Il locale di Giuseppina Rota, che quest’anno spegne 32 candeline, oggi vede in campo anche il figlio e il nipote della titolare.
Passione e tradizione, ma anche futuro. Potrebbe essere riassunta così la storia recente del Ristorante Bell’Adda di Medolago.
Passione e tradizione sono i capisaldi che hanno trasportato il locale di Giuseppina Rota dagli inizi degli anni ’90 ad oggi: “Quando ho aperto nel 1991 ero un’autodidatta che, dopo aver lavorato come dipendente, si è convinta che poteva farcela da sola. Mi sono buttata con coraggio, con mia sorella Giovanna, e ho avuto ragione – racconta la titolare -. Ai tempi avevo fatto solo dei corsi, ma nessuna scuola alberghiera. Mia sorella ha creduto sin da subito nel progetto Bell’Adda e oggi eccomi qua, con un ristorante ben avviato che continua a dare soddisfazioni”.
Nel 2008, al diciassettesimo anno di attività, il grande cambio: “Dal vecchio locale ci siamo spostati nel pieno centro di Medolago, vicini alla chiesa del paese. Abbiamo fatto questo passo perché, sia io che mia sorella, quando abbiamo fiutato l’opportunità abbiamo capito subito che era un’occasione da non farci sfuggire. Era il posto ideale – sottolinea Giuseppina Rota -. Così ci siamo decise: ci siamo trasferite mantenendo la stessa offerta. Io sono molto legata a Medolago, trovo che sia un paese bellissimo, vivo, che abbia tanto da regalarci”.
“Oggi è molto più dura rispetto agli anni ’90 – spiega ancora la titolare del Bell’Adda -. Gastronomicamente parlando ci sono molte più proposte, molte influenze che arrivano dall’estero. La gente gira e vuole provare anche qualcosa di nuovo, così pure noi, negli anni, ci siamo adattate alle nuove esigenze della clientela, pur mantenendo ben salde le nostre radici bergamasche”.
Oggi il Ristorante Bell’Adda è un ottimo locale che vive ancora di passione e tradizione. L’entusiasmo di chi ci lavora è rimasto immutato nonostante qualche periodo non semplice: “La pandemia è stata un vero disastro, ma ci ha piegati senza spezzarci. Infatti siamo ancora qua. Trent’anni di attività mi hanno fatto sacrificare tantissimo della mia vita – continua Giuseppina Rota -, non ho praticamente mai avuto una mia libertà, la possibilità di evadere. Però se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto: sono troppo legata al mio ristorante e alla sua storia”.
Storia che ora lascia spazio al futuro, l’altra grande componente della narrazione del Ristorante Bell’Adda. Il locale, infatti, proseguirà il suo cammino anche quando Giuseppina Rota deciderà di godersi, un giorno, la meritata pensione: “Sì, perché oggi mio figlio e mio nipote stanno collaborando all’attività di famiglia, con l’ambizione di portare avanti la storia di questo ristorante – spiega la titolare -. Io ovviamente non posso che essere felice di tutto questo”.