La Valle Imagna si fa ambasciatrice della Carta della Montagna

Valle IMAGNA - cascina - formaggioGli “Imprenditori di Sant’Omobono Terme”, riuniti dalla sigla Isot, rappresentano una realtà nata nel 2010 con l’obiettivo di promuovere e sostenere la vitalità economica e sociale della Valle Imagna con la collaborazione delle istituzioni, attraverso la realizzazione di progetti a carattere sociale ed economico. Identificando fin da subito la grande occasione di sviluppo e di crescita che l’esposizione universale avrebbe rappresentato per la Valle Imagna, l’Isot, attraverso lo sportello dedicato dell’Ascom di Bergamo, ha cercato un contatto diretto con il mondo di Expo 2015 coinvolgendo tutti gli attori del territorio in un’attenta riflessione sul proprio futuro e sulla propria missione al fine di mettere in atto strategie di valorizzazione delle peculiarità territoriali della Valle.

«Isot ha mostrato un grande spirito di analisi e creatività nella riorganizzazione dei propri modelli di sviluppo – spiega la responsabile dello sportello “Prepariamo all’Expo”, Stefania Pendezza -, dando vita a iniziative rivolte alla cittadinanza e a progetti di sviluppo di reti di collaborazione, i cui effetti perdureranno anche e soprattutto dopo l’esposizione. Tra questi, ad esempio, l’evento denominato “Valle Imagna in Gusto” che ha mostrato una vetrina della vivacità della Valle alla cittadinanza e ai turisti. Inoltre Isot è stato presente alla manifestazione universale attraverso una business visit mirata alla conoscenza di nuovi mercati e modelli di promozione territoriale con cui confrontarsi e da cui prendere spunto».

Per il dopo Expo, Isot si ricollega al grande lascito dell’esposizione universale ben rappresentato nella Carta di Milano e, quale associazione imprenditoriale di un territorio di montagna, definisce i propri obiettivi più specificatamente in riferimento alla Carta della Montagna di Expo 2015. Su queste basi si sviluppa il piano di intervento previsto nel 2016 che, mirando a fare della Valle Imagna una valida ambasciatrice di Expo 2015, coinvolge la Comunità Montana e il Bim nella realizzazione di eventi culturali tesi a promuovere e valorizzare bellezze e peculiarità della Valle, attraverso appuntamenti specifici in ogni stagione. Si parla di natura e biodiversità ambientale, eccellenze enogastronomiche e patrimonio rurale conservato dalla tradizione, ma anche di innovazione e creatività, tra tessuto imprenditoriale, turismo e artigianato locale. Previsto anche “Montagna chiama città, città chiama Montagna”, percorso dedicato alle nuove generazioni per renderle protagoniste della promozione della Valle e della cultura della montagna.

Il progetto prevede infine un incremento delle azioni  a favore della comunicazione e di una nuova immagine, in grado di diffondere contenuti e attrarre pubblico.

 

 


Innovativo, sostenibile e internazionale. Il commercio visto dall’Ascom

Tavolo Ascom dopo Expo ritQuali saranno gli scenari futuri per il terziario? Conclusa l’esperienza di Expo, Ascom Bergamo ha analizzato le principali tendenze emerse nell’ultimo anno e studiato nuovi progetti, sulla scia della vivacità e dell’impulso innovativo nati dall’esperienza fatta nei sei mesi dell’Esposizione Universale.

I progetti puntano a tre ambiti, che la grande kermesse milanese ha messo in luce come strategici, ovvero l’internazionalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità ambientale. «Ascom ha lavorato tutto il 2015 sul tema dell’Esposizione Universale – ha detto il presidente Paolo Malvestiti, in una conferenza stampa questa mattina alla Domus di Bergamo – e nei primi mesi dell’anno ha preparato gli associati affinché fossero attenti e pronti a cogliere le opportunità che la manifestazione poteva offrire. Grazie al sostegno della Camera di Commercio e di Bergamo Sviluppo, abbiamo attivato lo sportello “Prepariamoci all’Expo”, che non si è limitato ad essere un punto informativo, ma ha voluto spingersi oltre e costruire insieme alle imprese interessate progetti a favore del proprio sviluppo imprenditoriale. E ora che Expo 2015 è giunto al termine, il lavoro continua realizzando nuove e importanti progettualità in chiave di sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione».

I buoni risultati sono «frutto del gioco di squadra – ha precisato Malvestiti – di tutto il Sistema Bergamo, che insieme ha lavorato per promuovere il territorio. Dagli incontri fatti, siamo convinti che le aziende del terziario, in sinergia con tutto il sistema imprenditoriale bergamasco, sono pronte a fare un salto di qualità verso nuovi scenari, dove l’internazionalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità diventano i protagonisti di un nuovo modo di fare impresa. Inoltre, a breve arriveranno anche le osservazioni finali di Ocse che, con la regia della nostra Camera di Commercio, aggiorneranno la bozza del progetto della nuova governance sulle numerose esigenze economiche imprenditoriali».

