Prescrizioni diagnostiche, «che non si arrivi all’intimidazione dei medici»

Nel dibattito suscitato dalla bozza d’intesa Stato-Regioni e Provincie Autonome sulla razionalizzazione e l’efficientamento della spesa del Servizio sanitario del 2015, l’argomento più caldo è quello della responsabilità patrimoniale del medico in caso di prescrizione inappropriata.

Ecco il contributo dell’Ordine dei medici di Bergamo, in questo intervento

 

di Guido Marinoni*

Guido Marinoni - ordine mediciLe recenti proposte presentate dalle Regioni sulla “razionalizzazione e l’efficientamento della spesa del SSN del 2015” prevedono che vengano definiti con decreto ministeriale i criteri per la prescrivibilità degli accertamenti diagnostici e dei ricoveri riabilitativi ad elevato rischio di inappropriatezza e, in caso di prescrizione inappropriata, il medico ne risponda con responsabilità patrimoniale. In poche parole, per alcune prestazioni di diagnostica e alcuni tipi di ricovero, il medico potrà procedere soltanto in situazioni definite per decreto, altrimenti pagherà di tasca propria.

Avviene già per i farmaci, ma l’impatto sul cittadino in questo caso sarà certamente più rilevante. Per i farmaci, infatti, il cittadino è comunque propenso ad affidarsi alle decisioni del medico e le indicazioni dei farmaci sono più specifiche e definite.

La diagnostica, invece, si colloca in un momento del percorso di cura caratterizzato dall’incertezza e, talvolta, dall’ansia e dalla paura, dal desiderio di voler sapere tutto e subito. Un taglio alla diagnostica ambulatoriale comporterà certamente un maggiore accesso al Pronto Soccorso.

Il medico, d’altra parte, si vedrà caricato di una responsabilità economica individuale pesantissima, dovendo rispondere di tasca propria e, in modo quasi schizofrenico stante gli ultimi orientamenti della giurisprudenza, dovrà pure rispondere civilmente e penalmente dei ritardi diagnostici. Una sorta di spinta ulteriore alla medicina difensiva.

Senza contare che, intanto che l’Antitrust sanziona la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per avere vietato, nel Codice Deontologico, la “pubblicità promozionale”, il medico verrebbe invece “punito” se non si oppone al delirio di un consumismo sanitario.

È vero che il consumismo sanitario imperante, la pressione dei gruppi di interesse e, talvolta, anche la disattenzione dei medici rischiano di portare il nostro Servizio Sanitario all’insostenibilità economica. E la soluzione proposta da movimenti come “slow medicine” e “Choosing Wisely” (scegliere saggiamente), infatti, è quella di privilegiare il rapporto medico paziente e l’alleanza terapeutica rispetto alla fiducia esclusiva nella tecnologia, non basta però un decreto a cambiare le aspettative e la mentalità dei cittadini e le modalità organizzative di un sistema sanitario complesso come il nostro che – vale sempre la pena di ricordarlo – è considerato tra i migliori al mondo in termini di costo /efficacia.

La proposta delle Regioni sembra perseguire, con l’intimidazione dei professionisti, la logica del risultato finanziario a breve termine, che può essere l’esatto contrario del risparmio auspicato, che invece potrebbe realizzarsi investendo sui medici e sugli altri operatori sanitari, con interventi di incentivazione meritocratica, anche in ambito di appropriatezza.

Cosa ne pensa la nostra Regione?

*vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo



Expo, dieci regole per una Bergamo a tripla “A”: Aperta, Attrattiva, Accogliente

tavolo expo
Oscar Fusini, Luigi Trigona, Stefania Pendezza

Padiglione ItaliaAperta, Attrattiva e Accogliente. E’ questa la “Tripla A” a cui Bergamo aspira attraverso il Progetto Expo Friends, nato dall’accordo esclusivo tra Confcommercio Imprese per l’Italia e la società Expo 2015. L’iniziativa, sottoscritta anche da Ascom Bergamo, vede protagonisti le attività commerciali e i pubblici esercizi pronti a “vestire” Bergamo per l’evento e ad accogliere cittadini e visitatori durante i sei mesi dell’Esposizione Universale. I negozi “amici di Expo” diventeranno supporter dell’Esposizione Universale e saranno riconoscibili grazie ad una vetrofania, “Expo Friends”. Per aderire al circuito è necessario sottoscrivere un Decalogo, esporre la vetrofania, formare il personale sui principali aspetti della manifestazione e fornire informazioni ai propri clienti. «Vogliamo una città più aperta, attrattiva ed accogliente – ha auspicato Luigi Trigona, direttore Ascom e presidente di Turismo Bergamo-. Bisogna superare la chiusura che contraddistingue spesso i bergamaschi e migliorare l’accoglienza. I punti vendita diventano gli amici di Expo, ma soprattutto dei punti di informazione e accoglienza per i visitatori, dall’approccio multilingue e multiculturale. Per questo è stato stilato un vademecum con attenzioni da riservare agli ospiti a seconda della cultura di provenienza. I commercianti Expo Friends oltre a sapere come accogliere al meglio turisti e visitatori avranno una maggior cura nell’allestimento delle vetrine e disponibilità per aperture straordinarie».  Il pacchetto contiene anche il Country Friendly Welcome & Accomodation, un vademecum sulla corretta accoglienza di ospiti cinesi, arabi e indiani. A maggio un seminario – che sarà anche disponibile on line- completerà la formazione sull’accoglienza. «L’accordo prevede, oltre all’esposizione della vetrofania e alla sottoscrizione delle regole per accogliere al meglio i visitatori, la disponibilità a tenere aperto ad agosto, invito che già la maggior parte degli esercizi coglie ogni anno nella nostra città e ad accompagnare le aperture straordinarie in concomitanza con eventi particolari- ha aggiunto il vicedirettore Ascom Oscar Fusini-. In avvicinamento ad Expo abbiamo in programma lunedì 27 un incontro con albergatori, nel corso del quale verranno illustrati i collegamenti per Expo da Bergamo con Trenord». Expo rappresenta un’occasione per lo sviluppo del territorio e delle imprese che va ben oltre il periodo dell’Esposizione: «L’ottica in cui Ascom si muove è quella di mietere semi durante Expo per poi  raccogliere segni di cambiamento, permettendo alle imprese del terziario di contribuire a far diventare Bergamo una meta non solo interessante dal punto di vista culturale e artistico, ma anche del punto di vista dell’accoglienza proponendo quello “stile italiano” a cui il mondo si ispira» ha continuato Oscar Fusini

Le dieci regole da sottoscrivere sono:
  1. disponibilità all’apertura nel periodo estivo, in particolare durante il mese di agosto;
  2. aperture straordinarie in occasione di eventi nell’area coinvolta;
  3. conoscenza, quanto meno di base, della lingua inglese per accogliere al meglio il visitatore straniero;
  4. cultura del sorriso e dell’accoglienza;
  5. la messa a disposizione di materiali informativi e indicazioni su Expo Milano 2015;
  6. la conoscenza delle attrazioni turistico/culturali della città;
  7. la disponibilità all’ascolto e alla comprensione delle necessità del cliente;
  8. consulenza a favore del cliente nella scelta;
  9. totale transparency: informazione chiara ai clienti stranieri sui prezzi;
  10. diritto per gli operatori commerciali aderenti di esporre nelle proprie vetrine e all’interno degli spazi commerciali il materiale informativo che sarà predisposto da Expo Milano 2015.

Le altre iniziative

Ad Expo Friends si affiancano altri progetti come Expo Gelato 2015, promosso da Camera di Commercio e gestito dal Comitato Gelatieri di Ascom, e la riconferma anche per il 2015 dello Sportello Expo, che rientra nel progetto “Prepariamoci all’Expo”, voluto da Camera di Commercio e Bergamo Sviluppo.  Attraverso lo Sportello Expo, l’Associazione sta predisponendo una serie di servizi per ottimizzare la presenza delle aziende associate negli uffici della Camera di Commercio nel padiglione Italia, secondo il calendario predisposto dall’ente camerale (ad Ascom toccheranno 12 giornate), l’organizzazione e l’accompagnamento di missioni aziendali, e lo sviluppo di rapporti di internazionalizzazione in chiave b2b tra gli imprenditori bergamaschi e le aziende espositrici di Expo. « Sono molte le imprese che finora si sono rivolte allo sportello- questo il primo bilancio della responsabile del servizio in Ascom Stefania Pendezza-. Il lascito culturale della manifestazione, oltre ad una visione più internazionale, è  la capacita’ di fare rete tra imprese. In questa prima fase le maggiori richieste ricevute erano su come accedere e visitare Expo. Nella seconda fase di consulenza programmeremo eventi business to business ed allargheremo gli orizzonti d’impresa attraverso il confronto internazionale, anche grazie alla piattaforma Expo che rappresenta un’occasione di incontro oltre che un patrimonio di relazioni».

