Il secondo trimestre del 2013 registra un progresso della produzione dell’industria bergamasca che cresce di 1,9 punti nel trimestre – recuperando la brusca flessione di due punti percentuali accusata nei primi tre mesi dell’anno – e di 1,1 rispetto al corrispondente periodo del 2012.
I risultati della congiuntura per l’intera regione Lombardia confermano un risultato positivo dell’industria nel trimestre (+1,2 dopo il calo di due punti nella scorsa rilevazione) e solo un trascurabile recupero (+0,1%) sull’anno.
Le oscillazioni dei dati negli ultimi trimestri non consentono di cogliere con certezza un’inversione di tendenza e l’avvio di una ripresa che, in ogni caso, si preannuncia debole ed esposta a fragilità e rischi di ripiegamento. E’ probabile che l’industria bergamasca e lombarda si stia allontanando dal punto di minima della seconda fase della recessione avviatasi circa due anni fa. Gli indicatori dell’industria nel periodo tra aprile e giugno di quest’anno sono in larga misura concordanti: oltre alla produzione, migliorano le vendite, tengono o recuperano gli ordinativi, aumentano significativamente i settori e la quota di imprese in crescita tendenziale, risalgono le aspettative sulla dinamica della produzione.
Si ferma il rincaro dei prezzi internazionali delle materie prime. La componente della domanda estera, nonostante il rafforzamento del cambio dell’euro e la persistente debolezza della domanda interna dell’Europa, sembra tenere.
L’occupazione è invece ancora complessivamente in calo. Il numero degli addetti diminuisce e il livello ancora elevato di Cassa integrazione ordinaria e straordinaria lascia intendere una fase ancora lunga di aggiustamento al ribasso dell’occupazione industriale.
L’artigianato manifatturiero bergamasco segna un rimbalzo (+6,6 nel trimestre ma a seguito di un tonfo altrettanto accentuato di oltre 8 punti nella rilevazione scorsa) e guadagna 1,5 punti nel confronto su base annua. Anche nell’artigianato si modifica sensibilmente e positivamente il rapporto tra imprese in espansione e imprese in contrazione, e affiorano spunti positivi sull’andamento delle vendite e dell’occupazione.
Nel commercio al dettaglio le vendite sono ancora in calo, ma emergono segnali di attenuazione della caduta. Il giro d’affari è in riduzione a Bergamo su base annua del 3,6%, un valore del tutto simile al dato medio regionale. In specifico si registra un -6,5 per cento nel comparto alimentare, -2,2 per cento nel non alimentare e -4,5 per cento nel commercio non specializzato, cioè nella grande distribuzione. Con l’eccezione di quest’ultima – rispetto alla quale però la nuova metodologia dell’indagine non consente un confronto omogeneo con la serie precedente – si riscontra un relativo miglioramento sui trimestri passati.
Nei servizi il fatturato medio diminuisce a Bergamo su base annua del -1,6 per cento, poco meno rispetto al dato medio regionale, ma in recupero costante sugli ultimi trimestri. E con qualche spunto positivo per l’occupazione sia a Bergamo che in Lombardia. Nell’edilizia bergamasca il giro d’affari resta negativo (-3 su base annua), anche in questo caso con un lento relativo miglioramento in corso sia a Bergamo che in Lombardia.
Il miglioramento del ciclo industriale è confermato anche dai più affidabili risultati dell’intero campione regionale con una variazione trimestrale pari al +1,2% e un recupero minimo (+0,1%) su base annua. In termini di variazione tendenziale, il risultato migliore è conseguito dalle imprese di maggiore dimensione (+6,6%), con oltre 200 addetti; variazione positiva (+1%) per le medie imprese (tra 50 e 200 addetti) mentre le piccole sono al -2,5% sui livelli di un anno fa.
Per quanto riguarda i settori, prevale il segno positivo in 7 contro una variazione tendenziale negativa in 6, dopo due anni di ininterrotta prevalenza dei comparti in contrazione. Tra i settori di maggior rilievo, ottimi risultati (+8%) per chimica e tessile; crescita significativa per legno-mobili e gomma-plastica e recupero contenuto (+0,6%) per la meccanica dopo 6 trimestri consecutivi in flessione. Tra i settori in contrazione si attenuano le perdite nei minerali non metalliferi e nei mezzi di trasporto.
Quanto agli addetti, sono in calo nel trimestre (-0,30% la variazione grezza) per effetto di un tasso d’ingresso di 0,87 e di un tasso di uscita di 1,17. La variazione occupazionale al netto dei fattori stagionali è negativa (-0,63%) e su base annua il calo è del -1,5%.