«Le principali tendenze che caratterizzeranno i nostri settori nel futuro e che tengono conto dei nuovi stili di consumo e della sensibilità al prezzo sono l’internazionalizzazione e l’innovazione nel retail – ha spiegato Oscar Fusini, direttore dell’Ascom -. L’internazionalizzazione si declina nell’incremento delle esportazioni, in particolare per il comparto del commercio all’ingrosso, nella ricerca di nuovi mercati, nel commercio elettronico e nell’apertura di nuovi punti vendita all’estero. L’innovazione nel retail, invece, intercetta a livello territoriale le nuove tendenze: consumo sul posto e street food, multietnicità dell’offerta, sostenibilità e ambiente, internet e social network. Per lo sviluppo di entrambi gli ambiti, l’Associazione ha individuato alcuni strumenti da mettere al servizio delle imprese, a partire dal potenziamento della formazione e della qualificazione professionale e dalla creazione di uno sportello dedicato all’internazionalizzazione, fino al sostegno all’innovazione e alla costituzione di reti d’impresa sia nella forma associativa che territoriale».

L’esperienza di Expo

  • 60 giornate in Expo per incontrare i Paesi e le imprese finalizzate a stringere rapporti di collaborazione, promuovere il territorio e avviare processi di internazionalizzazione;
  • contatti diretti con oltre 100 Paesi/Enti presenti;
  • coinvolgimento diretto di circa 200 imprese bergamasche;
  • realizzazione di iniziative dentro e fuori Expo con Giappone, Russia, Israele, Cina, Zimbabwe, Kazakhistan, Colombia, Marocco;
  • 4 giornate dedicate ad Ascom nell’Ufficio che Sistema Bergamo ha messo a disposizione delle imprese o delle categorie;
  • partecipazione ad oltre 10 eventi internazionali.

 


Agenti di commercio in crescita, ma il presidente frena l’ottimismo

Sono un centinaio in più rispetto al 2014, secondo i dati Ascom aggiornati al terzo trimestre, gli agenti di commercio in provincia di Bergamo, passati da 2.455 a 2.553. Un trend positivo dopo i cali registrati in passato, che Massimo Bottaro, presidente della categoria dell’Associazione invita però a prendere con le pinze. «Per parlare di ripresa effettiva della professione occorrerà attendere ancora un anno e più – dice -. L’aumento potrebbe infatti essere solo provvisorio, legato all’esternalizzazione operata dalle aziende che, in difficoltà con i costi, chiedono ai propri dipendenti di continuare a collaborare in forma autonoma. Oppure al mettersi in proprio di chi è rimasto senza lavoro perché l’azienda ha chiuso, impiegando magari la propria liquidazione. Non siamo di fronte a progetti consolidati».

Com’è cambiata in questi anni di crisi l’attività?

«Il lavoro si sta appesantendo parecchio perché le aziende tendono a ribaltare sugli agenti compiti che non sarebbero loro propri. All’inizio è stato magari l’agente stesso, pensando che fosse una strategia vincente, ad occuparsi, ad esempio, anche della gestione degli ordini, per seguire meglio il cliente, oggi però queste attività sono ormai in capo agli agenti in forma stabile. Di fatto siamo diventati un supporto alla segreteria commerciale, con il risultato che lavoriamo di più ma per incassare meno, perché nel frattempo si sono ridotti i volumi e i margini».

Come uscire da quest’impasse?

«Le aziende vorrebbero avere a che fare con agenzie più strutturate, alle quali demandare certe funzioni. Aggregarsi, in effetti, è una soluzione che permetterebbe di ridurre le spese per la sede, la segreteria e per creare collaborazioni. Non ci aiutano però gli studi di settore, che non sono ancora in grado di fotografare con precisione le diverse “gradazioni” di questo lavoro e quando si comincia ad avere un ufficio e dei collaboratori presumono anche ricavi di un certo tipo. Succede così che invece di puntare a crescere e svilupparsi si fa l’esatto contrario e per stare a galla di fronte al calo della redditività si snellisce la struttura, si torna magari a lavorare da soli da casa rinunciando all’ufficio di rappresentanza».

Nella disegno di Legge di Stabilità è previsto un super ammortamento fiscale del 140% per gli strumenti e le auto aziendali: una bella notizia?

«È un modo per rialzare la soglia scaricabile, che era rimasta ferma per un po’, e incentivare gli investimenti».

C’è qualche altra novità all’orizzonte per la categoria?

«La più importante riguarda l’Enasarco, la Fondazione per la previdenza e l’assistenza integrativa degli agenti. Dal 2016 entrerà in vigore l’elezione diretta da parte degli agenti dei vertici, mentre prima le designazioni dei delegati erano affidate ai sindacati di categoria. Le elezioni si svolgeranno dal primo al 14 aprire da casa attraverso il sistema informatico, ma realizzeremo anche un punto di accesso in Ascom per facilitare l’operazione».