La scheda di adesione al progetto, totalmente gratuito, e tutto il materiale è scaricabile dal sito di www.ascombg.it. La prima pubblicazione dei dati  sui siti e sui canali e strumenti multimediali avverrà dal 30 aprile. Per richiedere una consulenza su Expo: expo2015@ascombg.it

 

 




«Birra Moretti da Comun Nuovo all’Expo», esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole

Il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust relativamente alla pubblicità della Birra Moretti apparsa in questi giorni sui principali quotidiani italiani, il cui messaggio recita: “A Expo andiamo a Km 0 (…) perché viene dalla birreria di Comun Nuovo, situata a meno di 70 Km da Expo”.

Tale affermazione, tuttavia – stando all’azione  di Codacons – appare «generica e potenzialmente fuorviante per il consumatore medio dal momento che, come specificato nella pagina web della Birra Moretti dedicata ad Expo, il magazzino di 2.200 mq coperti è riservato allo stoccaggio, preparazione delle consegne ed al carico, e non alla produzione».

L’associazione dei consumatori rileva inoltre che la birra non è un prodotto agricolo fresco né tantomeno stagionale «ed il claim “Km 0” non rappresenta una indicazione generica ma esprime un impegno che le imprese alimentari assumono nei confronti dei consumatori, suggerendo, al contempo, un ridotto impatto ambientale del prodotto offerto. Per fregiarsi del titolo “prodotto italiano” o “made in Italy”, poi, è necessario che la produzione della materia prima ed il luogo di trasformazione debbano eseguirsi nel territorio italiano», per questo il Codacons si chiede «se, nel caso specifico, gli ingredienti che compongono la materia (tra cui il luppolo, i lieviti ed il malto) siano di origine italiana».

«Il messaggio pubblicitario quindi – prosegue l’associazione – non avendo semplice contenuto informativo, è in grado di influenzare in modo diretto il comportamento economico degli utenti, a discapito di altre aziende che commercializzano gli stessi generi merceologici, ed è idoneo a restringere l’ambito del mercato della libera concorrenza. Per tali motivi il Codacons ha chiesto all’Antitrust di aprire una indagine nei confronti della pubblicità della Birra Moretti volta ad accertare l’eventuale ingannevolezza del messaggio rivolto ai consumatori».

L’associazione inoltre verificherà da qui in avanti tutti messaggi pubblicitari dei prodotti alimentari legati ad Expo, denunciando le aziende che promuoveranno senza averne titolo l’italianità della propria merce.




Castello di Malpaga, banchetto medievale sotto le stelle

malpaga-3Sabato 25 e domenica 26 aprile, il Castello di Malpaga farà spazio a cultura, natura ed enogastronomia.

Sabato la scoperta dell’antico Borgo si sublimerà al calar della luce con un banchetto sotto le stelle. Sarà molto più che una cena: un viaggio nel gusto dell’epoca, attraverso pietanze, arredi e stoviglie del tempo. Saranno serviti (al prezzo di 60 euro a persona) Frutta fresca de stagione et amandole; Crostolo con lardo aromatico e Pastisio de fasoli con ovo. Quindi Ravioli alle herbette, Maialino in crosta con herbette profumate e, per finire, Rosse autunnale, panpepato e croccantino del castello. Ogni piatto, servito da camerieri in costume, sarà introdotto dal Gran Siniscalco che spiegherà la sua origine e storia, allietando i commensali con curiosità sugli antichi usi e costumi. Al termine della cena, i commensali potranno immergersi nella penombra dell’antico Castello e perlustrare il fossato alla ricerca di spiriti, fantasmi e streghe. Ma niente paura, anche se suspense è la parola d’ordine, la magia di questa dimora mette le cose a posto, avvolgendo gli ospiti tra le sue protettive mura di cinta.

Nelle giornate di sabato e domenica, l’appuntamento imperdibile dal sapore medievale con la sfida all’ultima freccia. I gloriosi fasti del Borgo di Malpaga rivivono grazie alle esibizioni degli arcieri che, per tutto il giorno, illustreranno la vita del campo e spiegheranno le fondamenta di questa disciplina. Nell’antica Piazza d’Armi, grandi e piccini potranno poi testare in prima persona le proprie abilità con arco e frecce con una prova pratica sul posto. Un’occasione unica per scoprire i segreti, la storia e le curiosità di un affascinante sport dalle tradizioni millenarie.

