Il grande pubblico l’ha conosciuto nel 1993 quando ha sbaragliato la concorrenza dei barzellettieri più bravi d’Italia, vincendo la trasmissione “La sai l’ultima”. E da quel momento in poi la sua carriera non si è più fermata: ospite fisso per anni a “Quelli che il calcio”, protagonista ormai da dieci edizioni del programma televisivo “Colorado” e poi tanto teatro, che lo ha visto debuttare nel 2008 come protagonista assoluto all’interno del laboratorio Progetto Derby, il prestigioso “contenitore” comico del Teatro Derby curato da Teo Teocoli e Mario Lavezzi.
Oggi Andrea Baccan, in arte Pucci, è uno dei cabarettisti ed intrattenitori più irriverenti e simpatici dello spettacolo, che piace a tutti, “dai giovani ai nonni”, come lui stesso ama sottolineare, perché la sua comicità è leggera, incalzante e invita al sorriso.
In scena al Teatro Creberg il 21 marzo, presenterà lo spettacolo “C’è solo da ridere”, che è la raccolta delle sue migliori battute,questa volta rielaborate per l’esibizione teatrale.
Lo show è un esilarante monologo che ha come argomento centrale la quotidianità della vita: concettualmente diviso in tre parti, “La società in cui viviamo, voi e io”, promette battute a raffica con un costante occhio di riguardo al pubblico, che è convinto “abbia sperimentato e conosce benissimo le vicende che racconto”.
E cosi Pucci, attento osservatore degli sviluppi sociali e della realtà che lo circonda, rievoca situazioni grottesche, racconta storie vere al limite della presa in giro e coinvolge gli spettatori con uno spensierato report di ordinaria quotidianità che, in chiave satirica, va dal legame con la mamma all’adolescenza, dagli esordi della sua carriera fino alle relazioni amorose, passando anche per la famigerata vita di coppia, dove racconta le emozioni e i sospiri dell’inizio di una storia e il travagliato percorso dopo 20 anni di matrimonio. E ogni gag è sempre sottolineata dal suo tormentone “è cambiato tutto!”
Lo spettacolo rappresenta un’ora e mezza di puro divertimento senza pensieri, per una serata “leggera”, ricca di satira di costume (l’artista non ama quella a sfondo politico”) dove si ride davanti ai continui salti indietro nel passato e ai ritorni al presente, anche grazie ad un ritmo incalzante e ad un linguaggio irriverente, simpatico e a tratti sfacciato, ma mai offensivo, che continua a divertire e a far sorridere sulle cose della vita. E per il suo “C’è solo da ridere” l’artista ha un consiglio per il pubblico bergamasco “venite a vedermi in compagnia, con i vostri amici o con chi amate…vi divertirete ancora di più”.