Cosa significa questo passaggio?

«Va nella direzione di una partecipazione più democratica e di una maggiore trasparenza dell’ente, che passa anche dalla nuova e più precisa definizione delle competenze e dei requisiti dei vertici. È vero, di Enasarco si è sentito parlare più spesso per via dei problemi di gestione, ma resta uno strumento fondamentale per l’assistenza e la tutela degli agenti, che possono contare su un po’ di serenità in più. Tra le novità c’è, ad esempio, una sorta di ammortizzatore per chi rimane senza lavoro per la chiusura delle aziende, che crea problemi soprattutto ai monomandatari».

Ma venditori si nasce o si diventa?

«Direi che una caratteristica fondamentale per chi vuole svolgere questa professione è non avere difficoltà nel comunicare. Deve piacere avere a che fare con le persone e starle a sentire, poi occorre coltivare questa capacità con costanza e dedizione. Oggi l’agente non è magari più quello che racconta la barzelletta al cliente, ma resta la vetrina dell’azienda sul territorio, è la sua faccia quella che il cliente associa ai prodotti».

Non c’è Internet che tenga, allora. L’agente resta una figura chiave del business…

«Solo per alcuni articoli a basso valore aggiunto si può pensare di farne a meno. Per il resto c’è sempre bisogno di una persona che vada a presentare i prodotti. Grazie a Internet e alle tecnologie digitali oggi forse si risparmia un po’ di chilometri e il peso dei cataloghi è stato condensato in un link o una chiavetta, ma il ruolo dell’agente rimane e per chi è bravo e dotato il futuro c’è».

Quali sono i settori più promettenti?

«Più che di settori parlerei di nicchie, anche in comparti in difficoltà, come l’alimentare e il tessile, si possono trovare prodotti e specializzazioni che funzionano».

Cosa potrebbe dare una mano agli agenti?

«Per alcuni le limitazioni delle ztl ed i costi dei parcheggi sono penalizzanti. Una convenzione per i parcheggi potrebbe essere utile. Più in generale è interessante la possibilità di ridurre i costi e in questo senso sarebbe interessante creare una rete di convenzioni tra le categorie rappresentate dall’Ascom, ad esempio sui servizi informatici e la telefonia».


«Cari automobilisti, abituatevi a fare a meno dei benzinai»

A seconda dell’insegna si chiamano easy, matic, express, megaself e sono il nuovo volto dei distributori di carburanti. Non sono infatti solo impianti self service, ma cosiddette stazioni fantasma (ghost), dove il gestore non lo si vede proprio, se non per caso, incrociandolo nelle sue mansioni di manutenzione dell’area. La tendenza è evidente anche a Bergamo, esempi recenti in via Gavazzeni e Corridoni, e non passa inosservata perché il prezzo è solitamente interessante.

giuseppe milazzo 2Ma per il presidente del Gruppo benzinai dell’Ascom, Giuseppe Milazzo, non è che la conferma di un fenomeno denunciato da tempo, la progressiva marginalizzazione della figura del gestore fino a quella che ritiene sarà la sua scomparsa inevitabile. «Gli impianti ghost? Sono la vittoria delle compagnie sul gestore – afferma -. Queste impongono condizioni sempre più penalizzati e quando non ce la fa più il gestore molla. Viene rifatto l’impianto con il nuovo format e l’operatore si accontenta di un compenso fisso, decisamente esiguo, per continuare a curare la stuttura, di fatto con le stesse responsabilità di prima».

Un effetto sui prezzi però ce l’hanno…

«Sì, ma il risparmio è ottenuto solo ed esclusivamente sacrificando il gestore. E chi invece continua in una stazione di servizio tradizionale ha un bel daffare a spiegare ai consumatori che non è un ladro se ha prezzi più alti, ma che ha le mani legate perché prezzo di acquisto e vendita sono imposti, così come sconti e condizioni. Il gestore dovrebbe essere un imprenditore, perché si assume il rischio di comprare il prodotto e venderlo, ma di fatto non ha nessuno spazio per agire in maniera imprenditoriale. Nemmeno le attività collaterali riescono più a dare una mano ai bilanci. Per i bar, ad esempio, le compagnie petrolifere proprietarie delle aree chiedono canoni sempre più alti, mentre gli autolavaggi subiscono la concorrenza degli impianti fai da te».

Un altro elemento di novità sono le pompe bianche, gli impianti non legati alle grandi compagnie petrolifere. Anche loro hanno agito sui prezzi, possono rappresentare un nuovo sbocco?