Per l’intero fine settimana, durante le visite guidate programmate dalle 10 alle 18, il Castello svelerà agli ospiti i bellissimi affreschi presenti nelle antiche sale arredate con mobili d’epoca.




Riapertura del Casinò, il sindaco convoca i parlamentari

Casinò San Pellegrino“Valutare quali iniziative possano essere condivise e attuate per ottenere l’inserimento della riapertura del Casinò di San Pellegrino Terme nel decreto sul gioco che darà attuazione all’articolo 14 della legge delega al governo in materia fiscale”. E questo lo scopo dell’incontro che si terrà domani, a partire dalle 10, al Comune di San Pellegrino Terme a cui sono stati inviati parlamentari e consiglieri regionali bergamaschi, nonché l’assessore regionale Claudia Terzi e la Comunità montana. Come sottolinea il sindaco Vittorio Milesi“vale la pena di ribadire come l’apertura del Casinò costituirebbe un ulteriore decisivo elemento per rafforzare e dare piena e completa attuazione alle previsioni contenute nell’Accordo di Programma promosso dalla Regione Lombardia nel 2007 per il rilancio turistico-occupazionale di San Pellegrino Terme e della Valle Brembana e che hanno trovato nei mesi e nei giorni scorsi un nuovo fondamentale impulso grazie all’apertura del centro termale e al consistente finanziamento assegnato dal Governo per il recupero del complesso monumentale del Grand Hotel”.

Milesi ricorda l’ampio consenso e la condivisione che la richiesta di riapertura del Casinò ha raccolto negli ultimi tempi sul territorio e che è rintracciabile nei seguenti atti: mozione approvata dal Consiglio della Regione Lombardia il 13 gennaio 2015 per chiedere al Governo l’istituzione di una Casa da Gioco nel comune di San Pellegrino Terme; il protocollo 7760 del 29 gennaio 2015 del presidente della Provincia di Bergamo indirizzata al presidente del Consiglio e ai presidenti di Senato e Camera per richiedere l’istituzione di una Casa da Gioco in San Pellegrino Terme; delibera del 14 gennaio 2015 della Giunta Esecutiva della Comunità Montana della Valle Brembana con la quale viene chiesta la riapertura della Casa da Gioco nel Comune di San Pellegrino Terme; deliberazioni delle Giunte e dei Consigli Comunali di numerosi Comuni della Valle Brembana con le quali è stato approvato un ordine del giorno avente ad oggetto la richiesta di riapertura della Casa da Gioco nel Comune di San Pellegrino Terme.

“Il sostegno ampio e convinto registrato in sede locale, provinciale e regionale, su un tema indubbiamente delicato come quello delle Case da Gioco – continua Milesi – evidenzia e testimonia che lo spirito e le ragioni per le quali il Comune di San Pellegrino sollecita la riapertura del Casinò, sono stati riconosciuti e condivisi nella loro valenza e significato più vero e cioè nel tentativo di rafforzare una prospettiva di sviluppo e di futuro per un territorio sempre più emarginato e in difficoltà come quello della Valle Brembana. L’auspicio che mi permetto di formulare è che tali importanti prese di posizione portino ad un riconoscimento anche in ambito nazionale, delle motivazioni poste alla base della richiesta di questo Comune e al conseguente rilascio del provvedimento autorizzativo alla riapertura del Casinò di San Pellegrino Terme”. L’incontro arriva a pochi giorni dall’assegnazione a San Pellegrino Terme di 18 milioni, da parte del Cipe, per il restauro e risanamento del Grand Hotel.




Federazione cuochi, Bergamo protagonista

La Lombardia e Bergamo hanno un ruolo di primo piano all’interno della Fic, la Federazione italiana cuochi, che il 20 aprile a Roma ha rinnovato il direttivo nazionale eleggendo alla presidenza Rocco Pozzulo, chef e docente dell’istituto alberghiero di Potenza, già project manager della Federazione.

