Senza biglietto sul treno, ma i passeggeri “attaccano” il capotreno

Senza biglietto sul treno, ma i passeggeri “attaccano” il capotreno

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TrenordL’episodio è accaduto il 7 luglio sul treno Bergamo-Treviglio delle 16.51. E non si tratta dell’ennesimo disservizio causato da Trenord o Centostazioni. A segnalare un comportamento discutibile di alcuni viaggiatori è Federconsumatori Bergamo. Che annota: “Ieri, in prossimità della fermata di Levate il Capotreno che stava controllando la regolarità dei biglietti individuava un passeggero privo del titolo di viaggio. Sollecitato più volte inutilmente il viaggiatore a pagare biglietto e sanzione, approfittando della fermata in corso il controllore lo invitava a scendere.

In seguito a molti tentativi rivelatisi inutili (il passeggero non voleva pagare e nemmeno scendere), il Capotreno si vedeva costretto a chiamare le forze dell’ordine e conseguentemente bloccare la ripartenza del convoglio. Alla comunicazione della temporanea sospensione del servizio hanno iniziato a farsi sentire, con toni alterati, alcuni passeggeri. Non contro l’abusivo ma nei confronti di chi stava compiendo il proprio dovere. Diverse persone hanno iniziato a prendere di mira il Capotreno sostenendo fosse esagerato fermare il treno “soltanto” perché un passeggero era sprovvisto di biglietto, si rifiutava di pagare il dovuto e, in alternativa al pagare, invitato a scendere non ne volesse sapere.

Trascorsi all’incirca 15 minuti dall’inizio della spiacevole vicenda senza che le forze dell’ordine fossero arrivate (e già questo potrebbe essere motivo di riflessione), considerato l’inasprirsi della contestazioni il Capotreno per evitare ulteriori conflitti, decideva di dare il via libera alla ripartenza. Risultato: alla stazione di Treviglio (fine corsa) chi non aveva pagato il biglietto se ne andava impunito e al Capotreno non rimaneva altro da fare che “ringraziare” i contestatori per il sostegno morale dimostrato nei suoi confronti”. “Al Capotreno – conclude Federconsumatori – va la nostra solidarietà … nella speranza che non si arrenda al quieto vivere e continui a svolgere il proprio lavoro coscienziosamente”.