«Le novità legislative oggi permettono a chi ha le possibilità economiche di costruirsi il proprio impianto, di approvvigionarsi dei carburanti e venderli. È un sistema che funziona, più si riesce a vendere più si guadagna, ed ha dato una bella scossa ai prezzi. In Veneto il fenomeno è dilagato e credo che sia destinato ad ampliarsi anche da noi. Ma per dare vita a questi nuovi impianti servono disponibilità e poi la gestione in genere è diretta, non si ricorre alla figura del gestore o comunque non ci sono contratti nazionali a regolare il rapporto».

Ma almeno c’è qualche gestore che resiste?

«Amaramente mi viene da dire che resiste chi non ha un’alternativa. Se capita qualcosa di meglio credo che non ci si pensi su due volte a cambiare strada, come ho fatto anche io. I conti, del resto, sono presto fatti: le spese ci sono sempre, a cominciare dal personale, i margini si riducono e grande aumento nel consumo di carburanti non ce ne sarà, anzi».

Dovremo perciò dire addio al benzinaio di fiducia?

«Quella del servizio era una prerogativa tipicamente italiana e pare piaccia ancora al 30% degli automobilisti. Ci si sta però abituando sempre più al fai da te, come negli altri Paesi europei».

Messa così, sembra che il prezzo dipenda solo dalla presenza o meno del gestore…

«È come viene interpretata la situazione dall’opinione pubblica, ma non è la verità. Il fatto è che le decisioni sono tutte in mano alle compagnie».

Vede possibilità di invertire la rotta?

«La base associativa è sempre più sfiduciata, è stanca di pagare di tasca propria, servirebbe più spinta dal livello nazionale, mentre per ora a vincere sono sempre le compagnie petrolifere».


Ascom, lunedì 7 dicembre chiusi gli uffici in provincia

Le delegazioni dell’Ascom rimarranno chiuse lunedì 7 dicembre 2015 per il Ponte dell’Immacolata. Gli uffici di Albino, Calusco d’Adda, Clusone, Lovere, Osio Sotto, Romano di Lombardia, Sarnico, Trescore Balneario, Treviglio e Zogno riapriranno mercoledì 9 dicembre.

La sede di Bergamo di via Borgo Palazzo 154 il 7 dicembre sarà invece aperta al pubblico.


Due corsi per un Natale goloso

54eb407c49f47_-_gg-cookie-batch-1110-lgnPer uno dei momenti più golosi dell’anno, l’Accademia del Gusto di Osio Sotto offre due corsi che permettono di sbizzarrirsi ai fornelli e fare bella figura.

Lunedì 14 dicembre si tiene “A Natale sorprendili con stile”, un corso con lo chef di talento e di stile Mirko Ronzoni, reduce dalla vittoria di Hell’s Kitchen. In tre ore, dalle ore 20 alle 23, si potranno avere consigli per rendere i piatti di Natale tanto belli quanto gustosi. Il laboratorio spiegherà come preparare il menù di Natale, quali portate servire, quali ingredienti usare, le preparazioni da fare i giorni prima, lo stile dei piatti e, ovviamente, le ricette, pensate per chi vuole stupire i propri cari con un menù raffinato ma accessibile. Il corso si svolge nel laboratorio pratico dove ogni partecipante ha a disposizione una postazione attrezzata per realizzare direttamente i piatti. Si realizzeranno almeno tre ricette che poi verranno degustate insieme allo chef.

Mercoledì 16 dicembre, invece, c’è il laboratorio “A Natale regala i tuoi biscotti” condotto dal maestro Diego Mei (ore 20 – 22.30). Si imparerà a realizzare ricette semplici, gustose e friabili, come i diamanti alla vaniglia, i viennesi al burro e sale, gli ovis mollis e l’omino di pan di zenzero. Un’occasione per apprendere l’arte di fare i biscotti e trovare un modo originale ed economico per realizzare i doni natalizi.

Info: www.ascomformazione.it


Bar e caffetterie, Beltrami: «È il momento di investire»

«È vero che c’è la crisi, ma non è vero che non c’è lavoro. Il problema è la crisi delle idee, e vale più di quella del mercato. Anche nei periodi difficili, se ci sono buone idee, si lavora». Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar e Caffetterie Ascom, è convinto: «Questo è il momento di investire perché una volta terminata la crisi economica chi avrà avuto il coraggio di farlo raccoglierà a piene mani».

Che momento è per il comparto? C’è interesse ad aprire i bar?

«Ce n’è troppo. La liberalizzazione ha creato un danno al nostro settore. Prima c’erano pochi locali, ma più qualità. Ora ce ne sono molti di più, ma la qualità è minore. Mi preoccupa continuare a vedere che spesso chi apre un bar non è abbastanza preparato. Invece è sempre più importante avere alle spalle una buona preparazione e trovare delle idee da portare avanti, sennò si rischia di entrare in un mercato saturo».

Alcuni locali sono alla quarta, anche quinta gestione, colpa dell’improvvisazione?