andrea tiziani e francesco gotti
Andrea Tiziani e Francesco Gotti

Vicepresidente vicario eletto per acclamazione è stato Carlo Bresciani, presidente della Fic di Brescia, mentre tesoriere è stato confermato il cosentino Carmelo Fabbricatore. Nel Consiglio siede invece Fabrizio Camer, vicepresidente e segretario dell’Associazione cuochi bergamaschi, nonché vicepresidente dell’Unione dei cuochi regione Lombardia. Nel corso dei lavori è arrivata anche la notizia della nomina di Francesco Gotti, già portacolori della Nazionale italiana cuochi, a manager del team Junior, del quale è entrato recentemente a far parte un altro bergamasco, il 21enne Andrea Tiziani. In tema di competizioni, da registrare inoltre il successo del bresciano Cristian Spagnoli al Global Chef Sud Europa appena concluso.

rocco-pozzulo-presidente-fic
Il nuovo presidente nazionale della Fic, Rocco Pozzulo

«Il programma non può che muovere dalla valorizzazione ulteriore della figura del cuoco professionista, nonché del ricco patrimonio enogastronomico che l’Italia vanta – ha annunciato il neopresidente Pozzulo, che succede a Paolo Caldana e resterà in carica per quattro anni -. Ma, premesso ciò, non posso non avviare la mia azione da una duplice consapevolezza: la straordinaria eccezionalità della situazione di crisi economica in cui versa la nostra amata Italia e, al tempo stesso, le grandi potenzialità che la Federazione Italiana Cuochi conserva, per progettare un futuro diverso. Di fronte al rischio incombente dell’omologazione, occorre molto di più di un’accorta e attenta gestione del quotidiano. Ritengo che si dovrà realizzare una profonda riorganizzazione e innovazione del tessuto gestionale e associativo, implementando adeguate strategie, anche a medio e lungo termine. La Federazione ha costruito in tutti questi anni un ruolo di primaria associazione professionale di categoria grazie al lavoro silenzioso di tanti uomini e donne che con una straordinaria disponibilità hanno messo al servizio del bene comune tempo e professionalità. Oggi, a mio parere, occorre osare di più, bisogna unire al tempo e alle competenze di base, requisito indispensabile, la capacità e la voglia di cogliere le sfide dell’innovazione e del cambiamento».

Anche a livello locale non manca la voglia di potenziare le iniziative e la collaborazione. È infatti in fase di realizzazione un nuovo sito (www.cuochibergamo.it) che conterrà anche una sezione cerco/offro lavoro ed è cominciato l’aggiornamento tramite newsletter. Proseguono inoltre gli appuntamenti formativi. Lunedì 4 maggio all’Enaip di Como si svolgerà il primo corso artistico con l’utilizzo della pasta frolla, mentre martedì 26 maggio presso Love Kitchen di Casirate (via dell’industria, 16) è in programma un corso base sulla lavorazione del cioccolato, a cura dell’Accademia Italiana del dessert con lo chef Andrea Marin (gratuito per i soci Fic, al costo di 40 euro per i non associati, info: 328 2767257).

Per quanto riguarda le cene, invece, martedì 12 maggio c’è l’appuntamento ormai classico “Il sentiero delle erbe” all’hotel ristorante San Marco di Schilpario, con un menù a base di erbe spontanee e fiori e la presentazione e degustazione di prodotti tipici della Valle di Scalve (il costo è di 30 euro, prenotazioni Hotel San Marco tel. 0346 55024).




Scontrini, ecco come cambia il fisco

ScontriniIl fisco punta sulla svolta digitale. La fattura elettronica, ora obbligatoria per chi tratta con la Pubblica Amministrazione, diventerà una scelta possibile anche nelle transazioni tra privati. L’avvio, opzionale, è previsto dal gennaio 2017 e gli effetti potrebbero essere dirompenti. In pratica chi aderisce invia al fisco, in modo telematico, le fatture e anche gli incassi di giornata, cancellando molti strumenti burocratici. Per le imprese ci sono anche altri incentivi: i principali riguardano l’accorciamento dei tempi per i controlli e la priorità sui rimborsi Iva. Per il fisco, ovviamente, è una rivoluzione sul fronte dei controlli. Saranno fatti ”da remoto”, senza necessità di disturbare l’impresa durante la sua attività. Ovvio, poi, che la selezione di controllare sarà decisamente più mirata. Ecco che l’impatto concreto per i cittadini è quello della possibile sparizione dello scontrino fiscale. Il tagliando cartaceo non scomparirà del tutto e potrà essere richiesto per certificare un acquisto, anche ai fini della garanzia. Ma non avrà valore fiscale, cancellando anche tutto l’armamentario di multe che l’accompagna. In alcuni casi, poi, la trasmissione telematica permetterà di ‘contabilizzare’ la spesa direttamente sul 730 precompilato. L’opzione della fattura telematica ha effetto per cinque anni e si estende di quinquennio in quinquennio. Per i gestori dei distributori automatici la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati è obbligatoria.




