Vetrofanie nelle librerie per dire no alla violenza sulle donne tutto l’anno

Vetrofanie nelle librerie per dire no alla violenza sulle donne tutto l’anno

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Presentata ieri l’iniziativa che vede Comune e associazioni dei commercianti in prima linea per contrastare in modo sempre più capillare il fenomeno

Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza che riporta all’attenzione di tutti un fenomeno che l’emergenza sanitaria ha ulteriormente esasperato. Anche Ascom Confcommercio Bergamo aderisce all’iniziativa che vede il Comune di Bergamo in prima linea per contrastare in modo sempre più capillare il fenomeno.  Dopo aver dato seguito all’ordine del giorno, presentato dalla Consigliera Viviana Milesi e approvato all’unanimità dal Consiglio comunale l’11 maggio scorso, riguardante la diffusione ampia in città del numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking quale primo indispensabile strumento di aiuto, Palazzo Frizzoni si è fatto promotore della realizzazione di una targa e di una vetrofania in più lingue con il numero 1522.
Le targhe sono destinate alle panchine rosse presenti nei diversi quartieri (sabato 27 alle 10.30 inaugurazione della panchina rossa ala Villaggio sposi in via Promessi sposi) e le vetrofanie alle sedi comunali, ai CTE, ai CSC, alle Biblioteche agli altri luoghi di aggregazione e non solo legati all’Amministrazione, come il Drop In alla stazione delle autolinee, un presidio socio sanitario dedicato alla prima accoglienza di coloro che vivono in condizioni di marginalità.

La vetrofania sulle librerie

La vetrofania, grazie ad un accordo con Confesercenti e Ascom Confcommercio, sarà anche esposta sulle vetrine delle librerie loro aderenti. “Le donne rappresentano da sempre la spina dorsale del terziario bergamasco e la loro tutela è un fatto di civiltà e di educazione – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo-. Non è un caso quindi che siano state scelte le librerie che sono luoghi di cultura, perché è sulla cultura che dobbiamo puntare per combattere la violenza contro le donne. Credo che non sia sufficiente ricordarsi del problema della violenza solo il 25 novembre. E il contrasto alla violenza non si traduce solo con la repressione ma anche nell’educazione: in questoè fondamentale la valorizzazione del ruolo delle donne nel loro ambiente lavorativo e Ascom è impegnata da anni in questo senso. Non è casuale che negli ultimi 5 anni si sono susseguite due importanti iniziative sul tema come la mostra “Sguardi di donne. Storie di commercio” e il cortometraggio “Madre e Figlia. L’impresa donna tra le generazioni”.

Il report sugli “Omicidi volontari”

I numeri parlano chiaro: il report sugli “Omicidi volontari” fornito dalla Direzione centrale della polizia criminale del Ministero degli Interni, ci dice che tra 1° gennaio e 14 novembre 2021 sono stati registrati 252 omicidi, con 103 vittime donne di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Rispetto allo stesso periodo del 2020, le vittime di genere femminile segnano un nuovo aumento passando da 100, di cui 83 in ambito familiare, a 103 (+3%). Per quanto riguarda le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, nel 2020 (dati ISTAT) queste sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat (+71%). Il boom si è avuto a partire da fine marzo, con picchi ad aprile (+176,9% rispetto allo stesso mese del 2019) e a maggio (+182,2 rispetto a maggio 2019).
La violenza segnalata è soprattutto fisica (47,9% dei casi), anche se quasi tutte le donne hanno subito più di una forma di violenza e tra queste, in primis, quella psicologica (50,5%). Rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni di età (11,8% nel 2020 contro il 9,8% nel 2019) e delle donne con più di 55 anni (23,2% nel 2020; 18,9% nel 2019). Riguardo agli autori, aumentano le violenze da parte dei familiari (18,5% nel 2020 contro il 12,6% nel 2019) mentre sono stabili le violenze dai partner attuali (57,1% nel 2020).

A Bergamo

La Rete Interistituzionale Antiviolenza degli Ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine, è il punto di riferimento territoriale di Regione Lombardia delle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e domestica. Un presidio che rappresenta l’esito di una sensibilità politica/istituzionale che si è generata in questi anni in un territorio dove, già da tempo, era attivo il Centro Antiviolenza Aiutodonna (nato nel 1999, cui si è aggiunto lo Spazio Donna di Dalmine nel 2019) nodo essenziale e necessario di ogni Rete insieme a tutti gli operatori e operatrici dell’emergenza. Da gennaio al 31 ottobre 2021 nei due Ambiti, Bergamo e Dalmine, il Centro Antiviolenza Aiutodonna e lo Spazio Donna di Dalmine hanno ricevuto 310 contatti di donne. A livello provinciale, nelle 5 Reti Antiviolenza territoriali, il numero di contatti totale è di 829 donne, in continuità con le rilevazioni degli anni precedenti.