«Oltre alla scarsa preparazione, c’è un altro problema, quello di non far bene i conti. Molti imprenditori hanno ancora in mente che se la bibita costa 50 centesimi e la si vende a due euro si guadagna. Uno dei problemi che sta venendo avanti è la tendenza di alcuni bar ad abbassare i prezzi. Alcuni arrivano a proporre cappuccio e brioche a 1,50 euro. Non si rendono conto che più ne fanno e più denaro perdono. Io so esattamente che nel momento in cui compro un prodotto e costa 1 euro alla fine con tutte le spese il suo costo mi diventa 2,71, io guadagno se lo vendo a più di questa cifra. I commercianti devono fare questo conto, considerare le spese di gestione fisse del locale e suddividerle sugli acquisti. Prima di fare il corso per essere un bravo barman bisogna sapere fare i conti».

Che consigli darebbe a chi vuole aprire un bar oggi?

«Di fare una attenta analisi della zona in cui pensa di aprire: valutare che tipo di realtà è, quanti bar ci sono nel raggio di 300 metri, che tipo di offerta fanno, capire cosa manca e costruire un locale che, sia negli arredi che nella proposta, prima non c’era, o comunque migliorativo. È inutile fare doppioni. Mi ripeto. Alla base ci deve essere sempre la preparazione. Nel momento in cui si sono acquisite le nozioni alla base della professione, si capisce qual è l’offerta più conveniente e remunerativa, a seconda della zona dove si apre e delle attività che ci sono».

Quali caratteristiche deve avere un locale per avere successo?

«Rimango dell’idea che il bar debba avare una proposta a 360 gradi, che si modifica in base all’orario. Deve mutarsi tre/quattro volte al giorno, io lo faccio e il cassetto mi dà ragione, ma siamo in pochi; la maggior parte dei locali è tematica e punta a un momento specifico della giornata».

BeltramiLa professionalità del personale a che livelli è?

«In questi ultimi anni grazie alle forme di contratto più leggere si assumono spesso universitari. È una buona cosa, ma dovrebbero essere adeguatamente preparati e questo non avviene perché molte volte chi è a capo del locale non passa le nozioni o lui stesso non le ha. Un altro aspetto è quello dello stipendio. Per avere un buon risultato il personale deve essere adeguatamente pagato: è un personale soddisfatto che lavora bene e ti aiuta a guadagnare. Non tutti lo capiscono».

Quali sono i problemi del settore in questo momento?

«Uno dei più grandi è che ultimamente si tende a rivolgersi ai fornitori per avere finanziamenti, ed è una follia. In Ascom c’è Fogalco che ha proprio lo scopo di assistere i commercianti nell’accesso al credito».

Cosa avviene, esattamente?

«Molti baristi se hanno bisogno di fare un acquisto lo fanno fare ai fornitori che poi si rivalgono sul prezzo. Capita per il caffè, ma non solo. Il torrefattore dà la macchina del caffè in comodato d’uso e poi vende il caffè a un prezzo maggiorato anche di 10 euro al chilo. Fino a un certo punto può essere conveniente, ma se si lavora tanto conviene acquistare la macchina. Il primo guadagno è comprare bene. Per questo come associazione stiamo studiando un questionario da sottoporre agli associati per capire come si approvvigionano. L’intento è di far riflettere su quali sono i canali di vendita migliori e così ottimizzare gli acquisti nei pubblici esercizi».

I buoni pasto elettronici stanno funzionando?

«Sembrerebbe che siamo in dirittura d’arrivo con i pos. In città, stanno arrivando clienti con le tesserine, in provincia si stenta ancora ma qualche azienda si sta muovendo. Auspichiamo che presto si trovi un accordo per utilizzare il pos che si ha già in uso, è impensabile che ogni società di buoni pasto metta il suo. Il nuovo sistema elettronico ci consentirà di risparmiare sulle spese di spedizione».

Cosa cercano oggi i clienti? Che significa per un bar offrire un’esperienza?

«Cercano un locale con un’idea di offerta chiara. Ci sono troppi locali che guardandoli non si capisce a che clienti sono rivolti. Invece, la tipologica del locale deve trasparire in modo evidente, sia dagli arredi che dal menù. Chi apre un bar deve sapere a che clientela puntare e farlo capire».

Come vede il 2016 per chi fa questa attività?

«Potrebbe essere un anno buono. Qualche leggero segnale positivo c’è, ho l’impressione che la clientela nostra bergamasca abbia una capacità di spesa leggermente migliore rispetto agli ultimi anni. Inoltre la nostra provincia ha la fortuna di trovarsi su delle direttrici molto importanti. Grazie all’aeroporto di Orio al Serio sul nostro territorio si muovono molte persone. Poi sta a noi fare offerte per stuzzicare il cliente».

Che valore ha oggi associarsi a una organizzazione come l’Ascom?

«Dialogando con l’associazione si trovano gli stimoli, le idee per andare avanti, si ha il polso di come sta evolvendo il mercato e, importantissimo, grazie alla scuola di Osio Sotto si acquisiscono la formazione e la preparazione per stare sul mercato. Chi non l’ha capito, ha capito poco. Mai come oggi visto, con la crisi,  il cliente valuta come spendere il denaro».