Orio vola. E forse è il caso di guardare anche a Ovest

orioE dire che a Milano, dopo vertici e polemiche a perdifiato, hanno pure partorito un “Decreto Linate”, ad opera di quel genio del già dimenticato ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, per cercare di mettere carburante nei serbatoi dello scalo milanese… Cinque mesi dopo, i numeri fanno strame di tante velleità regolatorie. Malpensa, penalizzata dallo spostamento di una serie di collegamenti, perde più traffico passeggeri di quanto ne guadagni Linate, a riprova che la gestione dell’attività aerea non si può fare a tavolino. E la conferma l’abbiamo in casa nostra. Orio al Serio da ottobre scorso (guarda caso, ma è solo una coincidenza, quando venne firmato il decreto), ma ancor più nei primi tre mesi di quest’anno, ha messo letteralmente il turbo. Tant’è che il sorpasso su Linate, più volte inutilmente tentato in passato, è avvenuto. Lo scalo bergamasco, a furia di crescere con tassi a doppia cifra (+21% a gennaio, +18% a febbraio, +16% a marzo), è arrivato sul podio ed ora è a pieno merito il terzo aeroporto italiano per traffico passeggeri. A scapito proprio di Linate che nel medesimo periodo è cresciuto di un misero 2%.

C’è già chi obietta che nei prossimi mesi assisteremo ad un controsorpasso, visto che dal 1° maggio Milano diventerà caput mundi grazie alle mirabilie di Expo. Sarebbe grave se così non fosse perché significherebbe un clamoroso flop dell’evento a cui sono state dedicate risorse e attenzioni fuori del comune. Ma se andiamo al di là del contingente, l’analisi dei trend di traffico offrono spunti di riflessione con cui bisognerà misurarsi.

Anzitutto, quanto è successo negli ultimi mesi sancisce una verità che è banale per gli addetti ai lavori ma non per i tanti, politici in testa, che affrontano questi temi con superficialità. E cioè che sono le compagnie che fanno la fortuna degli aeroporti e non viceversa. La “fortuna” di Orio è stata di aver saputo assecondare le irrefrenabili mire espansionistiche di Michael O’Leary e della sua Ryanair (che poi ha tracciato la rotta per altri). E quello che un tempo era considerato un traffico di serie B, per saccopelisti o poco più, dopo la pesantissima crisi economica, si è rivelato essere un filone d’oro. Perché il viaggio “no frills” (senza fronzoli) è diventato la modalità normale. Altro che “business class” o vizi vari. Volare low cost oggi è una necessità, se non un elemento di competitività per chi è costretto a ridurre sempre di più i margini. E allora le compagnie tradizionali, Alitalia come Air France e tutto il resto, fanno sempre più fatica a competere. Perché hanno modelli organizzativi (e quindi costi e prezzi) rigidi che non consentono la flessibilità che è invece l’atout dei vettori più giovani e intraprendenti. Linate e Orio sono l’emblema dei due modelli. Il primo galleggia, il secondo cresce come nessun altro in Italia e, anzi, non passa settimana senza che non venga annunciato qualche nuovo collegamento.

E qui veniamo ad una seconda osservazione tutta bergamasca. Questi tassi di sviluppo, di gran lunga superiori alle più ottimistiche previsioni degli stessi addetti ai lavori, ripropongono con forza il tema della vocazione futura dello scalo orobico e delle conseguenti scelte da adottare dal punto di vista strategico. Il 2015 potrebbe segnare un altro traguardo storico perché le possibilità che venga superato l’incredibile tetto dei 10 milioni di passeggeri sono molto elevate. Finora, e giustamente, si è sempre cercato di mantenere sia il traffico passeggeri che quello merci (che garantisce margini più ampi). Ma, a fronte di una struttura che ha innegabili, e sempre più faticosamente sopportati, limiti ambientali, la coesistenza è destinata a farsi complicata. Fino ad imporre, magari non domani ma certo in un futuro non lontanissimo, una scelta.

