“Con lui e con la ruspa abbatteremo i campi rom, i centri sociali e il governo Renzi” afferma Daniele Belotti annunciando oggi l’intervento di Matteo Salvini dal palco di Pontida. “Qui non c’è rancore, qui non c’è paura. Siamo qui per costruire speranza e il futuro dei nostri figli. Non ci interessa insultare il prossimo. Gli insulti li lasciamo a Renzi e alle sue damigelle”. Così, Matteo Salvini attacca il suo intervento dal palco di Pontida. Intervento atteso e seguito da un minuto di raccoglimento dedicato “ai fratelli leghisti che non ci sono più”: sessanta secondi contrassegnati dal suono celtico di una cornamusa. Poi, sul palco con Salvini, come già l’anno scorso, “il nostro futuro, i bimbi e le bimbe che non dovranno andare dall’altra parte del mondo in cerca di futuro. Il nostro orgoglio, la scelta della Lega è la normalità: proponiamo un paese normale per persone normali”.
Emozionato, Salvini dice di non avere dormito, “ho fatto bene perché siete meravigliosi”, aggiunge rivolto al popolo leghista raccolto sul “sacro prato”. “La scelta della Lega è una scelta di normalità – sottolinea più volte Salvini -. Noi non proponiamo cose irrealizzabili e non compriamo i voti con 80 euro” e sottolinea che, tra le cose realizzabili da fare, la prima è quella che deve portare “al cambiamento dell’Europa perché questa Unione Europea è un covo di criminali che vogliono ammazzare le nostre identità e le diversità”. Nel suo discorso, Salvini torna anche sulla diatriba con il Papa. “Mi fa piacere che abbia trovato il tempo di incontrare dei Rom: sono sicuro che avrà incontrato anche torinesi sfrattati ed esodati”, dice il segretario: “Non mi permetterei di attaccare mai il Papa”, prosegue, autodefinendosi “ultimo dei buoni cristiani” ma – prosegue – “rispetto chiama rispetto: è giusto che il Pontefice chiami aiuto per tutto il mondo, ma altrettanto giusto che chi è pagato dai cittadini italiani pensi prima pensi ai cittadini italiani. Uomo sì ma fesso no, cristiano sì ma autolesionista no”.
Altro tema, quello della famiglia, caro al segretario leghista, circondato sul palco da bambini e genitori: “Il matrimonio si fa dall’uomo e donna e i bimbi vengono adottati dalla mamma e dal papà, da questo non si scappa. E se dalle parti del partito democratico dicono che è un concetto medioveale, allora viva il medioevo. Invidio gli inglesi che non hanno Renzi, ma Cameron, invidio i russi che hanno Putin, io invidio le persone normali”. Persone normali che non vogliono la “legge Fornero che è infame. Via gli studi di settore, il primo ladro è lo Stato in Italia. Via l’Imu su capannoni, prima casa e negozi sfitti, non siamo a Cuba”.
E dalla legge Fornero al lavoro: “Asili nido gratuiti, per aiutare mamma e papà. Penso agli infermieri che devono scappare all’estero. Sono i migliori al mondo e devono lavorare in Italia, e questo vale per i commercianti, i vigili del fuoco, per le forze dell’ordine. In un Paese normale polizia e carabinieri potranno tornare a fare polizia e carabinieri. Senza timore di essere denunciati dal primo spacciatore di turno, perché noi stiamo con le guardie non con i delinquenti. In un Paese normale non chiami buona scuola una porcheria immonda. In un Paese normale viene reintrodotto un anno di servizio civile obbligatorio, per insegnare il rispetto. Bruciare le macchine non è rivoluzione è un atto da poveri disgraziati. In un Paese normale ci si occupa dei disabili veri. Trovando i truffatori e i medici corrotti”.
Parole chiare, quelle di Salvini, anche sul fronte dell’ambiente: “No ad ogni nuova colata di cemento, ma non gli ambientalisti idioti di città che non toccano gli alberelli ma poi lasciano esondare i fiumi”. Il tutto con un’avvertenza: “Noi non cambiamo, la Lega è una comunità di uomini e donne, ricchi, poveri, pensionati, giovani, professionisti e agricoltori. E’ un’anima, un’idea con la quale sono cresciuto e morirò. Perché ora non esistono più destra e sinistra ma produttori e parassiti e noi stiamo coi produttori. Parliamo tutti troppo, ora è il momento di fare. E qua – ha detto al pubblico sul prato -, fate un boato per noi, per Zaia, per Maroni, per Bossi”. In precedenza, arrivando sul prato di Pontida, Salvini aveva dichiarato: “La ruspa per fare giustizia per i tanti errori commessi e io uso la ruspa contro Renzi e non qualcun altro, per far ripartire il lavoro”. E ancora: “L’anno scorso eravamo qua per ricostruire e ripartire”. Poi il leader del Carroccio accenna alla possibilità di fare una Pontida del sud: “Ci stiamo lavorando. Ci sono già proposte di località pronte ad accoglierci”, annuncia. Ma per andare al governo non bisogna abbassare i toni? «Non dirò più vaff***”, risponde Salvini ai giornalisti. E sulle critiche ricevute dal leader storico della Lega, Umberto Bossi, risponde: “Noi non archiviamo nessuno, non pugnaliamo nessuno. Siamo riconoscenti nei confronti di chi ci ha portato fino a qua, a differenza di Renzi che se ne fotte di tutto e di tutti”. Prima di cominciare il suo intervento, il segretario della Lega ha anche abbracciato Umberto Bossi che aveva appena concluso il suo intervento e stava scendendo dal palco.