Bene i nuovi parcheggi in stazione, ma ora pensiamo al resto della città

Bene i nuovi parcheggi in stazione, ma ora pensiamo al resto della città

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strisceA nessuno piace fare la figura del pirla: a quelli che scrivono sui giornali e che, anche se pubblicano i propri borborigmi sul bollettino parrocchiale, si credono latori di una verità rivelata, piace ancor meno. Invece, io vi confesso che, una volta tanto, sono contento di avere fatto la figura del fesso: di avere scritto, denunciato, pontificato, e di essere stato clamorosamente smentito dai fatti. Avevo scritto un pezzullo sulla faccenda delle multe ai motorini, fuori dalla stazione ferroviaria: uno dei soliti anatemi cimmineschi, in cui argomentavo, accusavo, giustificavo, concludendo l’epifonema con l’augurio che, anziché i vigili, l’amministrazione mandasse i pittori a dipingere le strisce di nuovi parcheggi (sottintendendo che ciò non sarebbe mai avvenuto). Invece, proprio mentre io, tutto tronfio e soddisfatto del mio capolavoro, lo stavo inviando al mio direttore, gli imbianchini comunali stavano dipingendo dei nuovi posti per le moto, accanto alla stazione. Come dire: l’era mei fa sito!

Che aggiungere? Mi sono sbagliato e faccio pubblica ammenda. Avevo la convinzione che quella dei giorni scorsi fosse stata un’operazione di bassa macelleria, per fare cassa a spese dei pendolari e, invece, si trattava di una manovra orchestrata, per rimettere un po’ le cose a posto: da una parte ti bastono se sgarri e, dall’altra, ti do l’occasione di non sgarrare. Almeno, spero che sia così, e che questa lettura, tardiva e penitenziale, non sia un altro clamoroso errore d’interpretazione: ossia che tutta la faccenda non sia solo fumo negli occhi. Gori uno Cimmino zero, comme d’habitude. Intendiamoci, alcune delle considerazioni che avevo scritto nell’articoletto incriminato le riscriverei seduta stante: un po’ perché sono un rompiballe recidivo e un po’ perché il problema rimane, nonostante la lodevole operazione pittorica.

I tifosi dell’Atalanta, i frettolosi di via Nullo e le sciurette della Montessori continuano a parcheggiare dove, come e quando non dovrebbero, sanzionati poco o nulla. E l’organico dei vigili rimane troppo basso per una città come Bergamo, specie quando c’è la calata dalle valli: troppo basso e male organizzato, certe volte. Insomma, la questione dei parcheggi è una di quelle sistemiche, centrali, enormi, per la nostra ridente cittadina: però, non si può pretendere che la si risolva in un colpo, come per la solerte pingitura dei nuovi spazi per i motorini alla stazione. Ci vuole un impegno costante e faticoso, nel trovare nuovi metodi e nuovi strumenti, nel potenziare ciclabili e navette: le prime, oggi come oggi, hanno un andamento psichiatrico e le seconde sono un tantino sottodimensionate per le reali esigenze. Ma, se, soltanto qualche ora fa, avrei concluso dicendo: ecco, quella delle multe ai pendolari è solo la punta di un iceberg che si chiama disinteresse nei confronti dei bergamaschi alle prese coi parcheggi, oggi mi viene, piuttosto da dire che è un primo, sia pur esile, segnale di attenzione.

In fondo, da qualche parte si deve cominciare. Così, rinuncio serenamente al mio amor proprio di articolista da operetta, vulnerato dall’incalzare degli eventi e dalla smentita del mondo fenomenico nei confronti delle mie proprie e personalissime accidie, per applaudire, serenamente, ad un atto di civiltà e di premura, nei confronti di una delle categorie più bastonate del, pur bastonatissimo, panorama orobico. Adesso, non rimane che proseguire con la stessa solerzia nei confronti dei moltissimi snodi critici del parcheggio cittadino: organizzare meglio e potenziare la polizia locale, multare salatissimamente chi contravviene con dolo e clamorosamente, soprattutto i recidivi, cui non basta una multa per decidere che non conviene contravvenire, ma ce ne vuole una bella batteria. E, poi, un passino alla volta, creare le cerniere tra i vari monconi di ciclabili, acquistare navette elettriche, distribuirle oculatamente sul territorio, stabilire orari ragionevoli.

Insomma, fare quello che si fa nei paesi civili. Siccome una sola scottatura a me, a differenza dei superuomini del parcheggio selvaggio, basta ed avanza, per capire l’antifona, mi asterrò da critiche sataniche e da corsivi avvelenati: darò tempo al tempo e fiducia a questa amministrazione, sul versante dei parcheggi. Aspetterò di vedere se questa rondinella pellegrina avrà fatto o meno primavera. E, mi sento di dire che, insieme a me aspetteranno, con la meravigliosa pazienza che li contraddistingue, anche i Bergamaschi. Ocio, però, che pazienza non vuol dire letargo: adesso che i pittori ci hanno fatto la mano, vediamo di farli trottare a dipingere righe bianche qua e là. Bianche eh, mica azzurre o gialle. Bianche. Perché va bene fare la figura da pirla una volta, e chiedere scusa ai lettori: ma non è che mi sia completamente pecorizzato. Iterum rudit leo…

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