 


Commercianti, «sempre più danneggiati da abusivismo e contraffazione»

La percezione da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi lombardi sulla sicurezza delle proprie attività è migliore rispetto al quadro nazionale. È infatti peggiorata nell’ultimo anno per il 24% di loro, mentre in tutta Italia il valore si attesta al 32%.

Il quadro emerge dall’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko in occasione della giornata “Legalità, mi piace!” l’appuntamento annuale della Confederazione, in programma il 25 novembre, che mobilita l’intero sistema associativo contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali.

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (13)A Bergamo, l’Ascom ha coinvolto su questi temi l’Ufficio Scolastico Territoriale, il Centro di Promozione della Legalità, l’Istituto Superiore Natta e il portale Lecito.org, dando vita ad un evento, all’auditorium del Natta, nel quale gli interventi istituzionali si sono affiancati al lavoro degli studenti, invitati a riflettere sul tema attraverso spot e uno spettacolo teatrale, Processo alla cicala. Un mattinata intensa, che ha visto la partecipazione di circa 250 ragazzi da 20 scuole.

«Per la nostra Associazione – ha affermato Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio – questa giornata rappresenta un appuntamento molto importante perché ci permette di dire che la legalità è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia. Tutti dobbiamo essere vigili: imprese, istituzioni, rappresentanze di impresa, mondo scolastico. Abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine e altri fenomeni criminosi portano via al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all’anno, mettendo a rischio 260mila posti di lavoro regolari».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (8)Focalizzandosi sul fenomeno dell’abusivismo, Malvestiti ha ricordato che chi acquista illegalmente lo fa in modo consapevole, senza però rendersi conto che così facendo «si danneggia la salute dell’intero sistema economico italiano, perché alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali si somma drammaticamente il costo dell’illegalità e della concorrenza sleale di chi non rispetta le regole». «Per noi legalità significa sempre equilibrio tra diritti e doveri – ha rimarcato – : il dovere di denunciare, ma anche il diritto di non sentirsi e di non essere lasciato solo. E, quindi, non c’è altra strada che lavorare insieme. E noi vogliamo percorrerla coinvolgendo anche voi ragazzi, che siete gli adulti del domani. Ai voi la libertà di scegliere».

Tornado all’indagine, promossa anche in provincia di Bergamo con un questionario on line, gli imprenditori lombardi segnalano proprio tra i crimini aumentati di più, oltre ai furti (56%), l’abusivismo (52%, come il dato nazionale) e la contraffazione (aumentata per il 48% degli intervistati contro il 45 totale). Più basse rispetto alla media sono le esperienze di criminalità vissute direttamente (9% contro 16%) e, tra chi ha ricevuto minacce, prevalgono quelle da parte di delinquenti comuni (43%) su quelle della criminalità organizzata (18% contro il 33% nazionale). Si tratta prevalentemente di intimidazioni di natura psicologica (83% rispetto al 76% medio), più che di danneggiamento a cose.

In risposta, sette imprenditori lombardi su dieci hanno adottato almeno una misura di protezione della propria impresa, dalle telecamere agli allarmi, dall’assicurazione alla vigilanza privata, ma ben il 77% di loro (contro il 73% totale) pensa che l’iniziativa più efficace per la sicurezza della propria attività sia la certezza della pena e l’88% che le leggi che contrastano i fenomeni criminali siano per niente o poco efficaci. Il 93% vede di buon grado l’inasprimento delle pene.

Nella classifica delle problematiche sul territorio, infine, al vertice c’è la presenza di nomadi (segnalata dal 55% del campione lombardo, mentre il problema scende al secondo posto nel dato nazionale), seguita di venditori abusivi (52%) e dai negozi sfitti (47%).

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (1)Inasprimento e certezza delle pene e maggiore sicurezza del territorio diventano perciò le richieste ufficiali delle imprese, ribadite dal direttore dell’Ascom Oscar Fusini, che indica anche precise azioni per contrastare l’ abusivismo e la concorrenza sleale. «Proponiamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione, da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio – ha spiegato -, ma anche norme e procedimenti più efficaci per garantire la repressione dei reati, misure di contrasto sviluppate tramite il web, senza dimenticare la tutela del made in Italy e il contrasto all’italiansounding su scala europea ed internazionale. E, sempre ragionando su scale internazionale, un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione oltre a misure doganali».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 - spettacolo


A Natale il cuore dei commercianti batte per le missioni

In occasione del Natale ritorna la campagna di solidarietà per le popolazioni più povere del mondo promossa dal Centro Missionario Diocesano e da Ascom e Associazione “Il telaio della missione”. Quest’anno il messaggio proposto è “Avvolgiti di stelle! La missione è piena di misericordia”. L’obiettivo è sensibilizzare i bergamaschi rispetto a tre progetti missionari: le famiglie cristiane che vivono in Palestina; l’orfanotrofio di Xuy xa, ad Hanoi in Vietnam che accoglie bambini e ragazzi provenienti dalle provincie a Nord del Paese; e la formazione dei giovani e alla comunità di Santa, nella diocesi di Chimbote, in Perù dove è stato prete don Alessandro Dordi, sacerdote missionario ucciso dai terroristi, che verrà beatificato il 5 dicembre.

