Per gli alberghi si avvicina la libertà dai vincoli sui prezzi posti dai grandi portali di prenotazione. Il Senato ha infatti approvato il disegno di legge per la concorrenza ed il mercato che – all’articolo 61 – sancisce l’abrogazione dell’obbligo di parity rate, ossia le clausole che obbligano le strutture ricettive a pubblicizzare le stesse tariffe su tutti i portali nonché sul proprio sito web.
Il provvedimento era stato licenziato dalla Camera dei Deputati nell’ottobre 2015 ed ora dovrà tornare alla Camera per la definitiva approvazione, intanto il settore esprime la propria soddisfazione per lo sblocco e auspica una rapida conversione in legge. «Quando la norma concluderà il proprio iter – spiega Federalberghi -, i grandi portali di prenotazione alberghiera non potranno più impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi. Da questa norma trarranno giovamento i consumatori (che beneficeranno di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l’erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all’estero)».
La Federazione ricorda che una recente indagine della Commissione Europea ha dimostrato che nei paesi in cui è stata vietata la parity il tasso di conversione delle online travel agencies non è diminuito, a conferma del fatto che la concorrenza fa bene a tutto il mercato.
«Due anni fa – prosegue la nota – grazie alla segnalazione che Federalberghi presentò all’Autorità Antitrust, si mossero i primi passi. Ma, mentre l’Italia procede al piccolo trotto, i competitor galoppano. Nel 2015, le clausole di parity erano vietate solo in Germania. Poi si sono aggiunte la Francia, l’Austria e la Turchia. Anche la Svizzera è a buon punto. Confidiamo che la Camera dei Deputati provveda in tempi brevi all’approvazione definitiva della legge. Si tratta di un passaggio necessario per colmare il divario che ci separa da alcuni dei nostri principali competitor».
«Dopo essere riuscita a far approvare il provvedimento “Airbnb” – dichiara il presidente del Gruppo albergatori dell’Ascom di Bergamo, Giovanni Zambonelli – la perseveranza della nostra Federazione è giunta anche a questo importante successo». Anche se il braccio di ferro con i portali non potrà dirsi concluso: «C’è da aspettarsi che le OTA (online travel agency ndr.) – rileva -, avendo la titolarità del proprio sito, andranno a favorire le strutture che applicheranno ancora la parity rate, facendole visualizzare prima delle altre. Ma il fatto che il consumatore abbia ora la consapevolezza che con un rapporto diretto con l’albergatore possa godere di prezzi migliori non può che aiutarci ad accrescere le prenotazioni in house e ad aumentare la nostra redditività».