Altro che “Buona scuola”. L’anno scolastico rischia di aprirsi nel completo caos, con ancora troppe cattedre non assegnate. Sono infatti 1023 i posti ancora liberi in provincia di Bergamo. A livello regionale sono già state fatte 395 nomine, mentre mancano ancora le 698 da espletare con la fase nazionale, con docenti provenienti da varie realtà regionali. Una cifra che preoccupa.
“La buona scuola – dice Salvo Inglima, segretario generale di Cisl Scuola Bergamo – che come obiettivo precipuo aveva quello del miglioramento della qualità dell’offerta formativa anche attraverso l’eliminazione del precariato, rischia di generare degli effetti collaterali che creeranno numerosi disagi. In primo luogo il farraginoso sistema di assunzioni attraverso le quattro fasi temporali produce, per il prossimo anno scolastico, una impennata di supplenze perché la normativa prevede che chi avrà il contratto sino al 30 giugno rimarrà nelle sede di servizio indipendentemente dalla sede di nomina giuridica per il posto a tempo indeterminato. Sconcertante è inoltre la scelta del governo di non prevedere un piano triennale di assunzioni che includa i docenti della seconda fascia. Docenti abilitati, che da anni lavorano nella scuola con elevate competenze maturate sia nel costante lavoro d’aula sia attraverso la formazione che hanno seguito”.
Altra tegola arriverà dal blocco delle assunzioni per il personale ATA. A Bergamo avrebbero dovuto esserci 99 immissioni in ruolo, ma non sono state effettuate. I posti liberi sono 191, esclusi i 24 DSGA (Direttori dei servizi generali e amministrativi), secondo l’organico di diritto, ma oltre i 300 secondo gli organici di fatto, ovvero le reali necessità degli istituti provinciali.
“Il personale amministrativo e tecnico e ausiliario svolge un ruolo indiretto ma non secondario nell’espletamento della missione istituzionale della scuola. Ignorare la loro professionalità è un gravissimo errore”. Intanto, centinaia di insegnanti sono in coda per un contratto a termine, vale a dire supplenze fino al 30 giugno su posti liberi e vacanti. E 27 scuole, in provincia, sono ancora senza dirigente. “A brevissimo sapremo se per quest’anno scolastico i posti vacanti di dirigente saranno ricoperti dai nuovi presidi vincitori del concorso o attribuiti a reggenze”.
In questo contesto si colloca anche il mancato riconoscimento degli esoneri ai vicari dei dirigenti scolastici previsto nelle legge di stabilità. Da settembre i vicepresidi dovranno conciliare il lavoro d’aula con il lavoro di supporto organizzativo al dirigente scolastico! Un impegno gravoso e con esigui riconoscimenti economici. Insomma, doveva essere una scuola senza supplenti, rischia di essere una scuola invasa dai supplenti. La possibilità che i docenti che hanno presentato domanda di assunzione attraverso la fase “B” possano rimanere nella provincia dove hanno lavorato fino al 30 giugno facendo così slittare di un anno il trasferimento nella nuova sede potrebbe capovolgere il risultato che la riforma mirava ad ottenere. Anche per questo, si preannuncia un autunno caldo, per il proliferare di contenzioso che sarà generato proprio da alcune norme contenute nella legge che prestano il fianco a dubbi interpretativi e pericolose sovrapposizioni di norme tra loro contrastanti.