Plastica, le imprese investono 
poco in ricerca e sviluppo 

Plastica, le imprese investono poco in ricerca e sviluppo 

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Nella provincia di Bergamo, la filiera della lavorazione delle plastiche conta all’incirca 200 imprese, con un fatturato complessivo di 1,4 miliardi di euro e oltre 5.500 occupati. Il dato è emerso al convegno dedicato all’analisi dell’andamento del settore della plastica promosso da UBI Banca e Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con Cesap e Confindustria Bergamo.
Alla luce della rilevanza del settore, nella Bergamasca è stata condotta un’analisi focalizzata su un campione di 41 imprese rappresentativo dell’intera filiera, con suddivisione del campione in quattro cluster focalizzati su granuli e compound, stampaggio sia per conto proprio sia per conto terzi; soffiaggio ed estrusione; commercializzazione, sia di intermedi sia di prodotti finiti. Per ciascun cluster l’analisi è stata centrata su due aspetti principali: i fattori critici per le prospettive di sviluppo e la creazione di valore da parte delle stesse in favore dei loro soci.
Dall’analisi è emerso che l’impresa “tipo” esternalizza poco, investe poco in ricerca e sviluppo, vende prevalentemente a marchio proprio, realizza almeno la metà del fatturato all’estero, è cresciuta quasi esclusivamente per linee interne ed è a gestione familiare.
Sotto il profilo della competitività, le imprese hanno nella qualità dei prodotti e nella flessibilità dei processi produttivi i principali punti di forza, puntano sull’ampliamento della gamma prodotti e sull’accesso a nuovi mercati per rafforzare la posizione competitiva e vedono le principali minacce nei costi di produzione elevati e nello scarso utilizzo della capacità. Infine gli oneri amministrativi e burocratici rappresentano il principale ostacolo alla competitività.
Un’impresa con queste caratteristiche rappresenta un modello vincente sotto il profilo economico-finanziario? Per rispondere a questa domanda la seconda parte dell’analisi è stata focalizzata su un’indagine prospettica della capacità dei cluster di imprese di creare valore per i propri soci. In base alle stime, quest’anno solo il cluster delle imprese che producono per soffiaggio ed estrusione dovrebbe creare valore in virtù del fatto che, in aggregato, il ritorno sul capitale investito (ROI) di questo cluster supera il costo del capitale investito. Per il cluster dello stampaggio, il ROI dovrebbe superare il costo del capitale investito nel prossimo anno, mentre per gli altri due cluster (granuli/compound e commercializzazione) nel 2016. Ciò significa che per molte imprese del campione l’attesa ripresa di fatturato e redditività è una condizione necessaria per garantire che nel tempo il valore delle imprese aumenti. Tuttavia gli effetti positivi della ripresa possono essere moltiplicati se le attività volte a rafforzare la posizione competitiva delle imprese si intensificano soprattutto nell’area dell’innovazione (che appare indietro rispetto ai progressi compiuti sul fronte della qualità dei prodotti e della flessibilità dei processi produttivi) e dell’ottimizzazione del capitale investito.
Per Luca Gotti, direttore territoriale di Bergamo Città e Valle Brembana della Popolare di Bergamo “le imprese analizzate evidenziano risultati positivi che fanno ben sperare per il prossimo futuro”. Fabio Bosatelli, presidente del Gruppo Materie Plastiche e Gomma di Confindustria Bergamo, riferendosi ai dati che configurano il comparto bergamasco della plastica ha ricordato che “siamo di fronte a un settore fondamentale per l’economia della nostra provincia, con una particolare vocazione all’esportazione (che ci ha “salvato” anche nei periodi peggiori della crisi). L’originalità di questa analisi sta nel fatto che da un lato c’è uno studio di tipo qualitativo sull’organizzazione aziendale, la componente ricerca e sviluppo, l’internazionalizzazione e la strategia aziendale; dall’altro, c’è uno studio volto ad indagare più in profondità i dati numerici e di bilancio per verificare la capacità di creare valore da parte delle imprese del comparto. Tutti i cluster nei quali è stato suddiviso il complesso mondo della plastica – ha concluso Bosatelli – indicano una tendenza positiva in termini di fatturato, marginalità ed equilibrio finanziario per il prossimo triennio. Certamente la conferma di questi risultati passerà attraverso il mantenimento e il miglioramento della competitività aziendale grazie ad investimenti costanti nell’area ricerca ed innovazione”.

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