La campagna è promossa con la partecipazione del Credito Bergamasco e la collaborazione di altre realtà della provincia di Bergamo. Sono coinvolti i commercianti, le scuole di tutti gli ordini e i gradi e gli oratori.

campagna missioniL’Ascom e il gruppo salumieri invitano i negozianti ad aderire alla campagna e a promuoverla tra i propri clienti acquistando il kit contenente una stella in legno decorata con nastri, la locandina dell’iniziativa e minicalendari, da includere nelle confezioni dei regali di Natale. L’invito è stato raccolto anche dalla Fiva e dall’Aspan che hanno acquisito una serie di kit e promosso l’iniziativa rispettivamente tra gli ambulanti e i panificatori. Anche le grandi strutture commerciali saranno teatro di iniziative dedicate. Ad Oriocenter saranno presenti stand per le vendita di presepi e artigianato etnico, all’Iper di Seriate sarà allestito uno stand con dei volontari che confezioneranno pacchi regalo e il centro commerciale di Curno ha scelto i kit della campagna per omaggiare i suoi operatori.

Per quanto riguarda le scuole, invece, i ragazzi saranno invitati a rappresentare con un elaborato (grafico, multimediale, o di altro genere, a seconda delle classi) alcuni temi dedicati alle situazioni di povertà del mondo. I lavori saranno poi pubblicati sul sito www.websolidale.org e messi a disposizione come cartoline augurali virtuali che si potranno inviare dallo stesso portale. Per ogni cartolina augurale inviata Websolidale-onlus metterà a disposizione 1€ che sarà devoluto al sostegno dei progetti della campagna, mentre gli elaborati migliori saranno premiati con speciali buoni. «Anche quest’anno l’Associazione insieme al Gruppo Salumieri partecipa all’iniziativa – dice Giorgio Lazzari, responsabile della consulenza generale Ascom e segretario del Gruppo Salumieri  -. L’obiettivo è dare un segnale forte e aiutare le Missioni e i missionari che tanto fanno per il prossimo con progetti di solidarietà».

FullSizeRenderLa campagna si sviluppa anche sul altri versanti. Come il cd Avvolgiti di stelle del coro “San Giovanni Battista” di Stezzano il cui ricavato andrà a beneficio dei progetti missionari (è chiesto un contributo di 6€). E ancora la capanna natalizia in centro città dal 29 novembre 2015 all’6 gennaio 2016 al cui interno, insieme alla rappresentazione della natività, verranno collocate le stelle simbolo della manifestazione.

Nello stesso period,o inoltre, chiunque vorrà potrà acquistare il “Panettone della solidarietà” al costo di 12€, confezionato in maniera speciale direttamente dai volontari.

Ma non è tutto, martedì 9 dicembre, nella chiesa parrocchiale di Loreto alle ore 20.45, si terrà la preghiera “Sandali e…stelle” in occasione della beatificazione di don Alessandro Dordi. Saranno presenti i ragazzi che hanno vissuto l’esperienza in missione in estate per condividere nel racconto la loro esperienza, mentre domenica 20 dicembre, nella comunità di Sant’Alessandro in Colonna, si rinnoverà l’esperienza de “La luce di Betlemme” grazie al gruppo Masci e agli scout della zona.

Infine, l’attesissimo Concerto di Natale nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna sabato 12 dicembre.


Mezzo secolo in Ascom, Angelo Manzoni: «Vi racconto come è cambiato il commercio»

Quando ha iniziato a lavorare all’Ascom di Bergamo – era il 2 maggio del ’65 – Angelo Manzoni aveva da poco compiuto 15 anni. Il 25 novembre il Consiglio delle categorie e il Consiglio direttivo dell’associazione di via Borgo Palazzo lo hanno premiato con una medaglia d’oro per i suoi 50 anni di lavoro.

«L’Associazione allora era in via Zilioli, eravamo in 11, me compreso, oggi siamo in 120 – ricorda -. Ho iniziato come fattorino, era il mio primo lavoro, sostituivo un collega che era partito per il servizio militare. L’anno dopo, nel ’66, ho iniziato gli studi serali di ragioneria e nel 1971 mi sono diplomato, la selezione in quegli anni era severissima». Dopo il diploma, l’esperienza come fattorino si chiude e inizia la sua carriera professionale: tre anni all’ufficio paghe, poi il ruolo di assistente del ragionier Moroni (una delle istituzioni in Ascom e suo maestro) alle prese con gli inizi dell’imposta Iva. Di lì a poco arriva l’incarico di consulente generale che ha svolto fino a oggi.

