Secondo i dati del Movimprese diffusi dal sistema camerale, il 2015, a Bergamo, si chiude nel complesso con una sostanziale stazionarietà delle imprese registrate e una lieve contrazione di quelle operative. Dietro l’apparente invarianza dei totali, il tessuto imprenditoriale continua a trasformarsi in profondità tra strappi, ricuciture e nuovi innesti. Sono ancora in diminuzione le imprese dell’edilizia e dell’artigianato, mentre aumentano le società di capitale e, tra i settori, i servizi alle imprese. Crescono soprattutto, trasversalmente, le imprese straniere (+5,6%) che rappresentano ormai quasi un decimo del totale delle imprese bergamasche. Positivo il segnale di una riduzione sia dello stock che dei flussi delle imprese in fase di procedura concorsuale. Più in dettaglio, le imprese registrate a fine anno sono risultate 95.943, un livello pressoché invariato rispetto alle 95.967 del 2014. Il saldo tra iscrizioni (5.683) e cessazioni (5.733), negativo per 50 unità, diventa positivo (+44) se si escludono dal conteggio le 94 cancellazioni d’ufficio.
Le imprese attive sono invece leggermente diminuite: dalle 85.552 dello scorso anno alle 85.455 di fine 2015 (-97 pari al -0,1%). Si allarga l’area delle “inattive” (4.998 posizioni) che comprende sia nuove imprese in procinto di iniziare un’attività che posizioni in via di chiusura, mentre diminuisce lo stock delle imprese con procedura concorsuale (2.072) e di quelle in fase di “scioglimento o messa in liquidazione” (3.322). Continua il riassetto delle forme giuridiche. La contrazione delle società di persona, soprattutto delle Società in Nome Collettivo, è compensata dall’espansione delle società di capitale. Tra queste ultime si riducono le SRL con unico socio e le SPA a vantaggio delle SRL e delle SRL semplificate. Tornano a flettere le imprese individuali e sono complessivamente in lieve calo (nonostante la crescita delle associazioni) le altre forme giuridiche, cooperative comprese.
I flussi delle iscrizioni si mantengono all’incirca sui livelli dell’anno passato mentre le cessazioni risultano in aumento (+3,5% conteggiando anche le cancellazioni d’ufficio). Continua la contrazione delle imprese artigiane attive che si portano a fine anno a 31.570, di cui 31.462 attive (-489 per una variazione del -1,5%). La dinamica trimestrale conferma l’attenuazione della caduta dello stock delle imprese attive, dal -0,2% tendenziale del primo trimestre al -0,1% del quarto trimestre 2015. Come di consueto, l’analisi della dinamica nei settori si basa sul confronto degli stock delle imprese attive a fine periodo e non sui flussi di nate e cessate, poco significativi a livello settoriale per la concentrazione di gran parte delle nuove iscrizioni tra le imprese non ancora classificate merceologicamente. L’edilizia è ancora il settore in maggiore sofferenza: le posizioni attive si riducono di 448 unità (-2,4% annuo) in tutte le classi di natura giuridica. Variazioni negative si osservano anche nel trasporto e magazzinaggio, nelle attività estrattive, in agricoltura, nelle attività immobiliari e, con la significativa eccezione delle società di capitale (47 in più nel corso dell’anno), nella manifattura. Nei restanti settori, tutti del terziario, aumentano le imprese del commercio (+146), dei servizi di alloggio e ristorazione (+89), dei servizi di informazione e comunicazione (+41), finanziari e assicurativi (+43), professionali e tecnici (+33) e soprattutto i servizi alle imprese (+172 con una variazione del +7%). Più contenuti gli aumenti nei servizi collettivi e ricreativi e negli altri servizi alle persone. Se si allarga l’osservazione all’intero periodo 2010 -2015, il quinquennio successivo alla prima ondata della crisi internazionale, sono consolidate le dinamiche degli stock operativi di molti settori. Da un lato calano le attività estrattive ed edili (fatto 100 l’indice del 2010, nel 2015 queste ultime sono a quota 90), il trasporto e magazzinaggio, l’agricoltura e la manifattura (a quota 94,4). D’altro lato, oltre all’espansione delle aziende di fornitura di energia elettrica, gas, acqua e di servizi di gestione rifiuti, spicca la crescita dei servizi di istruzione/formazione (132,9) e di sanità/assistenza sociale (130,6), di supporto alle imprese (a quota 123,5), finanziari e assicurativi (111,4), di intrattenimento (109,4) e di alloggio e ristorazione (109,3). In crescita più contenuta gli altri comparti dei servizi, in specifico quello del commercio, il più consistente in assoluto, a quota 102,8 nel 2015.