E’ noto quale è la risposta che si sta cercando di perseguire. Gli occhi sono puntati su Montichiari. Poche settimane fa, a sorpresa, è arrivata la doccia fredda della rottura delle relazioni con i possibili partner di Verona-Venezia. Nulla è perduto, e anzi c’è chi è convinto che, per reciproco interesse, dopo la tempesta tornerà il sereno. Ma è bene, con i numeri che abbiamo visto, non precludersi nessuna strada. Se la via dell’Est si rivelerà impervia, c’è pur sempre una strada dell’Ovest che può rivelarsi non meno redditizia. Quando ci sono di mezzo gli affari i discorsi territoriali (meglio Brescia o Milano?) o politici lasciano il tempo che trovano. Il pragmatismo prima di tutto, quindi. E visto che dalle parti di Sea non si naviga a vele spiegate forse val la pena provare a fare due ragionamenti.




Mosler: «I nostri leader? Promuovono la privazione»

MoslerImprese & Territorio ha ospitato il grande economista americano Warren Mosler, autore di numerose pubblicazioni, visiting professor di Economia Monetaria all’Università di Bergamo, già relatore del convegno organizzato da Ascom e Federmoda lo scorso anno presso la sede dell’Ateneo bergamasco. L’incontro, svoltosi lunedì 20 aprile presso l’Auditorium di Confartigianato Bergamo in Via Torretta, in collaborazione con l’Università di Bergamo ha avuto come tema l’evoluzione dell’economia mondiale in relazione all’attuale contesto geopolitico ed economico. Il principale oppositore mondiale dell’Austerity ha fatto il punto sull’attuale situazione economica: «La nostra economia non sta soffrendo per una carenza di risorse reali: la crisi non è dovuta all’ esaurimento di risorse naturali, alla scarsità di persone da mettere al lavoro o da limiti nelle tecniche produttive. La nostra economia sta soffrendo di una crisi della domanda di beni e servizi, “mancano i soldi da spendere”. Una crisi dovuta all’Austerità». Le politiche di Austerità cercano di diminuire il deficit pubblico riducendo i risparmi ed i redditi di famiglie ed imprese attraverso l’aumento delle tasse e/o la diminuzione della spesa pubblica.«Ciò riduce la spesa totale nell’economia, in primis i consumi e dunque i ricavi delle aziende- ha affermato il professore americano-. Non vi è alcuna giustificazione nè scientifica nè empirica per le politiche di Austerità oggi in vigore. Vi sono più risorse reali ora che in qualsiasi altro momento della storia dell’umanità; non abbiamo mai avuto una capacità produttiva inutilizzata così grande. In mezzo a grande abbondanza i nostri leader promuovono la privazione. Senza l’artificiosa asfissia dell’Austerità che restringe l’impiego delle risorse materiali, umane e tecnologiche gli standard di vita delle persone e la salute dell’economia sarebbero enormemente migliori». La spesa a deficit è la politica economica che tramite riduzione delle tasse ed aumento della spesa pubblica incrementa reddito e risparmio di famiglie ed imprese. La spesa a deficit lascia che la spesa totale nell’economia, dunque le vendite, aumenti attivando più processi produttivi e creando lavoro.«Non vi è alcuna legge naturale che impedisca allo stato di spendere a deficit. I soli limiti possibili alla spesa a deficit sono di natura politica ed istituzionale. Il deficit pubblico, quello realizzato dal settore governativo, corrisponde al surplus del settore non governativo (famiglie ed imprese). É la situazione in cui famiglie ed imprese guadagnano più delle tasse da pagare il che è sinonimo di un aumento di risparmio privato, e dunque, di potere d’acquisto. Per questo un aumento di deficit pubblico rimuove le restrizioni per consumi ed investimenti, ergo per la crescita del settore privato. A maggior ragione in un momento di contrazione dei consumi a fronte della quale le banche diffidano dall’erogare credito, specialmente alle imprese. Il deficit pubblico è la risposta appropriata per uno scenario caratterizzato da calo dei consumi e restrizione del credito. Per esempio uno Stato che spende 100 e tassa 90, cioè immette nel settore di famiglie e aziende 100 e preleva solo 90, realizza un deficit pubblico di 10 e questo 10 rimane nell’economia come di risparmio».  In questo momento l’economia è cattiva: le persone non spendono abbastanza e le vendite sono basse: «Consumi ai minimi significano pochi posti di lavoro e quindi redditi inferiori al necessario- ha sottolineato senza troppi giri di parole Mosler-. Il livello di spesa dell’economia è molto basso e la disoccupazione è oltre il 12%.  Qualsiasi sia la valuta utilizzata la realizzazione di un deficit pubblico sufficientemente grande consente l’espansione dell’economia fino al livello di piena occupazione. Dall’altro lato l’Austerità ha gli stessi effetti sia se attuata con l’Euro sia con un’ipotetica nuova Lira.  Meno tasse corrispondono a maggiore potere d’acquisto e una maggiore spesa pubblica a più soldi in tasca. Tutti gli economisti lo sanno. Quindi qual è il problema?».