«Gli atti di compravendita ora vengono redatti dal notaio, ma allora li facevamo noi. Ci occupavamo di iscrizioni, cancellazioni, volture. Fino al ’71 ogni Comune rilasciava le licenze ai commercianti. Nel ’71 con l’entrata in vigore della Legge 426 vennero introdotte le tabelle merceologiche e i Comuni si limitarono a fare i piani commerciali. Nel ’98 con Bersani c’è stata la liberalizzazione che ha fatto morire la legge precedente e il Rec».

In 50 anni di professione, Manzoni ha conosciuto tre generazioni di commercianti: «Anche il senso di partecipazione all’associazione è cambiato molto. I primi anni le assemblee erano oceaniche, non c’era posto per tutti. Non era per i servizi, che erano pochissimi, i negozianti ci tenevano a far gruppo. All’assemblea annuale erano invitate tutte le autorità, sindaco, prefetto e non mancava nessuno. I commercianti ci tenevano a esserci e ad incontrarli. Spesso, inoltre, si impegnavano a fare politica, con la conseguenza che gli interessi della categoria venivano tutelati. Oggi i provvedimenti vengono calati dall’alto, senza essere discussi con le associazioni, non solo a livello locale ma anche nazionale».

La liberalizzazione è stata un passo positivo per il commercio?

«In altri Paesi funzionava e credevo avrebbe funzionato anche in Italia, ma mi sono dovuto ricredere. Da noi ci sono troppi adempimenti burocratici e troppo individualismo».  Manzoni ricorda una Bergamo viva e un commercio in salute. «Negli anni 80 in città arrivavano persone da tutta la provincia e il centro era pieno di gente. Passavano da via Papa Giovanni per poi riversarsi in via XX Settembre che era considerata la via dell’oro. Il “Cafè de Paris” aveva dovuto fermare le persone sulla strada per poter mettere l’insegna. Si viveva di più la città senza bisogno di organizzare nulla, venivano dalla provincia solo per vedere gli addobbi, per spedire la letterina di Santa Lucia, per conoscere le novità. È cambiato tutto. Allora il ritrovo dei ragazzi era il Balzer, ora è Oriocenter».

Cosa chiedevano gli aspiranti imprenditori?

«Negli anni 70 venivano in Associazione anche per chiedere che segnalassimo in Comune che il tal commerciante vendeva prodotti al di fuori della sua autorizzazione. Volevano rimanere anonimi ma poi i “denunciati” sapevano comunque chi erano».

Oggi invece cosa chiedono?

«Non si può credere, ma molti mi chiedono quale attività consiglio di aprire. Sono persone disoccupate che pensano di risolvere i problemi entrando nel mondo del commercio, non hanno risparmi da investire, né un’idea imprenditoriale e sono del tutto al buio per quanto riguarda le spese che è necessario sostenere per aprire un’attività. Il risultato di questa improvvisazione è che negli ultimi tre anni le attività un tempo considerate sicure, cioè le tabaccherie, le edicole e gli stessi bar, pizzerie e ristoranti, sono in forte calo».

Come vede il commercio nel prossimo futuro?

«Io sono sempre ottimista, ma vedo un forte rischio. Un tempo c’era una netta separazione tra i diversi negozi. I panifici vendevano il pane, le edicole i giornali. Oggi c’è la rincorsa da parte dei commercianti ad ampliare la propria proposta merceologica. I bar vogliono vendere i giornali o i tabacchi, i panifici e persino le macellerie vogliono far somministrazione, ma così portano via l’incasso ai bar. Se tutti vendono le stesse cose, la concorrenza diventa esponenziale e l’incasso è destinato a diminuire. Trasformare le attività in un bazar significa polverizzare le attività, la somministrazione non assistita rischia di portare alla morte del commercio.  A Bergamo c’erano una dozzina di librerie oggi sono sparite. Negli ultimi dieci anni tutti i negozi storici, passati di famiglia in famiglia, sono spariti perché non hanno trovato più modo di alimentarsi. In Città Alta un tempo c’erano quattro macellerie, di cui due equine, oggi sarebbe impensabile per una macelleria sopravvivere vendendo solo carne equina. Le spese sono troppe e le entrate non sono più sufficienti a coprirle».

Qual è il problema maggiore a Bergamo per il commercio?

«Gli affitti e i parcheggi molto cari, nei centri commerciali sono gratuiti e anche al coperto. E poi le code interminabili per arrivare in città».

In questo scenario quale può essere il ruolo dell’Associazione?

«I commercianti dovrebbero tornare a fare gruppo e al di là dei servizi, vivere l’Associazione come il mezzo per dare voce alle proprie istanze, in modo da tornare a contare nelle scelte che li riguardano».