Pos, l’obbligo scatta 
per gli importi sopra i 30 euro

Pos, l’obbligo scatta per gli importi sopra i 30 euro

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa

 Dal 1° gennaio scorso sarebbe dovuto partire l’obbligo di accettare i pagamenti in moneta elettronica tramite carta di credito per i pagamenti oltre i 30 euro e per esercenti con ricavi che superano i 200 mila euro. Secondo la legge 221/2012, devono essere installati Pos, terminali abilitati a scaricare i pagamenti e parcelle dalle carte di credito (bancomat ma anche carte convenzionali e prepagate) direttamente sul conto corrente con l’obiettivo di  aumentare la tracciabilità delle transazioni. Al momento la disposizione non è ancora operativa e non esiste una sanzione per chi non fosse in grado di provvedere.  Confcommercio, anche attraverso Rete Imprese Italia ha chiesto al governo di rinviare la misura. Per Rete Imprese Italia, infatti, la nuova normativa “imporrà nuovi gravi oneri alle imprese, in quanto, oltre all’obbligo di pagamento delle spese di attivazione del Pos, queste subiranno gli ulteriori costi di gestione che andranno ad aggravare i loro costi fissi. A ciò si aggiungeranno, ovviamente, le commissioni su ogni transazione la cui riduzione, peraltro, era un impegno preciso che avrebbe dovuto concretizzarsi in un decreto di cui si è persa traccia”. L’installazione immediata di milioni di Pos per negozi e imprese di servizi è insostenibile. E’ questa la posizione assunta da Rete Imprese Italia in merito all’entrata in vigore della normativa. “Nonostante i ripetuti appelli al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia, dal primo gennaio i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, compresi quelli professionali dovranno accettare pagamenti effettuati attraverso moneta elettronica. Un obbligo cui è impossibile adeguarsi, vista l’insostenibilità dell’installazione immediata dei milioni di POS necessari”.
La nuova normativa imporrà nuovi gravi oneri alle imprese in quanto, oltre all’obbligo di pagamento delle spese di attivazione del POS, subiranno ulteriori e nuovi costi di gestione che andranno ad incidere pesantemente sui costi fissi. “A questo andranno ad aggiungersi le commissioni su ogni transazione, la cui riduzione  era un impegno preciso che avrebbe dovuto concretizzarsi in un decreto di cui si è persa traccia”, ha evidenziato Rete imprese, “siamo consapevoli che la modernizzazione dei sistemi di pagamento rappresenta uno degli strumenti importanti per aumentare l’efficienza del sistema produttivo italiano, ma rimane il fatto che l’utilizzo della moneta elettronica avrebbe dovuto, almeno, essere diffuso tramite una distribuzione equilibrata fra costi e benefici a carico dei soggetti interessati”.
La soglia: 30 euro e 200 mila euro di ricavi. Il ministero dello Sviluppo economico ha fissato i limiti per l’obbligo, da parte di imprese e professionisti, di accettare anche pagamenti effettuati con bancomat, dovendo dotarsi dunque di POS. L’obbligo dovrebbe scattare per chi esercita attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, con fatturato nell’anno precedente di oltre 200mila euro; la soglia minima per i pagamenti è di 30 euro; l’obbligo dovrebbe scattare per pagamenti superiori alla soglia minima di 30 euro. Il decreto attuativo è stato spedito dal Ministero alla Banca d’Italia, corredato da una segnalazione d’urgenza, per ottenerne il parere.  Per quanto riguarda i terminali POS, il testo inviato a Bankitalia prende in considerazione l’accettazione di strumenti di pagamento attraverso differenti tecnologie, non solo quella a “banda magnetica” o a “microchip”.

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa