazione nella gomma-plastica dal 7,7 al 7,8% (4,6 gli articoli in plastica, 3,1 quelli in gomma) e nei prodotti in metallo (6% nel 2011, 6,2% nel 2016). In relativa flessione le quote dei prodotti della metallurgia dal 9 al 6,3%, dei prodotti tessili (dal 5,1 al 4,4) e di abbigliamento (dal 2,2 all’1,6), delle apparecchiature elettriche e non elettriche ad uso domestico (dal 7,2 al 6,7), di autoveicoli e rimorchi (dal 7,1 al 6,9) e della carta ed editoria. Per quanto riguarda i mercati, quindi i paesi di esportazione, i principali partner di Bergamo restano Germania (16,8% dell’export BG 2016) e Francia (10,9%) ma con un calo rispetto alle quote del 2011. In forte aumento l’incidenza del mercato Usa (dal 4,3 al 7,1% con esportazioni quasi raddoppiate tra 2011 e 2016). 3 In area Unione Europea cresce la quota della Spagna (dal 5 al 5,3%), del Regno Unito (dal 4,7 al 5,2), dei Paesi Bassi (dal 3 al 3,3%) e della Repubblica Ceca (da 1,9 a 2,2), mentre si riducono quelle di Polonia (dal 3,6 al 3%), Austria (dal 2,6 al 2,4), Belgio (dal 2,3 al 2,1) e Romania (dal 2 all’1,8).

Nei mercati extra Unione Europea, la Svizzera passa dal 3,2 al 2,8%, la Cina sale dal 2,6 al 2,8%, la Turchia da 1,9 a 2,3, la Russia da 2,3 a 1,2 %. Un’analisi congiunta dell’export per prodotto e mercato di destinazione in termini di contributo alla crescita nel quinquennio, evidenzia il contributo maggiore (per 2,59 punti rispetto ai complessivi +16,1 tra 2011 e 2016) dei prodotti chimici destinati all’Eurozona, dei macchinari esportati in Nord America (contributo di 1,34 punti) e in Medio Oriente (+1), di alimentari e bevande in Nord America (0,97) e dei macchinari in Asia orientale (0,96). Nell’ultima sezione del report si presentano infine alcune prime elaborazioni sui Conti economici delle imprese bergamasche, aggiornate al 2014, integrate con i dati delle esportazioni riconducibili a imprese con sede in provincia. L’integrazione consente di abbozzare un quadro analitico che mette in rapporto i valori di esportazioni e importazioni con la complessiva contabilità delle vendite e degli acquisti delle imprese, la generazione di valore aggiunto e le caratteristiche occupazionali e dimensionali delle imprese. Ovviamente, trattandosi di dati a livello d’impresa non si ha perfetta corrispondenza, soprattutto per alcuni settori merceologici, con i flussi di export (e import) originati dal territorio bergamasco (e quindi inclusi nelle statistiche tradizionali del commercio con l’estero di Istat) da unità locali o filiali localizzate in provincia di Bergamo ma appartenenti a imprese con sede in altra provincia.

 

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