nella foto: Claudia Marrone, prima a sinistra, alla presentazione del progetto
La sala per l’allattamento pronta a fare da modello cittadino è stata inaugurata dall’Asl nella sede di via Galliccioli, arredata grazie al contributo dell’azienda bergamasca Foppapedretti e resa più accogliente e rilassante da colori pastello alle pareti, una comoda poltrona e un morbido cuscino a ciambella per l’allattamento.
Bastano piccoli accorgimenti per accogliere mamme e bambini ed entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop. Piccole aree ed ambienti a misura di bimbo possono essere creati oltre che all’interno di strutture materno infantili (ospedali, consultori, nidi) anche in spazi pubblici commerciali e non (bar, ristoranti, negozi, farmacie, supermercati e via dicendo), che per la loro distribuzione territoriale possono costituire un’importante rete di sostegno alla donna che allatta e che si trova fuori casa col proprio figlio. «L’allattamento al seno richiede una “catena calda” di sostegno, entrando a far parte, oltre che nella nostra cultura e società, nelle nostre attività – spiega Claudia Marrone, presidente del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom -. Per creare un Baby Pit Stop basta poco: una comoda sedia o poltroncina e un fasciatoio o un tavolo o altra superficie per il cambio del bambino, che non richiedono grandi spazi o investimenti. Chi può contare su ambienti più grandi può dedicare anche un’area al gioco dei più piccoli, andando a caratterizzare ulteriormente la propria attività rendendola davvero a prova di bambino. In ogni Baby Pit Stop saranno presenti anche opuscoli informativi dell’Unicef e materiale utile ad ogni mamma. Ci aspettiamo un buon numero di adesioni ed un’attenzione particolare da parte delle mamme imprenditrici».
Per entrare a far parte del circuito Baby Pit Stop le imprese associate all’Ascom devono fare pervenire la loro adesione compilando l’apposita scheda di iscrizione (scaricabile anche dal sito associativo www.ascombg.it) ed inviandola entro il 31 ottobre via mail o fax (soci@ascombg.it; fax 035 249848). Per maggiori informazioni, tel. 035 4120304.
Allattare un bambino è un gesto semplice e naturale che le mamme dovrebbero poter fare ovunque, anche se a volte in città risulta difficile. Non esistono orari, né un numero definito di poppate nell’arco della giornata ed è impossibile per ogni donna prevedere dove e quando il bambino chiederà di nutrirsi. Il progetto Baby Pit Stop (BPS), che prende il nome dal cambio gomme e pieno di benzina che viene effettuato in tempi rapidissimi durante le gare automobilistiche di Formula Uno, consente alle mamme sempre di corsa di contare su punti di appoggio e luoghi pensati per “fare il pieno di latte e il cambio di pannolino”.
Il progetto vede impegnata in prima fila l’Asl di Bergamo con l’inaugurazione nella sua sede di via Galliccioli di una sala “a prova di neonato” in occasione della settimana mondiale dell’allattamento materno, evento celebrato con la mostra fotografica ospitata nell’atrio “Noi allattiamo!”, che immortala in scatti commoventi un fondamentale momento di contatto tra madre e figlio. Tutte le mamme di Bergamo o di passaggio, oltre ovviamente alle dipendenti dell’azienda sanitaria, possono perciò da oggi contare su uno spazio attrezzato con sedia, fascia allattamento, fasciatoio, mastosuttore e frigorifero per garantire l’estrazione del latte con il massimo comfort a chi deve conciliare poppate e orari di ufficio. La sala è l’archetipo degli altri spazi che nasceranno in città, che vede Bergamo aderire al progetto Unicef “Comunità amica dei bambini” e al Workplace Health Promotion – Whp, promosso dalla Regione. Grazie all’impegno del Gruppo Terziario Donna dell’Ascom saranno messi a disposizione nuovi angoli e ambienti accoglienti – oltre che riservati – con cui negozi e imprese daranno il benvenuto ad ogni madre che allatta il suo bambino.
«Non potevamo non fare noi come Asl un primo passo concreto per incentivare un fondamentale gesto di salute in una provincia che ha particolare bisogno di essere sensibilizzata su questo tema, dato che Bergamo è il territorio in cui si allatta meno in Lombardia – ha spiegato Mara Azzi, direttrice dell’Asl di Bergamo -. L’allattamento è una forma di prevenzione fondamentale per la salute fisica e psichica e non può essere interrotta dal ritorno al lavoro, tra i principali motivi che portano ad abbandonare un gesto che, come raccomandano Unicef e Organizzazione Mondiale della Sanità, andrebbe prolungato ben oltre i primi mesi di vita dei bambini».
L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Bergamo Maria Carolina Marchesi ha sottolineato l’importanza del progetto: «Le immagini della mostra celebrano la gioia dell’allattamento, regalando attraverso immagini scattate nei consultori presenti nel territorio la grande emozione e serenità di questo insostituibile momento che lega madre e figlio – ha affermato -. L’obiettivo ambizioso è quello di dare vita ad una Comunità Amica dei bambini, come dal progetto Unicef, mostrando una particolare attenzione e cura al rapporto madre e figlio e ad uno dei momenti più particolari che ogni donna vive». Per creare ambienti adatti non servono grandi spazi né investimenti: «Bastano una sedia, un tavolo o un fasciatoio – ha ribadito Anna Pagnini, presidente del Comitato provinciale Bergamo dell’Unicef – per concedere alle mamme il comfort e la privacy necessari per nutrire i loro figli. Ci impegneremo personalmente a visitare i Baby Pit Stop, oltre che a continuare a incentivare l’allattamento. Se esistesse un farmaco facilmente trasportabile e sempre disponibile faremmo tutti la coda in farmacia: il latte materno è questo e molto di più e va promosso».
Vedere una donna allattare in pubblico è ancora un tabù, come del resto riportano spesso i media, con casi in cui le madri vengono allontanate dai luoghi in cui stavano allattando i propri bambini. «L’allattamento deve essere accolto nella comunità come pratica naturale oltre che salutare – ha evidenziato Maria Enrica Bettinelli, responsabile Pediatri di famiglia e progetti per la salute materno infantile dell’Asl di Milano, oltre che responsabile dell’iniziativa Comunità Amica dei Bambini per l’allattamento materno di Unicef Italia -. Purtroppo nella nostra società il seno viene rappresentato dalla pubblicità per il suo richiamo erotico e non come prima risorsa di salute per le sue generazioni. Il percorso che porta a diventare Comunità amica dei bambini ci avvicina alle realtà più evolute del Nord Europa e contribuisce ad accogliere nella quotidianità il gesto più naturale del mondo». L’assessore regionale all’Ambiente Claudia Maria Terzi, portando i saluti dell’assessore alla Salute Mario Mantovani, ha invocato una moltiplicazione dei Baby Pit Stop in Bergamasca: «La scelta di allattare o meno è per molti versi obbligata dalla difficoltà di conciliare i tempi di lavoro, oltre che dall’assenza di spazi idonei. I Baby Pit Stop sono fondamentali luoghi di supporto alle mamme e, perché no, anche per i papà, oltre che un ulteriore sostegno che si affianca a quello portato avanti dai consultori nel territorio». Allattare è una pratica sostenibile e che tutela l’ambiente, come ha ricordato il coordinatore ostetrico ginecologico dei consultori Asl Fiorenza Cartellà: «Oltre che dare ai neonati più garanzie di salute e benessere, allattare al seno fa risparmiare carta, vetro ed energia. Bisogna creare e diffondere una maggiore cultura dell’allattamento a partire dagli ospedali, dalla prima poppata che accompagna i primi momenti di vita di ogni neonato».