Le cinque proposte per uscire dall’Impasse

1. Dare un ultimatum all’Unione Europea affinché aumenti il limite sul deficit pubblico dal 3% all’8% .
Se l’UE rifiuta di aumentare il vincolo sul deficit allora si può scegliere di rimanere comunque nella zona Euro e continuare a vedere le cose peggiorare.
In alternativa:
2. Cominciare a spendere e tassare nella nuova Lira realizzando il deficit pubblico necessario per la piena occupazione.
3. Non realizzare la conversione forzosa dei depositi bancari da Euro a Nuova Lira.
4. Il Governo Italiano tramite la sua Banca Centrale garantisce il 100% dei depositi.
5. Il Governo Italiano finanzi un “Piano di Lavoro Transitorio” per chiunque possa e voglia lavorare.
Tracce-guida di un possibile piano di spesa a deficit potrebbero essere l’abolizione dell’Iva, delle tasse sul lavoro e sugli investimenti combinata ad un aumento della spesa pubblica in settori strategici. Questi ultimi, oltre a porre le basi di un percorso di sviluppo economico, inducono direttamente – tramite il loro indotto – la crescita dell’economia privata.
Dove e come diminuire le tasse ed aumentare la spesa pubblica dovrebbero essere le questioni al centro del confronto politico.




La delegazione Ascom resta un punto di riferimento

A Osio Sotto, i pubblici esercizi tengono testa alla crisi. Bar, ristoranti, pizzerie classiche e d’asporto si difendono, mentre sono un po’ più in difficoltà i negozi di abbigliamento, calzature e pelletteria. Tra le cause anche i centri commerciali presenti nelle vicinanze.

Anche il piccolo dettaglio alimentare è in sofferenza. “Funziona solamente se deve servire il pensionato con il quale si è instaurato un rapporto di fiducia oppure chi non possiede l’automobile per spostarsi – spiega Carla Guerra, responsabile della delegazione locale dell’Ascom -. L’unica eccezione è data dai “frutta e verdura”, con nuove aperture, conseguenza di una mentalità diffusa che crede nella disponibilità del prodotto fresco solo dal negoziante specializzato”.

Si affidano agli esperti e ai funzionari della delegazione molte attività locali, comprese quelle presenti a Dalmine, Filago, Osio Sopra, Madone, Verdello, Verdellino, Ciserano, Boltiere, Canonica d’Adda, Brembate, Capriate, Levate, Bottanuco, Spirano. Gli uffici Ascom offrono assistenza ai propri associati per tutte le pratiche amministrative relative alle iscrizioni per avvio attività o cancellazioni oltre al servizio completo di assistenza fiscale, dichiarazioni redditi e modelli 730. Negli ultimi tre anni, il calo delle attività si è assestato tra il 15 e il 20%. Anche a Osio Sotto sono molti gli improvvisati del commercio, lavoratori che perdono il posto da dipendente e investono in un’attività in proprio senza aver maturato le specifiche competenze. “Aprono con facilità, ma chiudono anche a tempo record, dopo un anno e mezzo”, spiega Guerra. Ad avere il polso della situazione è Vincenza Carissimi, titolare del “Bar commercio” e vicepresidente del Gruppo bar e pubblici esercizi dell’Ascom e consigliere in Acea (Associazione commercianti, esercenti e artigiani) che raggruppa settanta attività. “I locali li vediamo affollati, ma dobbiamo fare i conti con le tasse in continuo aumento e con una spesa procapite sempre più limitata – dice Carissimi -. Un tempo le famiglie si sedevano per gustare una coppa di gelato, oggi prendono un cono e se ne vanno”.

Comincia ad incassare frutti chi apre alle nuove tecnologie. “Molti propongono la loro merce, come elettrodomestici o bomboniere, esponendola sulla propria vetrina on line, offrendo prezzi vantaggiosi – spiega la barista -. Un canale sempre più seguito e che permette di raggiungere una clientela più giovane”.