Ogni volta che succede, ogni maledettissima volta che capita, torno a domandarmi chi sia l’idiota. Se l’idiota sono io, sono loro o sono gli altri. Guardo di rado la televisione e, di solito, solo sci e tennis: insomma, non posso certo definirmi un esperto di informazione televisiva e neppure un sagace critico tivù. Ieri, però, data la circostanza drammatica dell’attacco dei terroristi in Tunisia, mi sono sentito in dovere di darci un’occhiata: non l’avessi mai fatto! Sorvolo sulle banalità, le sciocchezze, le topiche da galleria degli orrori, inanellate dai vari mezzi busti televisivi, quasi tutti, peraltro, in odor di senescenza: qui si tratta proprio di incompetenza a trecentossessanta gradi. Siamo nel bel mezzo di una catastrofe planetaria, con gli Usa che springano per trovare qualche altro stato canaglia cui fare la guerra, con l’Islam wahabita che ruggisce, quello salafita che finanzia, quello sunnita che se la beve e quello sciita messo a coppella, con un’Europa che, anziché minare le spiagge, fa i dispettucci alla Russia, e questi mammalucchi, con l’aria di chi è appena sceso da un pisolino in mansarda, ci vengono a dire: e chi se lo aspettava? Chi se lo aspettava? Te lo dovevi aspettare tu, o scemo: tu, che sei pagato un sacco di soldi per informarti e, quindi, informare. E te lo dovevi aspettare tu, generale dei miei stivali, che vai in televisione a raccontare alla gente che un fucile spara più lontano di una pistola e che i carri armati consumano carburante. E tu, diplomatico blasé, che non sai nemmeno spiegare alla gente in due parole cosa succede, e tu che ci fai, in mezzo al casino. E noi siamo nelle mani di questi? Di questo esasperante esercito di incompetenti, scaldasedie, parolai, costruttori di ellissi retoriche. Ragazzi, finché tutto va bene, e madama la Marchesa ha il solo problema di rifarsi il trucco, le mezze calzette possono pure bastare: ma vengono tempi grami, e, per i tempi grami, ci vogliono le aquile e i lupi, non le civette e le bertucce. Non possiamo davvero pensare di andare alla guerra (metaforicamente parlando, ma fino ad un certo punto), con un ministro della difesa che confonde i missili con i cacciabombardieri o con un ministro degli esteri che sproloquia dicendo, su di una crisi internazionale serissima, l’esatto contrario di quel che dicono tutti i suoi colleghi europei, salvo essere smentito e fare clamorosa retromarcia. Non si può affrontare un prossimo futuro che si preannuncia difficilissimo con questi dilettanti allo sbaraglio, buoni, al più, a raccattare mazzette o a piazzare figli, fratelli e cugini, tra le Poste e le multinazionali. Questi babbioni imbalsamati, con il loro vocabolario bizantino, a metà tra correttezza politica e grammelot politichese, che, mentre siamo invasi da una marea di disperati, inframmezzati a qualche migliaio di potenziali tagliagole, stanno a discutere se si debba dire ‘presidente’ o ‘presidenta’: non ci servono governanti psichiatrici, ci servono governanti che governino il Paese. Perché il Paese ha un disperato bisogno di essere governato. Ed è tempo che qualcuno lo dica, che le figlie di questo e di quello, le ex fidanzate di quell’altro, i cuginetti in carriera, i raccomandati ed i semplici fregnoni in libera uscita hanno fatto il loro tempo: ora non si scherza più. Basta coi comici che si improvvisano comizianti: facciamola finita con scienziati senza scienza, con militari riformati alla leva, con esperti di nulla esperienza, con Italiani che vanno sempre e solo contro all’Italia! Siamo una Nazione in ginocchio: abbiamo dei giovani che fuggono semplicemente per lavorare, le nostre città brulicano di poveracci che girano con le mani in tasca, a pochi chilometri da noi si sta preparando l’inferno e noi che si fa? Si usano le navi da guerra per andare a prendere gli immigrati fin sulle coste libiche. Si prendono denari in cambio di favori, come e peggio di prima. Si chiudono le aziende e si aprono i centri commerciali, dove si vende roba straniera, perché di roba noi non ne produciamo più da un pezzo. E, insomma, basta con questo Paese ridicolo! Facciamo governare direttamente la mafia: almeno, loro sono dei professionisti, tanto nel trovare lavoro ai disoccupati quanto nel far emergere il sommerso. O, meglio, nel far sommergere l’emerso: ma, in fondo, che differenza fa? Immaginatevi un po’ i terroristi islamici che sbarcassero nella Locride per impiantarci un califfato: non durerebbero cinque minuti. Siamo ridotti talmente male che, come scriveva Carlin Porta duecento anni fa, non possiamo nemmeno essere indifferenti sul boia che ci scanna! E, in questo straziante tramonto della nostra civiltà, Bruno Vespa fa i plastici e Matteo Renzi fa il barzellettiere: però, al Borussia, porcogiuda, gliele abbiamo suonate. Evvai!